Per uno che come me arriva dalla provincia, Milano ha sempre un’aria terribilmente affascinante: non è Torino, perchè Torino è quasi “nordica” nel suo ordine e nella sua organizzazione, non è Roma, perchè Roma è semplicemente straordinaria, bellissima.
Milano è l’unica vera metropoli italica. L’unica vera metropoli, dentro.
Quando arrivo da Ferrara mi sento sempre come Pozzetto, con il suo trattore nel suo mini appartamento. Taaaaac.
Visto che ultimamente mi ci fermo diversi giorni, per lavoro, ho deciso di segnare le cose che ad un ragazzone di provincia, come me, Milano lascia segnate dentro.
– Passa sempre un treno della metro dove dormi tu
Le dimensioni di Milano, rispetto ad una Roma ad esempio, non sono gigantesche. Non sono gigantesche ed è servita abbastanza bene dalla metro. Il risultato è che ovunque tu dorma, vicino ti passa un treno. O meglio sotto, non vicino.
Quindi alle sette di mattina stai pure sicuro che, se non sai di cosa si tratta, la vibrazione anche impercettibile la senti, pensando di essere in mezzo ad un magnitudo 3.1
– Milano ha fretta
Non è una banalità. Non ha fretta in senso che corre, semplicemente. No no, ha fretta nel senso che anticipa i tempi. A Natale si pensa a ferragosto e a ottobre si addobbano gli alberi per Natale. Milano non carpisce l’attimo ma vive una prolungata proiezione verso il futuro.
– Se non sei in ritardo, corri lo stesso
Sarà l’aria, saranno i milanesi, sarà la magnitudo 3.1 che ti pervade, sarà la proiezione del futuro, ma corri. Anche a piedi, anche se non sei in ritardo. Corri.
– Le biciclettine e le bambole dei cingalesi alla Stazione Centrale
Avete mai comprato uno di quei cosi che vendono alla Centrale? Quei biciclettini, quelle macchinette, quelle bambole parlanti, quegli orsetti ridacchianti, quei clown rumorosi? No?
Nemmeno io. Anzi, nessuno.
Il loro piano NON è vendere, è farveli pestare! La gente cammina sempre con uno smartphone davanti agli occhi e loro ti fanno saltellare i loro ammennicoli sotto ai piedi, nella speranza che li pesti e li paghi, in preda al senso di colpa.
– A Milano sei sempre in mezzo ai coglioni di qualcuno
Se ti fermi su un marciapiedi la gente corre, e sei nei piedi. Se ti fermi in strada le auto corrono, e ti asfaltano. Se ti fermi in ogni posto stai sicuro che sei in mezzo alle balle di qualcuno: d’altronde Milano non è fatta per chi si ferma, ma per chi corre anche se non in ritardo.
– Uffici e luoghi al chiuso (in inverno) sono CALDISSIMI
In barba al risparmio energetico, tutto bolle e ribolle di un caldo innaturale, un caldo che secca la gola e le lenti a contatto. Non so il perchè, ma a Milano, se sei al chiuso in inverno, sudi. Sempre.
– La metro viola non esiste, come il Molise
Questa fantomatica metro viola non esiste. E’ una sorta di anello di Moebius, ma nessuno l’ha mai vista ne tanto meno usata. La metro linea viola è come il Molise: una invenzione di marketing.
Adesso sarete più preparati, per la vostra prossima trasferta meneghina.
Sto ridendo come una cretina. Io sono di Parma, ancora più campagnola di Ferrara, a Milano ci vado molto poco, giusto quando c’è il Social Media Marketing Day o qualche altro noiosissimo incontro ad ascoltare gente noiosa come Rudy Bandiera ;) Nonostante la comodità dei mezzi che conducono a Milano dalla mia città, io persevero, ci vado in macchina in barba ad offerte e dubbia puntualità targate Italo e Trenitalia. Poi quando arrivo sto sempre con naso all’insù a guardare palazzi altissimi e mi incanto e … sto sempre in mezzo ai coglioni di qualcuno. Però che fascino la grande città, torni a casa e dici: sono stata ad un incontro a Milano e la gente (incredibbbbile) ti guarda con rispetto, manco avessi fatto chissà cosa.
post meraviglioso. ho vissuto a milano quattro anni e ho ancora in canna una serie di post sul blog o addirittura un libro-manuale per sopravvivere a milano (per noi torinesi, è durissima).
‘Fiu… per fortuna che vivo in Sardegna! Sono scappata da Bologna perchè la vedevo troppo caotica, figuriamoci Milano.
E’ una questione di bisogni esistenziali.
C’è a chi piace la metropoli, io la vedo innaturale. In mezzo al cemento, la fretta, lo smog, il freddo, la nebbia, luci artificiali, apparenza.
Forse per il mio lavoro sarebbe l’eldorato (o forse non più) ma a livello di qualità della vita penso sia tragica. Io mi sveglio la mattina con calma, sole 300 giorni l’anno, colazione al bar (un lusso che in “continente” non avevo), tre ore in ufficio, poi a casa, con le porte sempre spalancate sul giardino. Caffè e sigaretta in giardino sotto il sole, poi di nuovo in ufficio.
Un sacco di gente che ti viene a trovare, ritmi messicani, amici, cene tutti insieme di continuo, cultura, calore familiare.
Io cercavo questo, mi ritengo fortunata ad averlo trovato. I “taaaaac” li lascio ai milanesi :)