Noi siamo la proiezione che diamo di noi stessi e gli altri, tutti gli altri, hanno una percezione di noi diversa tra loro:
io sono come mi vedo e mi sento ma gli altri mi vedono e mi sentono in un modo diverso tra loro e anche da quello che vedo e sento io.
Noi, tutti noi, costruiamo un personaggio che chiamiamo “io” ma non è detto che questo personaggio sia uguale al di fuori di noi. Di fatto, voi vi vedete in modo sbagliato o in ogni caso diverso rispetto a come vi vedono gli altri.
Tutti noi siamo Vitangelo, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello e tutti noi cerchiamo la nostra identità, sondando quello che siamo e quello che saremo, per capire DAVVERO che cosa siamo ma non solo, per capire davvero come e dove poter cambiare.
Non è dtto che l’immagine che abbiamo di noi sia la proiezione che diamo di noi e non è detto che questa proiezione sia “bella”, quindi, dobbiamo capire quale sia questa proiezione e se necessario, cambiarla.
Capire cosa pensano gli altri è IMPORTANTISSIMO poi sta a noi discriminare e decidere cosa cambiare e cose no, ma quello che è certo è che non possiamo restare immobili.
La scorsa settimana ho girato un video in auto, mentre stavo andando in università a tenere gli esami. Il video era il seguente:
L’uso DEFINITIVO dei gruppi whatsapp!
Pubblicato da Rudy Bandiera su Giovedì 25 febbraio 2016
Va detto subito che parlare con il viva voce in auto NON è vietato: ci sono decimillaia di format in cui persone parlando guidando, da sole oppure no, quindi non è una cosa illegale o folle.
Ovviamente il video, parlando di un a cosa molto popolare come Whatsapp, ha avuto un buon successo di visualizzazioni e di ingaggio, ma poi mi è arrivato un messaggio privato dall’amico Facebook Gabriele Carboni (già il fatto che fosse privato è molto apprezzato) con scritto:
Ti volevo far notare che fare dei video mentre guidi, sebbene il cellulare sia montato su un supporto, ti distrae dalla guida. Questo è potenzialmente pericoloso per te, e per gli altri. Ma non è per questo che te lo faccio notare. Il fatto di essere molto seguito ti responsabilizza, per alcuni sei un modello da seguire. Non tutti quelli che ti seguono sono intelligenti come te, oppure così accorti o abili da poter guidare e contemporaneamente rivolgersi a uno schermo e parlare.
Quindi secondo me dovresti evitare. My2cents.
Io gli ho risposto questo:
Grazie caro! Ne faccio tesoro
in effetti penso sia pericoloso esattamente quanto parlare al telefono in viva voce, anzi ne sono certo, ma capisco il tuo punto di vista. Ci rifletto.
E ci ho riflettuto. In effetti non si tratta di pericolo, non penso sia quello il punto, trovo sia più pericoloso parlare con una persona seduta di fianco, più distraente.
Il punto è che “Il fatto di essere molto seguito ti responsabilizza”. Questo è il punto centrale.
Allora mi sono detto “si ma non è pericoloso. Non è reato. In molti lo fanno“. Si, ma non si tratta se in molti lo fanno, si tratta se lo voglio fare io a prescindere dagli altri. Si tratta di quale immagine io voglia dare di me.
E ho deciso di non farlo più.
Il giorno dopo gli ho risposto:
Ci ho riflettuto assai. Hai ragione. Grazie per avermi dato questo utile input, davvero. Basta video alla guida. Un abbraccio!
Pochi giorni prima una “ex studentessa”ad un mio master, mi scrive che ha comprato il mio libro sulle 42 Leggi e che ha alte aspettative. Una cosa abbastanza consueta, in effetti. Non che le persone abbiano aspettative in me, ma il fatto che ovviamente se compri un libro e lo paghi, ti aspetti molto.
Quindi io rispondo che tengo al suo giudizio e che attendo il suddetto.
Un paio di giorni dopo mi scrive:
Mi piace il tuo libro. Primo perché mi ha fatto cambiare idea su di te. E poi perché se tutti i libri si leggessero con lo stesso entusiasmo che ho provato io nel leggerti, sicuramente il livello di cultura generale subirebbe un’impennata.
Ecco, qua io mi sono incasinato. Bene, per il libro, felice, che le sia piaciuto il libro ma… quel “mi ha fatto cambiare idea su di te” mi ha incasinato.
Quindi le chiedo, se le va di rispondere, che cosa pensasse PRIMA di me e che cosa l’ha fatta cambiare idea… e anche cosa pensa adesso, in effetti.
Lei:
Pensavo che fossi un montato.
