Facciamo un breve percorso per capire la direzione che abbiamo preso e il perché l’abbiamo presa, un piccolo salto nel passato che ci proietta nel futuro… come una fionda temporale.
In principio era il Simmione. Si si, ho scritto proprio il Simmione, ovvero una grande scimmia che a Darwin piacerebbe molto e che, di fatto, è stato il nostro progenitore. Simmione è la ferrarizzazione di Scimmione che è la volgarizzazione di grande scimmia, per capirci.
Il scimmione vede le cose con gli occhi, le elabora con semplicità e le riporta con altrettanta semplicità sui muri delle caverne in cui vive.
Il scimmione è stato il primo storyteller della storia, il primo, narratore, il primo cantastorie.
Poi vennero le grandi civiltà antiche, dai sumeri con la loro scrittura cuneiforme, arrivando a egizi, greci e romani con i loro papiri, la loro argilla, le loro statue, i loro templi e la loro comunicazione propagandistica e religiosa.
La comunicazione, e quindi il messaggio, è statica, stabile, asservita al potere perché solo il potere possiede i mezzi per comunicare: solo in pochi, ricchi, potenti e religiosi sanno leggere e scrivere, solo loro detengono il potere comunicativo e solo loro lo possono esercitare.
Poi arriva Gutenberg, e li tutto cambia: tra il Simmione e Gutenberg ne è passata un bel po’ di acqua sotto ai ponti, ma quello che è importante capire è che dal disegno dentro a una grotta, si è passati a una comunicazione passatemi il termine, filo-governativa, e si è arrivati al tedescone che è stato in grado di rendere la comunicazione di massa.
Dopo Gutenberg tutti possono avere accesso a tutto.
Poi, attenzione…. si attenzione perché le cose cambiano di nuovo, come dallo Simmione agli egizi e in modo del tutto sconcertante.
Nasce Internet e in pochi anni avviene una rivoluzione che non è mai stata nemmeno immaginata, o ipotizzata o addirittura ventilata.
In pochissimi anni di nuovo cambia il mondo e nel modo più capillare, profondo, stupefacente e totalizzante che si possa immaginare.
Il mondo si trova connesso, ogni persona con ogni persona, le distanze si annichiliscono, scompaiono insieme all’importanza della fisicità e della presenza.
Si passa dal mondo del possesso al mondo dell’accesso, un mondo fatto di beni immateriali, servizi e opportunità condivise.
SBAM! Il mondo come non è mai stato prima. Una botta incredibile, un colpo straordinario semplicemente a tutto perché la produzione dei contenuti e la distribuzione degli stessi non è più solo di qualcuno ma di tutti.
Tutti possono produrre contenuti, tutti possono arrivare a tutti. Tutto possono leggere tutto… con un limite: il lag.
Il lag, la latenza, il tempo che intercorre dalla produzione di contenuti alla messa online degli stessi è l’unico muro, l’unico ostacolo rimasto al raggiungimento della contemporaneità PURA, a quella che sul serio possiamo definire “vita in diretta”.
Fino a oggi, fino a Periscope… e qui di nuovo il paradigma della comunicazione cambia. Di nuovo.
Oggi possiamo mandare quello che viviamo in diretta agli altri, in una sorta di contemporaneità totale e condivisione completa di esperienze. Una contemporaneità esperienziale che ci rende ancora più connessi, che rende le nostre vite multiple, vissute sopvapposte alle altre, insieme alle altre. Fuse con le altre.
Siamo un organismo sempre più unico, una mente collettiva che farebbe paura persino ai Borg:
Periscope è più di un’App, è la stratificazione delle esistenze di tutti, in tempo reale, le une sulle altre.
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