Sostengo da tempo che noi, gli esseri umani, con questo stile di vita NON siamo sostenibili. Non è una cosa che mi sono inventato su due piedi o che non ha fondamento: è un fatto.
Una delle dipendenze che abbiamo e che è contemporaneamente una cattiva abitudine, è la dipendenza alimentare:
se chiudono le botteghe noi moriamo di fame. Non siamo più in grado di “generare” il nostro cibo.
E allora perchè non pensare a oggetti che abbiano l’utilità di reinserirci in un percorso di crescita e di consumo “naturali”? Perché tecnologia e innovazione non producono solo freddi risultati al silicio ma anche vita e crescita.
Parliamone con Lorenzo, che la sa più lunga di me.
D) Ciao Lorenzo e grazie per il tuo tempo. Vuoi fare una tua breve presentazione e dirci che ruolo occupi nel progetto?
R) Ciao Rudy, grazie per aver scelto di parlare di Bulbo, progetto che ho immagina e fondato! Bulbo concentra l’energia del sole in una lampada e la porta direttamente in casa per coltivare piccoli orti domestici. Di formazione io sono un light designer, tutto è iniziato nel 2011 quando,ancora studente al Politecnico di Milano, ho iniziato ad interessarmi dell’interazione tra luce e piante stimolato dai temi di EXPO 2015 di cui si era appena iniziato a parlare in università.
Ho sviluppato un primo prototipo di lampada come tesi di laurea, supportato dagli agronomi del Centro Studi e Ricerche Agricoltura Urbana e Biodiversità, Dipartimento Scienze Agrarie dell’Università di Bologna. I risultati delle sperimentazioni scientifiche su piante di lattuga e basilico erano molto positivi: eravamo riusciti ad individuare un particolare spettro luminoso che manteneva alti i parametri di salute e di crescita delle piante.
Allora mi è nata l’idea di indagare possibili sbocchi commerciali: ho coinvolto Zeno (mio amico di infanzia
ed ex medico del Pronto Soccorso), Sara (architetto e graphic designer) e Tommaso (economista). Nel 2012, abbiamo vinto il concorso europeo Spinner che finanzia giovani imprenditori per sviluppare la ricerca e creare impresa in ambito di innovazione tecnologica e abbiamo fondato il marchio Bulbo.
Ad aprile del 2013, al Salone del Mobile di Milano, abbiamo presentato i primi prototipi e ad ottobre dello stesso anno eravamo già sul mercato con le nostre lampade a led per la coltivazione indoor.
D) A quali domande rispondete? Dacci dei perché. Spiega in modo semplice di cosa si tratta, come se lo dovessi spiegare ad un anziano… come me.
R) Siamo convinti che la “rivoluzione alimentare” parta dalle nostre case, trasformandole nei primi presidi di tutela e conoscenza della natura. La vita in città non lascia molto tempo e spazio al contatto con la natura e la cosa più simile ad una passeggiata in campagna resta il giro serale nella corsia ortofrutta del supermercato. Ecco, noi vogliamo coltivare la relazione tra la popolazione urbana e la natura, aumentando la consapevolezza dei cittadini rispetto all’agricoltura tramite un’esperienza coinvolgente. Immaginiamo soluzioni intelligenti e creative per coltivare in casa, a tutte le latitudini e ogni giorno dell’anno.
La luce emessa dalle nostre lampade è colorata perché è un mix di frequenze luminose selezionate blu e rosse. Questo spettro luminoso è quello che le piante “leggono” e assorbono per attivare la fotosintesi e crescere. In natura infatti, le piante non assorbono le frequenze verdi presenti nella luce del sole, per questo ai nostri occhi le foglie risultano verdi. Durante i tre anni di sperimentazione scientifica insieme all’Università di Bologna abbiamo studiato una luce sicura, che non danneggia le piante, ma le fa crescere in maniera naturale. Le piante crescono sane, e presentano alti contenuti di clorofilla, acqua, antiossidanti, polifenoli, olii essenziali e bassi contenuti di nitrati. Grazie all’utilizzo del LED, che è una luce fredda e colorata, possiamo seguire l’intera crescita delle piante, dal seme al frutto.
D) A chi vi rivolgete?
R) A chiunque abiti in città (o in zone geografiche con clima molto rigido) e abbia voglia di ri-scoprire il ritmo della natura o sia amante della cucina, perché con Bulbo puoi avere erbe aromatiche e verdure bio sempre a portata di mano. Tutta la famiglia può prendersi cura delle piante, dai pomodori alle orchidee: le lampade Bulbo sono strumenti professionali ma semplicissimi da usare, portano la tecnologia di solito usata nelle serre alla portata di tutti. Per usare una Bulbo non c’è niente da sapere, basta solo accendere la luce.
D) In che modo veicolate il progetto? Avete un piano di ADV, con il passaparola, con i piccioni viaggiatori? Come fate sapere al mondo che esistete?
R) Abbiamo un bellissimo sito web, tramite il quale raccontiamo il progetto, teniamo un blog su temi green e vendiamo le nostre lampade. Una larga comunità ci segue tutti i giorni sulla nostra pagina Facebook (@bulbolight). Ispirati dalle storie dei nostri primi clienti abbiamo da poco lanciato un progetto che si chiama “Stories”: sono quattro cortometraggi che raccontano la storia di persone comuni, di tutte le età, alle prese con le nostre lampade. Qualche giorno fa è uscito il primo, si chiama “Together” parla di Olimpia, una bimba di due anni e mezzo e della sua pianta di fragole: https://www.youtube.com/watch?v=SbvGdyadmKQ
D) Quali sono i vostri rivenditori? E’ possibile acquistare anche on line?
