Siamo una colonia: siamo decisamente una colonia degli Stati Uniti come la Francia lo è stata di Roma ai tempi di Giulio Cesare. Non dico che sia una cosa positiva o negativa ma è semplicemente un fatto… anche se un po’ mi sta sulle palle.
Importiamo il loro orrido e malsano modo di mangiare, il loro cinema snobbando il nostro, i loro costumi come la festa di Halloween che fino a quale anno fa era “banalmente” chiamata ogni-santi, la loro cultura tutta ed ovviamente la loro lingua. Persino il nostro ridicolo governo ha dato un nome inglese ad un ministero, chiamando welfare quello che noi abbiamo sempre chiamato, molto chiaramente, Stato sociale.
Capisco che internet in primis, portino ad una internazionalizzazione dei linguaggi di tutto il mondo: parole come streeming non possono avere un corrispettivo italiano perchè sono nate in America insieme ad internet stesso, e quindi le accetto di buon grado. Ma noi italiani, provincialotti come al solito, secondo me tendiamo ad esagerare… non ha senso chiamare “roadmap” il piano di pace in Palestina e pronunciare “midia” la parola latina media. Ma dai non si può!
Incollo sotto una serie di parole inglesi di uso corrente, che adoperiamo tutti i giorni per identificare cose che hanno un nome preciso anche nella nostra lingua: (http://assente.vega9.com/it/litaliano_non_piace_agli_italiani)
account = conto (in senso di internet e non bancario, chissà perchè)
background = sfondo, scenario(che è usato in inglese!!)
backstage = dietro le quinte (effettivamente è più comodo)
banner = cartellone pubblicitario su internet
break = pausa
blitz = assalto
box = scatola, riquadro, garage,.. (un’astrazione molto utile che in italiano vuol dire tutto e niente)
brochure = opuscolo
call center = assistenza telefonica
card = scheda, carta
chart = classifica, grafico
channel = canale
chef = cuoco (ma chef diventi solo quando sei bravo)
clown = pagliaccio(ma solo se sei sfigato)
default = predefinito
depliant = opuscolo
digital divide = divario tecnologico
display = schermo
dossier = cartella, approfondimento
editor = redattore
educazione = istruzione, scolatistica (da education)
election day = giorno delle elezioni
fashion = stiloso
fiction = finzione
fitness = attivit? fisica, benessere
flame = polemica
free = gratuito, libero (in inglese è ambiguo)
gossip= pettegolezzo
home = casa, cartella personale
home page = pagina iniziale, principale
j= (pronuciata “gei”) in ita i lunga
job placement = collocamento
kermesse = manifestazione
know-how = conoscenza
leader = capo
link = collegamento (usato anche fuori dal contesto tecnologico)
live = dal vivo
manager = amministratore
magazine = rivista
made = fatto, fabbricato
marketing = pubblicit?
master = dottorato
media = organi d’informazione, media
meeting = incontro, riunione
mobbing = pressione psicologica (sul lavoro)
network = rete
news = notizie
outlet = spaccio, sbocco
poll = sondaggio
pool = squadra
provider = fornitore internet (in inglese internet service provider ISP)
question time
roadmap = piano
relax = rilassamento
sexy = provocante
shock = spavento
show = spettacolo
situation= (lo capite da soli mi rifiuto di tradurlo)
slide = diapositiva, lucido
speaker = autoparlanti
speech = discorso
stage = tirocinio
tax day = giorno delle tasse
talk = discorso
team = squadra
task force = squadra/ gruppo di esperti
tool = strumento
topic = argomento
twin towers = torri gemelle
tutor = tutore
welfare = stato sociale
zoom = ingrandimento
Ora: alcune di queste le posso accettare di buon grado ma altre veramente no. Mi ricordo che quando lavoravo in fonderia, il direttore di stabilimento a volte teneva delle riunioni, durante le quali si spiegava il piano industriale agli operai. Il suddetto direttore/coglione parlava di projet manager, di target, di business, di meeting e di marketing: morale della favola, tutti si alzavano frustrati e nessuno aveva capito un cazzo.
