Ci sono alcune cose che dobbiamo superare, alcuni convincimenti culturali, tra cui il mito yuppie del “lavoro sempre” e del “ogni cosa è lavoro”.
Il lavorare e il lottare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati è certamente lodevole tuttavia non è un valore assoluto. Se la nostra vita è concentrata solo sul lavoro non siamo persone complete e nemmeno di successo ma individui incompleti.
Sui social dobbiamo raccontare la nostra professione per creare quello che quelli bravi definiscono un “buon personal branding”, ma se raccontiamo solo cosa facciamo non uscirà mai CHI SIAMO quindi non sarebbe personal branding ma pubblicità.
A parità di professionalità chi cerca qualcuno per un lavoro sceglierà chi gli è più compatibile e affine, a livello caratteriale e valoriale. In una parola, chi gli è più simpatico.
Ecco perché pubblico una foto dalle terme in un mercoledì qualsiasi, per dire “lavoro, certo, ma oggi sono un pigrone che ama stare sdraiato a leggere e dormicchiare tra un pranzo, uno spritz, un bagno e una cena con la propria compagna. Anche di mercoledì, quando possibile”.
So molte cose interessanti per il business, ho scritto 5 libri e fatto eventi in tutto il Paese, passando dallo stadio Olimpico al palazzetto Olimpico di Torino, dal Senato e dalla Camera, fino allo Juventus Stadium (due volte) ma questo è quello che faccio, non quello che sono.
Non tutti hanno il dovere di chiamare un Rudy Bandiera a presentare il proprio evento aziendale ma tutti hanno il diritto di sapere esattamente chi contattano mandando una mail a Rudy Bandiera.
Lavorare è da sfigati? No, ma lavorare solo e raccontarlo sempre si. Non nascondere la tua vita, le tue passioni, il tuo ozio.
Visto che sono cose rare, raccontale!