Il governo italiano, come richiesto da una sentenza della Corte di giustizia europea, ha presentato alla Ue un piano per un aumento graduale dell’età pensionabile delle donne che lavorano nel pubblico impiego a partire dal 2010, per arrivare a quota 65 anni nel 2018.
Personalmente lo ritengo giustissimo anche se sono sicuro che mi prenderò tonnellate di improperi per questa mia presa di posizione “trasversale“.
Non vedo il perchè le donne debbano andare in pensione prima degli uomini e non l’ho mai capito: io sono per la parità tra uomo e donna. Parità.
Ricordo che quando facevo i turni in fonderia, primi anni 2000, per contratto nazionale le donne non POTEVANO fare il turno di notte in fabbrica.
Queste cose io francamente non le ho mai capite: alle done non deve, legalmente, essere impedito di fare nulla di meno di quello che hanno la possibilità di fare gli uomini.
Allo stesso modo devono avere gli stessi identici doveri.
Se la cosa vi interessa, a questo indirizzo http://goo.gl/G0J89z c’è un sondaggio che parla proprio di questa cosa delle pensioni.
PS: l’unica cosa che trovi discriminante è che il fatto venga abbinato solo al pubblico impiego: non è giusto.
Update 6 marzo ore 9.00
Dopo aver letto i commenti di Andrea e aver riflettuto ulteriormente dico: ma perchè non investire i soldi risparmiati dal “ritardo” pensionistico delle donne, in asili nido e strutture per bambini?
Così sia uomini che donne sarebbero allegeriti dal ruolo di genitori.
Probabilmente hai ragione, nel senso che non vedo perche’, non ci debba essere parita’, se non per le differenze fisiche tra uomo e donna evidenti, ed e’ per questo che dovrebbero abbassare l’eta’ pensionabile agli uomini, e non aumentare quella delle donne. 40 anni di lavoro sono piu’ che sufficienti e i 60 anni di eta’ idem. Ma tanto sono parole al vento…lavori una vita, e alla fine la prendi nel di dietro…piu’ allunghi l’eta’ pensionabile, piu’ probabilita’ hai di morire prima e addio contributi versati!!!!!!
temo che questa volta tu abbia terribilmente ragione…solo questa volta sappilo.
Che onore!!!!!
si ma per sbaglio: tu sei donna ed in quanto tale hai torto di default :-D
Ciao Rudy mi dispiace ma non sono d’accordo con tè visto che i nostri cervelloni non tengono conto che le donne lavorano il doppio,a casa e al lavoro se i nostri disonorevoli rapresentanti lavorasero 8 ore in fabbrica più altre 8 a casa sicuramente non le verrebbe in mente di proporre una stronzata del genere.
a me non dispiace andrea che tu non sia d’accordo con me: mi piace il dialogo e la tua è una posizione interessante…
sfido chiunque maschio a fare il lavoro doppio di una donna poi mi faccia sapere come la pensa in merito,qui non si tratta di parità tra i sessi ma di doppio lavoro .lavoro vero non quello virtuale dei dis onorevoli,alooooaaaaa.
andrea, ho aggiunto una postilla al post che riporto qua sotto: “Dopo aver letto i commenti di Andrea e aver riflettuto ulteriormente dico: ma perchè non investire i soldi risparmiati dal “ritardo” pensionistico delle donne, in asili nido e strutture per bambini?
Così sia uomini che donne sarebbero allegeriti dal ruolo di genitori.”
Supponendo che la parità sia un obiettivo da raggiungere, quello che fa terribilmente incazzare è che avrebbero potuto proporre di portare a 60 anni l’età pensionabile anche per gli uomini. No!?
Il problema è che i farabutti che ci governano le provano tutte per buggerarci. E impoverirci. Adesso ci sottraggono anche anni di vita, oltre ai soldi. I conti dell’INPS sarebbero in ATTIVO (!!) se sulle sue casse non gravasse anche l’assistenza! Ma questo non lo leggete e non lo leggerete mai sulla stampa di regime! Così si piluccano i nostri soldi e ci raacontano che “l’età media si alza”! Becchi e bastonati.
la seconda parte del tuo commento è intelligente e ragionevole…la prima è un sofismo pure :-)
Ritengo giusto che l’eta’ pensionabile uomini/donne sia equiparata per svariati motivi:
Le donne vivono di piu’.
La pensione percepita dalle donne sara’ piu’ bassa a 60 anni che non 65 (visto che utilizziamo il sistema contributivo)
Il ruolo delle donne sembra sminuito. In realta’ e’ cambiato, non sono piu’ solo fattrici di figli e casalinghe.
Andare in pensione prima non e’ un premio, anzi. Gia’ si lamentano dell’assenza di ruoli chiavi nelle industrie/societa’/politica, ecc. a causa delle assenza per maternita’/allattamento. 5 anni in meno di lavoro non faranno altro che allontanarle di piu’ dalle posizioni “alte”. Un dipendente, a parita’ di studi/esperienze a 50/55 anni ha l’esperienza necessaria per ricoprire ruoli “chiave”. L’azienda investira’ le risorse in un uomo che lavorera’ per altri 15 anni o in una donna che ne lavorera’ 10?
Trovo ingiusto che le donne debbano perdere certi diritti, se facciamo beni i conti una donna/lavoratrice fà il doppio lavoro che senso ha prorogare il lavoro fuori sino a 65 anni. Tra l’altro di lavori ne fa 2 nella sua vita se non 3. Un primo lavoro fuori casa è
riconosciuto con contributi, gli altri sono in nero: casaliga, badante, beby sitter, ecc.
Altro che pensione a 65 anni, le donne dovrebbero ricevere a sensant’anni 2 pensioni!!! Cari signori maschi cosa fareste senza di noi, la mogliettina o la madre che vi lava, vi stira, vi cucina, vi fa i figli, amministra il bilancio famigliare, vi porta a casa uno stipendio, ecc. ecc. – poi con l’utero facciamo continuare la specie umana.
La storia insegna che per millenni e secoli, le donne
“da voi” sono sempre state relegate a compiti secondari, nei posti di potere ci sono quasi tutti uomini si decide così così quello che va bene a voi ma anche quello che secondo voi è bene per noi. Cari signori politici del parlamento italiano e europeo
è ora di finirla. in campagna elettorale vi riempite la bocca di promesse con programmi di sostegno alle famiglie ma poi di fatto quasi tutto viene delegato alle donne, son ben
pochi i paesi con servizi adeguati perciò prima è bene fare le strutture e poi parliamo di pensioni a 65 anni. Giò