L’immagine alle mie spalle è vera o create con l’AI? E la persona di fianco a me esiste?
C’è qualcosa di unico che si genera quando “gli umani” s’incontrano dal vivo, rispetto a quando si parlano solo online. La prima cosa è che le interazioni personali sono più significative quando sono presenti l’empatia ed il calore della “vicinanza”. Incontrare qualcuno di persona significa che si ha l’opportunità di scambiare opinioni, esprimere sentimenti, creare legami più profondi che possono andare oltre la “cristallizzata purezza” delle parole.
Un altro aspetto positivo dell’incontrare persone dal vivo è la comunicazione non verbale. L’uso della voce, dello sguardo, del sorriso e della postura rivela molti più particolari rispetto alla comunicazione limitata solo alle parole. Incontrare una persona di persona significa che avrete la possibilità di scoprirle meglio e di imparare a conoscerla in modo più reale e personale.
Per rispondere alla domanda del titolo sia lo sfondo della foto che l’amico Dario Ruglioni di fianco a me sono reali mentre il testo che avete appena letto l’ha scritto una intelligenza artificiale al mio posto, con solo qualche aggiustatina.
Il lavoro mi dà la possibilità di sperimentare e imparare di continuo, come durante questo evento in cui TeseCom ha messo a confronto diversi punti di vista sulla AI, da Microsoft, passando per Mondadori e arrivando al buon Rudy Bandiera.
Alla fine, quello che ha scritto la IA al mio posto è vero: ci sono alcune cose che con la tecnologia non si possono sostituire, quelle che io definisco “l’abbraccio e lo spritz”.
Il lavoro mi dà il privilegio di pranzare sotto alla Torre di Pisa e di dare valore a cose che a volte si sottovalutano: è ancora molto bello essere umani.