Ci sono alcune cose che sostengo da sempre con forza: sostengo la magia dirompente delle #magnifiche, ad esempio, ma non stiamo parlando di questo adesso. Sostengo che la condivisione è meglio delle competizione che la competizione sfrenata ci ha portato al mondo meschino in cui viviamo, e sostengo anche da sempre che il possedere le cose è da perdenti.
Mi spiego meglio: perchè debbo possedere uno yacht quando posso usare uno yacht? Il possesso, in se, è la finalizzazione dell’utilizzo, nel senso che il possesso è il mezzo e l’utilizzo il fine.
Quindi perchè non passare direttamente al fine senza passare per il mezzo? E’ quello che ho chiesto a Rachel Hentsch.
D) Ciao Rachel e grazie per il tuo tempo. Vuoi fare una tua breve presentazione e dirci che ruolo occupi nel progetto?
R) Grazie a te Rudy, mi chiamo Rachel Hentsch e sono il Community Development Manager di useit. Useit e’ la prima (e per ora unica) piattaforma italiana di condivisione di beni, servizi, case o spazi fisici tra privati ed a commissione zero. Useit e’ un portale internet di noleggio tra privati che consente di attivare un maggiore utilizzo delle nostre risorse individuali (beni, competenze e spazi) e di passare dal concetto di possesso a quello di reale utilizzo.
D) A quali domande rispondete? Dacci dei perché. Spiega in modo semplice di cosa si tratta, come se lo dovessi spiegare ad un anziano… come me.
R) In fondo rispondiamo ad una domanda semplicissima: “perché possedere tanti oggetti che vengono utilizzati raramente?”. Ogni volta che un oggetto è riposto in una credenza o in box diventa dormiente. Secondo una recente analisi, in ciascuna casa dei paesi industrializzati c’è un patrimonio di circa 3000 dollari inutilizzato. Noi vogliamo offrire un modo per risvegliare questo patrimonio noleggiandolo all’interno della community e quindi garantendo un guadagno a chi dà in noleggio e un risparmio a chi noleggia invece di comprare. Il sottoprodotto, forse neanche troppo sotto, è lo sviluppo di relazioni personali con persone interessanti che condividono hobby e modelli valoriali. Ovviamente, si crea un modello di “consumo” più efficiente in termini di sostenibilità ambientale e di relazioni interpersonali.
D) A chi vi rivolgete?
R) Il nostro è un modello C-2-C (consumer to consumer) in cui le persone entrano in contatto con altre persone per soddisfare le reciproche esigenze. Quindi, il nostro target è fatto di persone attive – indipendentemente dal dato anagrafico – che vogliano moltiplicare le proprie possibilità di fruizione di beni e servizi attraverso la logica del noleggio tra privati. Non ci nascondiamo che la nostra comunità potrà essere anche il luogo in cui le aziende vogliano lanciare i propri prodotti innovativi con una logica try & buy, ma in questa fase il nostro primo target sono le persone che hanno consapevolezza che possedere un oggetto che si usa saltuariamente è uno spreco di denaro e di spazio.
D) In che modo veicolate il progetto? Avete un piano di ADV, con il passaparola, con i piccioni viaggiatori? Come fate sapere al mondo che esistete?
R) Abbiamo diverse logiche di propagazione. Sicuramente, l’utilizzo del social marketing è chiave per acquisire visibilità sul web attraverso i diversi social su cui siamo presenti, facebook, twitter, vimeo, youtube. In parallelo, cerchiamo di dare un volto reale ad useit attraverso la figura degli ambasciatori che sono delle bandiere che in diverse città chiave sono operativi per presentare il modello di useit all’interno delle proprie cerchie. Infine, stiamo cercando di sviluppare logiche di partnership con community già presenti, sia nel mondo virtuale che in quello reale, con un rapporto di tipo win-win.
D) Chi fa parte della partita? Quanti siete, chi siete e come siete strutturati? No, non sono della DIGOS ;)
R) Siamo una realtà abbastanza piccola intorno a cui ruotano diversi stakeholder, dai soci fondatori – con esperienze variegate nel mondo dell’ICT e della consulenza manageriale – al fondo di venture capital che ha creduto nell’iniziativa e ad altri soggetti che sono stati progressivamente “imbarcati” nel progetto.
D) Presumo avrete intenzione di guadagnare dal vostro lavoro di intelletto: se sl da quando? E in che modo?
R) Senza ipocrisie, siamo una impresa e come tale a fine di lucro. Le nostre revenue share dipendono dal ciclo di gestione degli u-coin, il mezzo di regolazione degli scambi, e dalla pubblicità che attiveremo sul sito, con precise regole di esclusione di prodotti/servizi che non rappresentano la nostra visione valoriale.
Ci piace sottolineare che useit è una community in cui sui noleggi non è percepita alcuna commissione.
Inoltre, crediamo fortemente nel concetto di condivisione, per cui una quota degli sperati utili sarà restituita alla community come finanziamento di progetti imprenditoriali scelti dagli stessi utenti.
D) Che cosa manca in Italia per poter sviluppare idee competitive?
R) E’ una domanda pericolosa. Nella nostra opinione, dobbiamo adottare una strategia “zero alibi”, focalizzandoci su quello che c’è piuttosto su quello che non c’è. A nostro parere, le idee ci sono e ci sono competenze per portarle avanti, dobbiamo solo scardinare le ingessature di sistema e la cultura della “deresponsabilizzazione”. Crediamo che in ogni sistema ci sia un portato di vincoli, fare impresa significa saperli gestire, noi ci stiamo provando.
D) Che cosa abbiamo in Italia che ci permette di creare idee competitive? Quali sono i vostri quid?
R) Abbiamo di nuovo bisogno. Ogni crisi è portatrice di una spaccatura che libera energie. Questa crisi ha fatto tramontare la prospettiva del posto di lavoro fisso e ha posto le persone di valore di fronte ad una domanda: “e adesso?” Ognuno ha dato le proprie risposte, senza approcci darwinistici: alcune risposte sono fonte di ispirazione imprenditoriale.
D) Fai un appello. Che sia qualcosa che vuoi chiedere, come soldi o aiuto, oppure qualcosa che vuoi dire, come mandare tutti a quel paese oppure benedire tutti quanti.
R) Nessun appello in particolare. Non crediamo nelle richieste, crediamo nella movimentazione delle energie. L’unica nostra esigenza è che le persone superino i paradigmi e partecipino. Se aspetti sempre che ci sia un primo a partecipare, l’innovazione sociale non parte. L’innovazione sociale non è fatta di primi e secondi, è abilitata da una collettività di “primi” che si muove insieme. Noi abbiamo bisogno che tutti si sentano “primi” nel coltivare un modello di consumo più efficiente.
Di seguito i riferimenti online per saperne di più, e grazie a Rachel.
sito web: https://www.useit.it
Facebook: https://www.facebook.com/useit.it
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC6vgVX3nsB5pT1nOI51VSjg
Vimeo: http://vimeo.com/useitit
Twitter: @_useit_
Mail: social@useit.it
Se vuoi proporre la tua idea o progetto o startup o quello che hai in testa, leggi la pagina con le modalit` ed il semplice regolamento di #innovazioneitalia