Stesso giorno, stesso giornale: da un lato il prof che molla l’università per seguire “solo” il proprio canale YouTube e dall’altra parte l’influencer che va a “raccontarsi” a un master universitario.
Follia?
Per Coletti dal 2020 è stata una scalata fulminea su YouTube, che si è trasformato in un vero e proprio lavoro. Il canale, dove parla di finanza, ha 70 mila iscritti e ogni video conta decine, centinaia di migliaia di visualizzazioni. Non roba da poco.
De Lellis in Sda Bocconi, la business school di quella Milano che non dorme mai e che ha deciso di invitare una influencer-imprenditrice di 28 anni a spiegare il suo mondo al master in Fashion, Experience & Design Management. La lezione esclusiva per gli studenti del corso è una di quelle lezioni che non ti aspetti.
Posso immaginare cosa si potrebbe pensare, ovvero “ma se hai un lavoro sicuro e dignitoso come il prof come mai ti metti a fare il pagliaccio su YouTube?” o, viceversa “con tutte le brave persone e gli esempi virtuosi che ci sono, proprio una influencer devono chiamare in Bocconi?”: tuttavia, sono semplici segni dei tempi che viviamo e, per fortuna, il frutto della scelta personale e del libero arbitrio.
Coletti dice che nel 2026 scadrà il contratto con l’università e a quel punto si dedicherà a tempo pieno a fare lo youtuber anche per avere più tempo da dedicare a sé stesso. Nobile, direi.
De Lellis invece è seguita su Instagram da 5,3 milioni di persone e più di un milione tra TikTok e YouTube. L’audience settimanale stimata è 7 milioni di utenti e ha fondato un’azienda di beauty che oggi ha 12 dipendenti. Non sono cose che s’improvvisano.
Sono due persone che, in modo diametralmente opposto, hanno fatto delle scelte di lavoro e di vita che li hanno portati a delle conclusioni su di loro, il loro tempo e il loro futuro.
C’è un’idea di fondo che riguarda i social: chiunque, facendo qualsiasi assurdità, può guadagnare milioni. Ovviamente non è vero, ma c’è chi continua a ripeterlo, prendendo in giro chi ci crede indignandosi o illudendo chi insegue sogni impossibili.
Quindi, da parte mia, bravi Giulia e Paolo!