In questo 8 marzo (domani) che è la festa delle bistrattate e idolatrate donne, vorrei fare una piccola riflessione. Anzi due.
Vorrei prima di tutto ripetere quello che dicevo qualche giorno fa, ovvero vi prego donne, non andate in giro per locali a toccare uomini mezzi nudi e unti come delle cotiche. Non andate a infilare i 5 euri nelle braghette leopardate di proteicizzati ragazzoni palestrati. Non andate in in giro in 6 in macchina sventolando i reggiseni dal finestrino.
Oh dio… quest’ultima anche si, ma vi prego, non diventate uomini.
Non pensate che prendere il peggio dagli uomini sia emanciparsi: non pensate che diventare uomini sia emanciparsi.
E l’altra piccola riflessione, gli altri 5 centesimi che voglio mettere sul piatto, riguardano lo stalking, questo odioso reato che fino a qualche anno fa era considerato solo una noia. Dalla legge, dico.
E’ da tempo che faccio attenzione al mondo femminile online, a un mondo che viene spesso definito “sesso debole” secondo me senza nessun fondamento. Un mondo che è fatto di persone che di debole non hanno nulla, se non un punto. Un punto debole appunto: essere donne.
Il fatto di essere donne, specialmente belle e “libere” nell’accezione migliore del termine, fa sentire alcuni uomini in diritto di comportarsi come delle teste di cazzo. Altri, e non così pochi, si sentono addirittura in diritto di trasformarsi in stalker. Senza sapere di esserlo, probabilmente, ma di fatto essendolo.
Per ovvie ragioni non posso fare i nomi, ma è una questione che seguo e che ho seguito abbastanza da vicino in questi ultimi mesi, e i casi di donne soggette a stalking più o meno pesante, sono davvero tanti. Tantissimi.
Sono addirittura in costante aumento grazie (a causa) dei social network: alcuni uomini, anzi preferisco definirli maschi, credono di avere dei diritti sulle femmine, sulle donne, e spesso di averli per il fatto di essere maschi.
L’essere maschio, per alcuni uomini, è un privilegio che permette loro di essere arroganti, cattivi, oppressivi e a volte violenti. L’essere maschi li fa sentire forti in riferimento ad un sesso che continua ad essere chiamato debole.
Sarebbe facile dire che il mondo non sarà mai un posto “pulito” o “sereno” fino a quando vi sarà violenza sulle donne, ma la realtà è diversa, molto diversa: il mondo sarà sempre un mondo meschino e violento fino a quando ci sarà qualcuno che vede in altri la debolezza.
Verso i gay in quanto minoranza, verso le donne in quanto più deboli fisicamente. Verso i bambini in quanto piccoli.
Fino a quando le “diversità” non saranno valore ma saranno deficienze, il mondo rimarrà un posto brutale e violento.
PS: l’immagine di testata del post è tratta dal sito apeonlus.com A.P.E. ONLUS – Associazione Progetto Endometriosi
Io da donna (e non solo da tua lettrice), ti ringrazio per questo post.
Sento molto a cuore questo tema e anni fa decisi di scrivere la mia tesi proprio sul rapporto tra comunicazione sociale e violenza di genere.
Come facilmente intuibile, risultò quanto l’Italia, con le sue campagne, fosse terribilmente indietro.
Non solo dal punto di vita legislativo, quindi.
Francia e Spagna, di contro, erano degli esempi da seguire, da studiare, da ammirare per l’impegno e l’approccio scelto al problema.
La differenza tra noi e loro? L’attenzione al tema dell”educazione, da noi così poco considerato.
Preferiamo una visione solo parziale del problema e così via agli spot che mostrano solo donne con lividi in faccia e che cercano una scusa plausibile da ripetere meccanicamente a chi incontrano.
Se non si capisce che la violenza va combattuta attraverso l’educazione a quelli che saranno gli uomini del domani, non si andrà da nessuna parte.
Ancora complimenti per il post, Rudy!
(ps. stamperò la tua frase “Non pensate che prendere il peggio dagli uomini sia emanciparsi” e andrò a distribuirla ovunque! Anche questa è comunicazione sociale! ;-) )
Proprio bello questo articolo Rudy, complimenti! Io sono forse 15 anni che non esco più la sera dell’8 Marzo, in giro si trova il peggio del genere femminile ( no, non voglio fare di tutta un’erba un fascio ) ci sono anche donne che escono con le amiche per una semplice cena, come occasione per riunirsi..
Ma vedere 60enni, allupate che sbavano addosso al ballerino/spogliarellista di turno proprio mi fa rabbrividire.
Nella nostra cultura, troppo spesso, la donna è paragonata ad un oggetto, a me infastidiscono i cartelloni enormi con sedere in primo piano per pubblicizzare slip.. Sui giornali le donne sono passate da vestite a semi nude.. Questo secondo me, da il diritto, a quegli uomini, magari già con qualche problema a permettersi di trattarci come meglio credono.
Non passa giorno in cui non si sente di donne uccise da compagni/mariti o ex… La donna, come ogni altro essere vivente, va rispettata..
Forse è il momento di tirar fuori le palle, come molte sanno fare e far valere i nostri diritti.
Un abbraccio.
@ Alessandra:
@ darklovers:
grazie ragazze. CI vediamo domani sera quando sarò cosparso di grasso animale, in giro per locali eh :)
@ Rudy Bandiera: SHHH !!! Non dovevi dirlo!!! Ecco ora lo sapranno tutti.. non sarà più una cosa provata ma vorranno partecipare in massa! >.<