“Eccoci qua, caro Facebook, a festeggiare i tuoi primi 20 anni. Alcuni di noi ti frequentano dal 2007 o giù di lì, l’anno in cui sei diventato qualcosa in più di un semplice sito dove trovare vecchi e nuovi amici del college. In quegli anni eri una valanga, accumulavi utenti come se fossero bruscolini e sei arrivato al miliardo di iscritti nel 2012, se non ricordo male. Ti sei fagocitato parecchi social network, alcuni te li sei comprati (ti piace vincere facile, eh?), altri li hai combattuti con tutte le tue forze,a volte copiando, altre andando in direzione del tutto opposta.
Ti ricordi quando facevi la gara contro Twitter? Bei tempi, quando ancora usavamo Twitter.
E quando iniziasti a fare a spallate con il tuo cugino più grosso, scomodo e intollerante, quel Google Plus tanto deriso dagli addetti ai lavori e ora diventato un elemento imprescindibile di ogni essere umano.
Ma non stiamo parlando del tuo nemico, torniamo a te.
Una decina di anni fa ti sei insinuato nei meandri delle vita di buona parte degli utenti di Internet, diventando in molti casi sinonimo stesso di “web”. Hai avvicinato al digitale una generazione di cinquantenni e hai cresciuto come un padre un paio di generazioni di nativi digitali: nessuno prima di te era stato tanto presente nella vita di noi esseri umani, nessuno aveva mai dato così tante possibilità di interazione, informazione, conoscenza e intrattenimento quanto hai saputo fare tu in questi 20 anni.
Forse il tuo apice, caro Facebook l’hai raggiunto quando, nel 2018, hai dato la possibilità a tutti i tuoi utenti di trasformare il proprio profilo Facebook in un documento valido per l’identificazione sulla rete, un vero e proprio passepartout virtuale, valido anche per i governi?
La chiamasti “Facebook ID Card” e da allora, grazie a un sistema di certificazione da te sviluppato, è possibile utilizzare questo documento per autenticarsi, registrarsi, interagire con una navigazione personalizzata e (soprattutto) acquistare su qualunque e-commerce, con un clic. Un mix tra la carte di credito e il passaporto, che invenzione, caro vecchio Facebook.
Privacy ai minimi, ma una comodità incredibile. In fondo, siamo stati noi a darti tutti i nostri dati,
tu non hai fatto altro che metterci un timbro sopra. D’altronde, il web è praticamente in mano tua (farò finta di ignorare Google, per qualche riga).
Dico davvero, caro Facebook: nel 2014 nessuno immaginava potessi crescere e trasformarti così tanto.
Molti ti davano per spacciato, i luminari di Princeton su tutti, come se fossi un virus qualunque.
E invece eccoci qua a fare i conti con le novità che hai introdotto e che hanno cambiato, ancora una volta, la nostra percezione del web: nel 2015 hai potenziato il tuo motore di ricerca interno, riuscendo a trasformare la miriade di dati in tuo possesso in informazioni necessarie a tutti noi per scoprire nuovi locali, giudicare e acquistare prodotti, per decidere dove andare in vacanza.
Sei riuscito a mappare il mondo come mai nessuno prima, e in un modo rivoluzionario: il mondo del Social Search l’hai inventato tu.
E non ti sei fermato, no. Negli anni hai sviluppato i Facebook Phones, la Facebook Digital Tv, il Facebook Commerce e i Facebook Coins: sei riuscito a creare un ecosistema vero e proprio, un meccanismo che ci permette di stare in tua compagnia praticamente tutto il giorno.
Non sei più solo un social network utile per cazzeggiare, per condividere foto di gattini pelosi (una volta, ora vanno di gran moda i bradipi fosforescenti) e per sbirciare le foto delle ragazze più carine della scuola. Ora sei diventato grande.
Sei il più grande strumento di intrattenimento, comunicazione e condivisione mai ideato, ci mancherebbe.
Ti sei comprato anche il termine SocialNetwork, in un momento di follia.
C’è chi ti odia, ci sono movimenti spontanei che chiedono la tua abolizione in difesa della privacy degli individui, ci sono correnti politiche che combattono la tua diffusione nelle scuole e contestano la tua democraticità. Non ascoltarli, caro Fb, vai avanti e continua a mettere in contatto quante più persone riesci, è questa la vera rivoluzione che hai portato nel nostro terzo millennio.
Ciao, amico blu, ci risentiamo tra 10 anni, nel 2034. A patto che tu non riesca a leggermi nel pensiero già da ora.”
Questa lettera scritta dal me del 2024 è ipotetica, possibile, sicuramente esagerata, lo ammetto.
Facebook potrebbe anche scomparire nell’arco di 4-5 anni, scaraventato, dopo l’avvento di una qualche media ancora più intrigante, nello sgabuzzino dei social network in compagnia di MySpace e Friendfeed. Mai dire mai, cari umani del 2014.
Tratto dal capitolo 2 “Le aziende che stanno cambiando il futuro: Facebook” dal libro “Rischi e opportunità del Web 3.0“.
Grazie mille all’amico Davide Licordari che ha scritto questo bellissimo et immaginifico contributo. Lo so che è stato già postato anche nel suo blog e che questo è contenuto duplicato ma… ma chi se ne frega, mi piace troppo e lo pubblico. Ecco. Così come so che il titolo è un’esca… un’esca per capire chi legge solo quello ;)
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