Di post in cui si legge come fare una cosa piuttosto che un’altra ce ne sono a milioni: come fare una BIO decente, come sistemare il proprio profilo, come mettere a posto il proprio sito, come fare questo come fare quello. Gli “how to”, ovvero i “come fare a”.
Già… mai nessuno pensa al più importante “cosa NON fare” per non fare la figura degli imbecilli.
Siccome mi imbatto TUTTI i giorni in nuovi profili social, oggi mi sento di dispensare qualche consiglio, gratuito e non richiesto, sul cosa NON scrivere nella propria BIO sui social. Per essere chiari la BIO è la nostra mini biografia, la descrizione che ci contraddistingue.
Su Twitter, la cui lunghezza è al massimo di 160 caratteri (più di un tweet, come un SMS) si vedono le cose migliori e peggiori: il media pone dei limiti che o stimolano o castrano.
Ecco, facciamo degli esempi da cose da NON scrivere. (Sono elucubrazioni del tutto personali, che qualcuno non se ne abbia a male eh…. oppure scriva nella BIO “sono uno che se ne ha a male”.
Non scrivere che sei un influencer
Un influencer? E di cosa? E chi ha detto che lo sei? Esiste un metro per misurare quanto sei influente?
I sedicenti influencer sono i peggiori, e quelli che si definiscono “solo” influencer senza decretare nemmeno in quale settore, sono il TOP del peggio.
Lascia decidere agli altri, se sei qualcosa di evanescente o no.
Non scrivere che sei un esperto
Ma dai, esperto in cosa? Un pochino come la storia dell’influencer, chi certifica che sei esperto? E anche se lo sei devi scriverlo li? E se tu credessi di esserlo ma non lo fossi?
Io accetto gli esperti ma solo in cazzate tipo “esperto in spaghetti allo scoglio” oppure “esperto in divanologia applicata il sabato pomeriggio d’inverno”. Tutto il resto è Fuffah.
Non scrivere che ami qualcosa se non la ami davvero
Non scrivere “amo la comunicazione digitale” se fai l’avvocato penalista. Non per razzismo ma perchè se amassi davvero qualcosa, faresti quello nella vita.
Non scrivere che hai passioni banali
“Ho la passione per i viaggi”. Dai? Ah sei proprio l’unico eh, agli altri fa schifo viaggiare. Oppure “amo la libertà”. Ma davvero? No, a me no, a me piace stare legato in una stanza buia e possibilmente esser minacciato da uno con un machete.
Ma per favore, su…
Non comunicare ad hashtag
Le BIO fatte così non le reggo “#food #lover #maker #spanish #smm #comunicator”. Ma che cazzo vuol dire, scusa? Parli così nella vita reale? Ah, questo mi ha fatto venire in mente il prossimo.
Non scrivere tutto in inglese
Questa è controversa, lo so. Ma per quello che mi riguarda, visto che siamo in Italia e la lingua che parliamo è l’italiano, non vedo il perchè uno si debba fare la BIO in inglese. Forse questa è una cosa personale ma io la trovo… inopportuna ecco.
Non fare delle call to action
La BIO non è una landing page e il messaggio non è una call to action. La bio è COMUNICAZIONE porca puttana. Non scrivere “mi occupo di SEO scrivimi a pincopallo@gmail.rolf”. Scrivi una frase che ti rappresenti e che incuriosisca, comunica, non invitare all’azione.
Non mettere, ti prego, che sei CEO di qualcosa
CEO? Dice Wikipedia a tal proposito: l’amministratore delegato (in sigla AD, in lingua inglese CEO – Chief Executive Officer). Quindi al massimo sei AD, visto che (di nuovo, guarda caso) siamo in Italia. Non sei Steve Jobs o Gates, non sei in America e anche se sei AD (non CEO ma AD) non sei Marchionne.
Ti prego è uno BIO, non un curriculum.
Al momento non me ne vengono altri ma se li volete scrivere qua sotto e ce ne sono di belli, li aggiungiamo ;)
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