R) Vendiamo tantissime online, sul nostro sito (www.bulbolight.com/shop) e su molti e-commerce europei. Sul mercato da poco più di 13 mesi, siamo riusciti a vendere più di 600 lampade, un grande risultato per un’azienda piccola come la nostra! Il paese in cui vendiamo di più è la Germania, dove le persone hanno già l’abitudine di tenere le piante in casa per via del clima. Grazie alle fiere a cui abbiamo partecipato questo anno (Milano, Londra, Parigi) siamo riusciti a raggiungere anche molti rivenditori nel mondo del design in diversi paesi. Ora stiamo lavorando per attraversare l’oceano e affrontare il mercato americano e canadese, dove c’è molto richiesta, ma è anche molto difficile entrare.
D) Chi fa parte della partita? Quanti siete, chi siete e come siete strutturati? No, non sono della DIGOS ;)
R) Siamo quattro, tutti bolognesi e classe 1985. Io mi occupo della ricerca e dello sviluppo dei nuovi prodotti. Zeno, ex medico, è figlio di un geniale progettista di Bologna da cui ha ereditato l’entusiasmo per le idee nuove e le sfide impossibili, ha messo a disposizione di Bulbo le competenze e la rete di fornitori (tutti italiani) che erano stati collaboratori di suo padre Paolo e oggi si occupa della produzione e delle nostre finanze. Sara, architetto e grafica molto girovaga, è la voce di Bulbo: si occupa del marketing, dei social media, e di tutto quello che riguarda la nostra comunicazione con l’esterno. Poi c’è Tommaso, economista, che gestisce tutta la parte commerciale e logistica.
D) Che cosa abbiamo in Italia che ci permette di creare idee competitive? Quali sono i vostri quid?
R) Lavorare a questo progetto, in questo momento storico, è stato possibile solo grazie al fatto di essere in Italia, ovvero in un paese dove l’artigianato è altamente specializzato e la ricerca tenologico-scientifica sempre all’avanguardia. Oggi made in Italy significa valorizzare questo know-how e fare rete tra i saperi. Bulbo nasce da un’energia collettiva e dal coinvolgimento di tante realtà locali sia per la progettazione che per la produzione. Tutto il processo produttivo, dalla fornitura dei materiali alla loro lavorazione e l’assemblaggio, è sviluppato insieme a numerose piccole e medie imprese di Emilia Romagna, Veneto e Marche.
D) Pitch & Drink (pitchndrink.com) è il progetto che unisce l’utile al dilettevole rendendolo profittevole. Hai presente un aperitivo in cui si beve un buon drink e si gusta un buffet? Ecco, aggiungi startup e networking ed avrai Pitch & Drink con i quali, in questo momento, ti sto mettendo in contatto per continuare a parlare del vostro progetto. Che te ne pare?
R) Fantastico! Abbiamo già avuto modo di sperimentare quanto sia utile avere scambi e contaminazioni con altri ragazzi che come noi si stanno specializzando in diversi settori attraverso la loro startup. Proprio il nostro prossimo progetto #smartbulbo ha mosso i primi passi grazie alla collaborazione tra persone che si sono conosciute dentro all’ecosistema startup, lavorando insieme all’interno dell’acceleratore Working Capital.
D) Fai un appello. Che sia qualcosa che vuoi chiedere, come soldi o aiuto, oppure qualcosa che vuoi dire, come mandare tutti a quel paese oppure benedire tutti quanti.
R) Sebbene Bulbo sembri già geniale, noi non ci accontentiamo: vogliamo che Bulbo diventi intelligente, che interagisca con le persone, che la coltivazione diventi ancora più semplice e la lampada più autonoma per dare a tutti la possibilità di prendersi cura delle piante in maniera divertente e consapevole. Sì, stiamo lavorando all’upgrade smart e social delle nostre lampade: il progetto #smartbulbo.
Il nostro prossimo obiettivo è progettare una app mobile che metta in comunicazione persone e piante attraverso un dispositivo elettronico adatto a qualsiasi lampada Bulbo. Grazie alla app sarà possibile regolare la luce a seconda della pianta, avere un manuale di coltivazione sempre aggiornato che guida durante le fasi di crescita della pianta, far diventare la propria avventura green un’esperienza da condividere con tutti.
Abbiamo lanciato #smartbulbo su una nuova piattaforma crowdfunding aperta da TIM #WCAP (http://crowdfunding.wcap.tim.it/smart-bulbo), dove idee, progetti e imprese possono ricevere finanziamenti dalla community. Perché una campagna crowdfunding? Le campagne di raccolta fondi sono un ottimo sistema per avviare processi di coinvolgimento e scambio attorno a nuovi progetti e questa nuova piattaforma non trattiene commissioni sulle donazioni. I sostenitori riceveranno, oltre alle nostre lampade, i prototipi in anteprima del nuovo dispositivo elettronico e saranno i primi a poter testare la app in primavera 2015 per aiutarci a migliorarla prima di andare sul mercato. L’obiettivo è di raccogliere 20.000 euro in 3 mesi (fino a metà febbraio 2015), per avviare la produzione del primo lotto di schede. Fin’ora siamo arrivato a 3,500 euro, la strada è lunga e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti!
Di seguito i riferimenti online per saperne di più, e grazie a Lorenzo
www.bulbolight.com
http://crowdfunding.wcap.tim.it/smart-bulbo
Se vuoi proporre la tua idea o progetto o startup o quello che hai in testa, leggi la pagina con le modalita’ ed il semplice regolamento di #innovazioneitalia
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“Rischi e opportunità del Web 3.0”
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