Psyco Intervista a Veronica Gentili. Di Francesca Ungaro.
Ciao splendida donna, accomodati come fossi a casa tua.
Bella, brava, verace come sono le donne che non temono l’invidia e accettano la competizione: non ti ho mai incontrata dal vivo, ma ti sento sempre come fossi di fianco a me.
Vorrei partire dalla domanda più difficile, per la quale potresti anche odiarmi, così poi abbiamo il tempo per fare la pace. Ricordati che vale la prima delle risposte che pensi, ancora prima di formularla in parole.
Ecco. Sei famosa per i Glisco Tip, “SMM, lo stai facendo nel modo sbagliato”, etc.
Senza voler entrare troppo nel campo lavorativo del tuo regno di Facebook, ti capita spesso anche di scrivere degli status che pelano di brutto. E questo ci sta, eh, perché sei toscana, non fai tanti giri di parole e sei particolarmente intelligente.
Mi dici, però, le prime 3 cose che proprio non tolleri tra tutte quelle che scrivi?
Pronta: non tollero le Pagina Facebook gestite come fossero una vetrina, le persone che ti invitano agli eventi che sono a 500 km da te – e non te ne frega una mazza – e le persone che ti chiedono di diventare fan di tutte le pagine che gestiscono – e sanno benissimo che non te ne frega una mazza -.
Oh, l’ho detto!
Grande!
Ho scoperto sul tuo sito, nella sezione Semplicemente Veronica, un sacco di parole bellissime su quello che ami e che sei.
Riporto un capoverso particolare:
Mi piacciono le persone che hanno un sacco di difetti e fanno un sacco di cose sbagliate, ma non hanno paura di raccontarsi e non hanno voglia di nascondersi
Raccontarsi.
La semplicità di un gesto che commuove, se ci pensiamo. Significa dire all’altro “Ho voglia che tu sappia chi sono, mi fido di te”. Anzi, meglio, mi affido a te.
Dote straordinaria, non pensi?
Dote meravigliosa, soprattutto se la vediamo come un percorso di crescita continua.
Mi racconto per comprendere meglio chi sono, come agisco, come evolvo.
Mi racconto perchè chi mi guarda e ascolta mi possa restituire un modo diverso di interpretarmi e capire chi sono.
Personalmente, ho trovato nei Social Network un luogo straordinario per fare di questo processo di auto-narrazione un’esperienza condivisa. Rimane, però, la domanda: quando il racconto di sè diventa iper-narrazione?
Quando si sfocia nell’egocentrismo malato?
Ti rispondo io, Veronica.
Penso che il confine tra il racconto utile a sè e agli altri e la narrazione egocentrica stia nel concetto di condivisibilità.
Se la mia esperienza e il mio percorso possono essere compresi, condivisi, magari anche stimolare un confronto e un arricchimento, non si scade mai.
Fatto è che, purtroppo, si tratta di un confine estremamente sottile.
Tra i moltissimi interessi che hai avuto crescendo e studiando, ripeti più volte Psicologia. Non ti bastava, però, vero? Sai raccontarmi il perché?
Sì, da piccola volevo fare la Psicologa, ma volevo anche fare il lavoro di mio padre che tanto mi affascinava: il consulente in Marketing e Comunicazione.
Alla fine ho studiato e mi sono specializzata in Media e Comunicazione, ma Psicologia e Neuroscienze rimangono una passione molto grande per me.
Sempre nella tua pagina Semplicemente Veronica, ti definisci
solare, espansiva, estroversa, curiosa di tutto e anche“ossessivamente pensante”, roba che mi ha creato nel tempo non poche noie
Hai voglia di rivelarci la peggiore delle noie che ti ha comportato questo lato del tuo carattere?
Per aiutarti posso dire che io sapevo fin dai miei 9 anni che avrei fatto la psicologa, per cui ho rotto le palle non poco fino all’Università.
Ho sempre pensato tanto, troppo.
Se questa è una qualità, perché ti permette di comprendere ciò che accade con maggiore profondità, dall’altro è una condanna. Si finisce per non vivere il qui e ora, passare il tempo a riflettere su qualcosa che è già passato, rimuginarci sopra.
A un certo punto, ho capito che dovevo trovare la misura giusta, quella che ti permette di comprendere e studiare in profondità ciò che hai intorno, ma, al tempo stesso, capire quando è l’ora di spegnere il cervello e semplicemente vivere.
Ecco, questo è un dono che mi sono fatta con il tempo.
E’ un dono fantastico, Veronica! Ci vogliono davvero intelligenza e raro equilibrio.
Sei giovanissima e potresti girare il mondo, sempre che una maremmana abbia voglia di girarlo il mondo. In che posto potresti andare a vivere, però, se non fossi toscana doc?
Londra, credo, o comunque l’Inghilterra.
Ho scelto, però, di vivere nella mia terra, la Maremma Toscana, perchè mi muovo e viaggio molto per lavoro. E adoro veramente la sensazione di tornare qui e sentirmi davvero “a casa”.
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