Dalla prima volta che avevo assistito a un tuo intervento e poi rivedendoti al master, avevo notato che il Rudy Personaggio aveva avuto la meglio sul Rudy Ragazzo di provincia, quello autentico e che tanto piace alle persone.
Non avevo comprato il tuo libro proprio per questo. Poi sono stata a Seo&Love (omissis).
E poi ancora volevo fare un regalo ad un amico e mentre compravo il libro di Scandellari, ho aggiunto al carrello anche il tuo.
Una possibilità di rivedere impressioni del tutto soggettive deve sempre essere data.
E mentre ti leggevo ti vedevo, mi sembrava di sentirti dal vivo.
Solo chi è dotato di forte sensibilità può scrivere certe cose, perché le ha sapute cogliere.
E tu sei questo probabilmente. Intelletto, sensibilità e oggi credo anche responsabilità da dover gestire, quella che io avevo erroneamente confuso con boria.
Questa cosa mi ha fatto esplodere un insieme di riflessioni enormi, al galoppo. Mi sono ritrovato a ragionare su molte cose ma in particolare su due domande “come mai qualcuno mi vede come un montato?” e l’altra “sono un montato?“.
Si perché se ti vedono in un modo diverso da quello che pensi di essere tu non vuol dire che sia tu ad avere ragione
a vedere la cosa giusta. Quindi è sempre bene usare l’introspezione e lavorare su se stessi, con sincerità maxima, con tutta la trasparenza e l’onestà intellettuale possibile.
Così ho risposto:
Quella del “montato” è una cosa che mi succede, non sei la prima. La cosa esce abbastanza spesso, o in ogni caso me la dicono in riferimento ai video che faccio, ma penso che sia dovuto al fatto che le persone davanti alla macchina da presa si terrorizzano e io no, io tendo all’esaltazione. Quindi, visto che la media è insicura e tremula, io risulto un montato o borioso o colui che vuole fare credere che ha la verità in tasca ma in realtà è dovuto a una abitudine abbattuta verso il basso. (quindi questa è una cosa di me che NON voglio modificare)
Poi di solito, vedendo i miei interventi o le mie lezioni, le persone che mi credevano un montato cambiano idea… ecco perché questo tuo messaggio mi ha colpito… perché tu hai mantenuto questa impressione su di me anche dopo avermi conosciuto ed è questo che non capisco e un po’ mi turba. Evidentemente qualcosa in me traspare “male” ed è qualcosa su cui lavorerò visto che non credo di essere un montato.
Il libro… il mio libro a mio parere ha una cosa sbagliata: il titolo.
Non lo dovevo chiamare così, non rappresenta in pieno quello che c’è scritto dentro, non rappresenta quello che volevo dire io. E’ bellissimo, sia il titolo che il libro, ma l’abbinamento è sbagliato.
Ovviamente prima di pubblicare queste conversazioni ho chiesto agli interessati eh :)
In un post di qualche mese fa dal titolo “Online dobbiamo costruire un personaggio o essere noi stessi?” scrivevo che più il nostro personaggio è distante dal nostro vero essere più saremo dissonanti, stonati e finti.
Quindi, tornando alla domanda “Dobbiamo costruire un personaggio o essere noi stessi?” possiamo ben dire che la domanda è mal posta.
In realtà tutti costruiamo un personaggio ma il punto è che deve essere più aderente possibile a come siamo noi davvero. Non a quello che pensiamo di essere, ma a quello che siamo in realtà.
La vera difficoltà sta nell’essere abbastanza maturi da capire le critiche, da capire che gli altri non ci possono vedere come vorremmo o come ci vediamo noi e dobbiamo essere abbastanza forti per cambiare noi stessi quando è necessario farlo. Non dobbiamo cambiare per forza o rimanere uguali a noi stessi costantemente ma dobbiamo ascoltare, discriminare e reagire.
Cambiare troppo è incoerenza e plastica futilità, non cambiare mai è ottusa testardaggine.
Costruisci un personaggio, perchè è del tutto impossibile non farlo, ma rendilo il più possibile affine a te stesso. “Sii te stesso” è troppo, vacci il più vicino possibile e cerca di fare trasparire esattamente quello che sei, quello che vorresti essere. Non ti fare incanalare in situazioni non tue, non vivere condizioni non tue. Rimanere se stessi è legato al paradosso del cambiamento: per cambiare bisogna cambiare.
Sei pronto a essere te stesso e contemporaneamente pronto a cambiare?
#SiateFiki
PS: nella foto sono in posa da montato quando Microsoft mi mandò ad Abu Dhabi per la presentazione dei nuovi Nokia…. montato per montato meglio darci dentro!