Articolo di Andrea Girardi, per la categoria Ospitate, nel quale ci parla della fusione ormai quasi totale tra mondo reale e digitale, riportando un esempio e un parallelismo molto interessante.
Perché devo cercare su Google quando posso chiedere sui social direttamente alle persone?
Lascio la parola ad Andrea:
La rete… ah (sospiro) la rete! Il WEB! Questa incredibile invenzione che ormai è entrata nelle nostre vite senza nemmeno chiedere il permesso. E più ancora la forza dirompente dei social network. Ce ne sono tanti, troppi forse per conoscerli tutti, ed ognuno con caratteristiche proprie.
Uno di questi, Twitter, ha dalla sua la velocità e la “conversazione”. Niente infatti è così rapido quanto questi messaggi di 140 caratteri. Al punto che spesso viene usato proprio come se si fosse nel mondo reale.
E allora ecco arrivare dotte citazioni e cretinate pazzesche, scambi di idee e prospettive su film, politica, salumi… senza soluzione di continuità.
Come essere in una piazza dove ognuno dice la sua e si formano coppie, quartetti, gruppi più o meno grandi che conversano
chiacchierano, ridono, si arrabbiano e quant’altro e si può ascoltare chi si vuole e intervenire così come avverrebbe in una piazza gremita per una festa.
Ma quanto sta diventando un appendice della realtà? Soprattutto la mia domanda è: quanto riusciamo a distinguere tra reale e virtuale nell’uso di questo strumento così vicino ad una reale chiacchierata?
Qualche giorno fa leggo di una ragazza che tramite Twitter chiede informazioni sui parcheggi di Genova.
Ora, fin qui niente di strano, non fosse che la richiesta viene fatta singolarmente a più profili, e per buona parte a soggetti con i quali non ha rapporti follower/following, ma tutti scelti con metodo: residenti in quel di Genova.
Qui la reazione quale dovrebbe essere? Si può ignorare la richiesta d’aiuto? Si può rispondere “non sono l’ufficio informazioni” – “Arrangiati” – “C’è google!” ….
Si può. Si può fare tutto in effetti, ma la domanda a questo punto è: ma se mentre cammini nella tua città si ferma un automobilista che viene da molto lontano e ti chiede un’indicazione, ancorché in modo educato e gentile, come reagisci?
Perché qui la cosa sta diventando la stessa: se ho bisogno di aiuto chiedo alla rete e Twitter è il sistema più rapido, virale e preciso.
Io potrei non avere contatti con nessuno a Parigi, ma scoprire qualche account di parigini è semplice.
So anch’io che una ricerca su Google è il modo migliore per trovare quanto mi serve, ma ben diverso è chiedere a qualcuno del posto se e quanto sia sicuro un quartiere, una via, un locale commerciale. Chi vive in una città ha un polso della situane ben diverso da quello che può essere trovato con google.
Io capisco che non siamo abituati a questo genere di richieste, ma siamo proprio sicuri che una reazione negativa o ignorare una richiesta di aiuto (perché di questo si tratta) così gentile e mirata (anche se ha utilizzato un app per generarla) sia accettabile solo perché c’è uno schermo di pixel in mezzo?
(il tw “incriminato” di @GiuliafBeninati )
” Ciao, sapreste dirmi dove #parcheggiare gratuitamente a #genova e se è sicuro lasciare la macchina tutto il week end? ”
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“Rischi e opportunità del Web 3.0”
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