Bill Gates nel 1998 a un gruppo di studenti dell’università di Washington
“Ogni anno in Cina si vendono tre milioni di computer, ma la gente non paga il nostro software. Un giorno lo faranno, però: e finché continuano a rubare noi vogliamo che rubino i nostri prodotti, non quelli degli altri. Ne diventeranno dipendenti, e poi nel prossimo decennio, in qualche modo, scopriremo come incassare i soldi”
Bill Gates, nel 1998, aveva già capito una cosa fondamentale: il vero potere non sta solo nel vendere un prodotto, ma nel creare dipendenza da esso. E questo, signore e signori, è uno dei pilastri del capitalismo moderno.
Il modello di business che emerge da questa frase è chiarissimo: non conta il guadagno immediato, conta il posizionamento strategico. Se le persone iniziano a usare il tuo prodotto, nel lungo periodo diventerà uno standard de facto. E quando qualcosa diventa uno standard de facto monetizzarlo diventa quasi inevitabile.
Gates sapeva che non avrebbero pagato subito per Windows. Ma se tutti avessero iniziato a usare il suo sistema operativo, col tempo sarebbero rimasti incastrati in quell’ecosistema. Avrebbero imparato ad usarlo, lo avrebbero installato nei loro uffici, nelle scuole, nelle aziende. E poi, quando l’infrastruttura informatica sarebbe stata completamente basata su Windows… BAM! Sarebbe arrivato il momento di monetizzare.
Questa strategia è la stessa che vediamo ancora oggi con i modelli freemium: ti do il mio servizio gratis, ti abitui, lo integri nella tua vita o nel tuo lavoro, e poi quando hai bisogno delle funzioni avanzate o quando diventi professionista, la festa finisce.
E il punto è proprio questo: chi pensa solo al guadagno immediato perde e questo vale anche per il tuo posizionamento personale.
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