Incollo un comunicato stampa del CNR: non promette nulla di buono per chi abita dalle mie parti…
“Valle del Po, benvenuta nel club mondiale delle “nuvole brune”. La primogenita di tutte le “brown clouds” è la mostruosa cappa di inquinamento spessa tre chilometri che copre India e parte della Cina. Ma una sorella minore è comparsa anche sul cielo della Pianura Padana. L’hanno osservata gli strumenti degli scienziati del Cnr, che dall’osservatorio a 2.165 metri del monte Cimone hanno studiato la composizione di quella che è stata soprannominata la “Po Valley Brown Cloud”: la nuvola bruna della Valle del Po.
“La Pianura Padana è una delle zone a più alta concentrazione industriale in Europa. E allo stesso tempo ha la forma di un catino, in cui si raccolgono tutti gli inquinanti” spiega Sandro Buzzi, responsabile del progetto sui cambiamenti climatici del Cnr. “Vista dal satellite – prosegue – la nuvola appare come una macchia bruna che coincide con il profilo della Valle del Po. E le misurazioni degli ossidi di azoto mostrano due aree ad alta concentrazione di inquinamento in Europa: il bacino della Ruhr e la Pianura Padana, appunto”.
La cappa di inquinamento della Valle del Po non nasce oggi. Ma il Cnr, che ha una base di rilevamento nel Centro del Monte Cimone dell’Aeronautica Militare, è appena entrato a far parte della rete di monitoraggio “Share”, per le osservazioni delle nuvole brune nel mondo. Le altre sette stazioni per il rilevamento ad alta quota del Consiglio nazionale delle ricerche si trovano in Nepal, Pakistan e Uganda.
Sul Monte Everest, a quota 5mila metri, vicino al primo campo base usato dagli alpinisti, Paolo Bonasoni ha installato i suoi strumenti per il monitoraggio della gigantesca Brown Cloud asiatica. Il ricercatore del Cnr dirige anche la stazione del Monte Cimone. Mettendo a confronto le due coltri inquinanti, Bonasoni spiega: “La nube asiatica è infinitamente più spessa e densa di sostanze velenose: nitrati, solfati, ozono, anidride carbonica e black carbon”. Quest’ultimo è il residuo dei processi di combusione. Contiene particelle molto fini (della grandezza media di un micron, un milionesimo di metro) che sono pericolose per la salute da un lato, e per l’ambiente dall’altro. “
e poi ci fanno girare con le targhe alterne o blocco del traffico nel centro cittadino! Mah!!!??!!
E per noi che viviamo a Ferrara è doppia fregatura, perché sappiamo che il nostro contributo è piccolissimo. Servirebbe tanta buona volonta’, ingabbiare i petrolieri e avanti con le fonti alternative. ciao belli