L’autore giapponese di “The ring” e “Spiral” ci riprova con questo libro dal titolo affascinante: “Loop”. Poteva sinceramente evitare.
“Kaoru Futami è un giovane particolarmente sveglio. Figlio di uno scienziato che da giovane si era occupato del progetto Loop, Kaoru mette a frutto le sue doti interessandosi di anomalie gravitazionali e siti di longevità.
Ma quando suo padre si ammala di una misteriosa forma di cancro, che affligge un numero sempre maggiore di persone in Giappone, Kaoru si trova di fronte a un enigma che sembra sfidare le sue capacità di raziocinio.”
La lettura è cervellotica e complessa, ma non complessa in quanto lo sia la trama (che rimane forse l’unica cosa degna di nota) ma complessa perchè macchinosa. Il protagonista, a fine libro, risulta persino essere antipatico agli occhi del lettore e se non si è esperti in genetica è difficile capire come si possa trovare intrigante e “commestibile” un libro come questo.
Giocato su delle curiose ipotesi di realtà virtuali alla Matrix, la storia si inerpica su congetture che, seppur affascinanti, vengono snocciolate con monocorde mediocrità narrativa. Da NON leggere.
Cervellotico, macchinoso, intrigante, genetico e giapponese.