Esiste una differenza sostanziale tra libertà di parola e offesa, ma spesso nascondiamo le nostre provocazioni e le nostre offese dietro alla libertà di parola o di azione.
In Texas è successo esattamente questo: una xenofoba conclamata, “non gradita in Gran Bretagna” per capirci, offensiva da sempre verso tutto l’Islam e tutti i mussulmani, ha organizzato una gara di vignette su Maometto, cosa considerata dai mussulmani un peccato gravissimo.
E’ libertà di parola o provocazione? O addirittura offesa?
Si sono generate reazioni incontrollate, intollerabili ma auspicabili.
Quando si ha a che fare con persone irragionevoli e ci si comporta in modo irragionevole non si sta esercitando un diritto.
Tutto questo, nell’uso dei social ci deve fare molto riflettere: ogni volta che scriviamo qualcosa stiamo generando delle reazioni, che quando va bene sono di avallo, quando va male sono uguali e contrarie e quando va malissimo… sono casini.
Tutti abbiamo la responsabilità di pensare MOLTO prima di scrivere qualcosa.
E’ un dovere, non un diritto.
C'è una grossa differenza tra libertà di parola e provocazione, e offesa: la libertà di parola è tale anche in base alla contestualizzazione. Quello che è successo in #Texas ne è una prova e con i social abbiamo la RESPONSABILITÀ di tenerne conto.#Video #divanONE
Posted by Rudy Bandiera on Martedì 5 maggio 2015
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