Si parla un sacco di pluralismo dell’informazione e si parla un sacco del fatto che i social network stimolano il confronto, il dibattito e l’apertura mentale.
Perché questo? Perché il fatto di essere luoghi deputati alle “chiacchiere” più o meno approfondite ed essendo luoghi virtuali frequentati da moltissime persone, si presume che il terreno sia estremamente fertile per tutto quello che riguarda il confronto e l’accrescimento personale.
Si presume…
Come funziona l’algoritmo di Facebook, quel coso che permette a tutti noi di vedere i contenuti delle altre persone? Come gira questo Edgerank che alcuni dicono non si chiami più così ma che io chiamo ancora così almeno per convenzione?
Il funzionamento dell’algoritmo cosiddetto relazionale è, nei suo principi sociali, piuttosto semplice. Facebook premia le relazioni, ovvero più io interagisco con te più tu vedrai i miei contenuti più io vedrò i tuoi e quindi di nuovo interagiremo. Una sorta di circolo virtuoso.
Dice Wikipedia:
L’algoritmo assegna un valore ad ogni interazione che avviene tra ricevente e mittente di un messaggio. Più il ricevente ha interagito con il mittente in passato, maggiori saranno le probabilità che il post del mittente venga visualizzato tra le Notizie Più Popolari del ricevente.
Ora, se questo è vero, è sociale e tendenzialmente è anche giusto, dobbiamo però pensare al rovescio della medaglia: Facebook NON premia dibattito diversificato ma la standardizzazione degli argomenti, quindi non il pluralismo.
Seguitemi: se io sono un nazista, parlo con persone naziste come me, metto loro like, commento e discuto. Ai comunisti non metterò certo dei like e non commenterò per non essere inquinato dalle loro notifiche con il risultato che, in breve, sarò circondato solo da persone come me, solo da nazisti.
Questo vale per tutto e per tutti: di fatto ognuno di noi si circonda “algoritmicamente” di persone affini
di pensiero simile, di ideologie e ragionamenti aderenti. In pratica di persone confortevoli che NON suscitano il dibattito.
Ora, anche nella vita si tende ad avvicinarsi e a rimanere vicini e amici a persone simili a noi, ma online si è sempre vissuta la percezione contraria ovvero che grazie al grande numero di persone ci fosse la possibilità di vedere tutto e il contrario di tutto.
Il mio amico Nicola Brina una volta mi disse “Internet è bellissimo perchè trovi tutto, Internet è bruttissimo perchè trovi tutto”. Si, ma solo se lo cerchi, questo tutto.
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