Immaginate un sistema di corporate barter, che ovviamente adesso non potete immaginare perchè non capite di cosa parlo. Di fatto, di un sistema evoluto di “baratto”, cioè un mercato privato all’interno del quale le aziende acquistano ciò di cui hanno bisogno senza usare denaro contante.
Forse meglio se ve lo faccio spiegare da Marco, anche perchè non voglio violentare la spiegazione di un’idea che mi intriga da morire…
D) Ciao Marco e grazie per il tuo tempo. Vuoi fare una tua breve presentazione e dirci che ruolo occupi nel progetto?
R) Ciao Rudy, sono in VisioTrade da circa un anno e mi occupo di Marketing a 360 gradi; dall’organizzazione degli eventi promozionali agli aspetti contrattuali, dalla comunicazione on/offline ai rapporti con i fornitori. L’Azienda è in crescita e per questo che nell’ultimo periodo il mio team si è arricchito: una web marketing (Nazarena), un P.R. per la comunicazione, ed un grafico creativo per il web design. Il loro coordinamento è una parte rilevante del mio lavoro nel corporate barter.
D) Scusa “corporate” che?
R) Corporate barter. Baratto tra aziende; i membri del nostro network scambiano prodotti e servizi tra loro senza pagare con il denaro contante, bensì mediante un meccanismo di debiti e crediti.
D) A quali domande rispondete? Dacci dei “perché”.
R) Perché bisogna ripartire, tutti hanno capito che la situazione economica è tragica, ma ad un certo punto è necessario concentrarsi sulle soluzioni. E noi siamo la soluzione :). Perché? Perché le imprese hanno bisogno di credito, perché hanno la necessità di risparmiare liquidità, perché devono limitare gli insoluti, perché devono incrementare il loro giro d’affari rendendo produttivi i prodotti in magazzino ed i servizi a scadenza. Questi sono i bisogni che soddisfa la nostra moneta complementare, l’EuroCredito. E poi è bello essere in un mercato esclusivo dove poter acquistare ciò che ti serve pagando con ciò che produci!
D) A chi vi rivolgete?
R) Principalmente alle piccole e medie imprese, commercianti e professionisti (che sono poi il vero tessuto produttivo in Italia). Da qualche tempo abbiamo iniziato ad acquisire anche alcune imprese di medio-grandi dimensioni.
D) In che modo veicolate il progetto? Avete un piano di ADV, con il passaparola, con i piccioni viaggiatori? Come fate sapere al mondo che esistete?
R) Oltre al sito ed al blog aziendale (da cui parte la relativa newsletter) abbiamo un profilo sui maggiori social come facebook, G+, twitter, linkedIn, 4square e vimeo. Offline siamo molto attivi nell’organizzazione di eventi in ottica brand awareness, su tutti posso citarti il #bartertour2013 (una tournée con Andrea Mingardi di 5 date tra Piemonte e Emilia Romagna) e il M.A.M.M. (un evento benefico per la costruzione di un ospedale pediatrico in Somalia, in collaborazione con la onlus di Marco Berry).
D) Chi fa parte della partita? Quanti siete, chi siete e come siete strutturati? No, non sono della DIGOS ;)
R) Tra area marketing, divisione IT, amministrazione, area legale e contact centre siamo in tredici a cui devi sommare i cinque elementi della direzione. L’età media non supera i 35 anni, particolarità di cui siamo molto orgogliosi. Inoltre nelle principali regioni abbiamo delle agenzie territoriali, che con la loro rete di agenti propongono il nostro servizio.
D) Presumo avrete intenzione di guadagnare dal vostro lavoro di intelletto: se si da quando? Ed in che modo?
R) Fortunatamente guadagniamo dal 2010, in due modi: dalla quota di adesione una tantum (variabile in base tipo di cliente) e da una piccola percentuale sulle transazioni effettuate.
D) Che cosa manca in Italia per poter sviluppare idee competitive?
R) Cultura. Potremmo dare la colpa alla burocrazia, alla pressione fiscale, alla corruzione (per carità deterrenti assoluti), ma spesso ci spremiamo le meningi su come sfruttare le potenzialità del web, degli smartphone, dei social… salvo accorgerci poi che il nostro target non è pronto o non è “fertile” a questo tipo di iniziative. Per questo credo che si debba investire nella cultura, nell’istruzione, nella ricerca. Dotare le scuole di pc (funzionanti) e rendere l’”informatica” una materia portante non significa perdere tempo e risorse, bensì vuol dire preparare una nuova generazione a prendere confidenza con strumenti con un valore aggiunto superiore.
D) Che cosa abbiamo in Italia che ci permette di creare idee competitive? Quali sono i vostri quid?
R) Creatività, passione e alcune aree di eccellenza (sempre meno purtroppo). Il nostro quid è sicuramente la volontà di innovare continuamente. Sviluppando la piattaforma e gli altri servizi internamente abbiamo grande flessibilità e velocità di “messa online”. Inoltre gestendo una rete di imprese troviamo quasi sempre dei fornitori efficienti e di qualità, pronti a collaborare con noi.
D) Fai un appello. Che sia qualcosa che vuoi chiedere, come soldi o aiuto, oppure qualcosa che vuoi dire, come mandare tutti a quel paese oppure benedire tutti quanti.
R) Peace and Love! Letteralmente. Ovviamente mi rivolgo alla classe dirigente, a furia di litigare siamo praticamente un paese in autogestione da due anni. Sarebbe ora di scrivere un piano industriale di prospettiva, un piano energetico che non preveda blackout ogni anno, un piano ambientale che salvaguardi la salute dei cittadini. Richieste banali che ci farebbero vivere meglio, rilancerebbero l’occupazione e ci renderebbero più simili ad un paese normale.
Di seguito i riferimenti online per saperne di più, e grazie a Marco
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