Se diamo per scontato il fatto che il mondo nel 2020 esisterà ancora e non sarà spazzato via nel 2012 dalla fine del calendario Maya, da Obama anticristo e dal CERN ed il suo buco nero, allora dobbiamo anche poter fare previsioni sul “come saremo”.
Le previsioni sono rassicuranti da un lato, e raccapriccianti da un altro: se si pensa alla nostra vita da un lato informatico-tecnologico, sarà un successone!
Saremo tutti iperconnessi e le informazioni saranno raggiungibile da chiunque in qualunque momento grazie alla mobilità dei sistemi che diverranno i veri fautori della rivoluzione “Web 3.0“.
Dall’altra parte, la mancanza (o la diminuzione) di privacy e l’assottigliarsi del confine tra lavoro e tempo libero, porteranno gran parte delle popolazione ad uno stato di malessere e depressione:
“Sempre più a portata di mano e sempre meno legata a dispositivi ingombranti, Internet ci accompagnerà per tutto l’arco della giornata, anche fuori casa (…) Con l’inserimento della connettività in ogni singola parte del quotidiano andrà svanendo anche la differenziazione tra l’orario di lavoro e quello dedicato alla propria individualità. Se da un lato si avrà maggior libertà, flessibilità e praticità nella nostra “vita digitale”, dall’altro è conseguenza inevitabile un più largo malessere sociale dato dalla totale invasione della privacy” pctuner.net
Ora, sempre mantenendo fermo il concetto che nel 2020 la razza umana sarà ancora su questo pianeta, è forse il caso di iniziare a darsi delle norme, etiche e lavorative, che possano salvaguardare una popolazione che non è pronta ad una serie di cambiamenti così veloci e drastici.
Insomma, ci dovremo riorganizzare per sopravvivere a noi stessi.
la differenza tra l’orario di lavoro e la vita privata è stata cancellata da un pezzo. con facebook ad esempio facciamo finta di lavorare e intanto ci facciamo gli affari degli altri tutto il giorno, mentre loro si fanno i nostri. poi, quando non siamo impegnati nella pausa caffè, abbiamo sempre skype, l’email personale e gli sms che ci tengono occupati. alcuni addirittura gestiscono network di blog e lo spacciano per un lavoro :-)
si certo, vallo a dire agli operai delle fabbriche… ;-)