Questo trend ad inglesizzare non lo capisco proprio sono sfigati e non cool, e non hanno know-how (gnurant), ora mi do un po al relax e metto il pc in stand-by…
o my god! io ho un meeting ad un outlet stamattina. faccio un branch e parto. speriamo che il breefing si risolva senza mobbing. ben tornato orsetto :-)
La prima volta che ho sentito showroom pensavo fosse un ubriaco di Rum che faceva una sceneggiata in piazza. Io che parlo male anche l’italiano, sai come mi trovo bene con queste parole. Ora ci si mette anche ceppaloni a fare gli show. Ciao belli
Ma Scalambra come commentava le suddette ermetiche riunioni in fonderia?
beh… forse è meglio che non lo ripeta qua…
ciao bel,
la più utilizzata intorno a me di recente è: mission
e mi viene in mente un film degli anni ottanta…
justo un po’ di revival sì insomma un flashback…
oddio la mania si è impossessata di me debbo liberarmene just in timeeeeeeeeeeee
è vero mission è molto usata. dire missione avrebbe un sapore troppo religioso, allora qualche sfigato pensa che usando mission ci si emancipi un po. in effetti anche a me viene in mente de niro. mah…
Da me invece va di moda “friendly” per dire “di facile utilizzo”, “di semplice interpretazione”.
Oribbbile!
Non sono assolutamente d’accordo…Ci sono sicuramente degli eccessi, in questo momento mi viene in mente “embeddare”, ma nel complesso è ovvio che si importino i termini nella lingua in cui si diffondono a livello mondiale.
Io lavoro nel campo di internet e delle nuove tecnologie, in questo campo si parla inglese, e per fortuna! Grazie a questa unicità di linguaggio basta imparare 1 volta sola il termine, anzichè dover a tutti i costi trovare il corrispettivo italiano (come fanno i francesi) per soddisfare un male interpretato senso di “indipendenza”.
Per quanto riguarda il banalotto riferimento ai fast food ad apertura di post, ti ricordo che i fast food hanno avuto gioco facile ad imporsi perchè costano 1/5 dei ristoranti. Che credi, che a me non piacerebbe mangiare all’osteria anzichè da McDonald?
mi spiace che tu non sia d’accordo, Francesco, ma io intendevo proprio parlare degli eccessi che, a mio avviso, sono davvero molti. tu mi puoi dire che nel ramo in cui lavori si parla l’inglese “e per fortuna!” ma una parola come background si può tranquillamente usare in italiano dicendo sfondo. tutto qua. per quello che riguarda il banalotto riferimento ai fast food… beh, non mi riferivo ai prezzi ma alla qualità stessa delle cose che ci propinano. tu credi davvero che se il Mac costasse di più non ci andrebbe più nessuno? è forse una banalità che ci stiamo americanizzando o una concreta realtà che sarebbe bene vedere con distacco?
E’ vero che ci stiamo americanizzando ma, personalmente, non vivo questa cosa con negatività. Certo, l’America ha i suoi (tanti) lati negativi, ma ne ha anche tantissimi positivi. Semmai, per dirla tutta, il problema dell’Italia è che copia i lati negativi e non quelli positivi.
Ci troviamo, quindi, il fast food tipo Mac, ma ragioniamo con la solita mentalità italiota…
Bisognerebbe prendere spunto dalle cose buone e importarle italianizzandole, ma dove li trovi italiani così? La maggioranza è conformista…
ottima risposta Stefano! ti quoto in pieno questa volta. ci lamentiamo dell’americanizzazione e poi siamo noi stessi ad americanizzarci.
in ambito informatico è normale parlare con termini inglesi, per il resto, a parte qualche parola, non lo uso mai…