Avete presente quando parlate con Siri su un iPhone cosa succede? Succede che la voce di una dolce fanciulla sintetica vi risponde a tono, riportandovi le risposte che secondo lei sono più adatte alle cose che avete chiesto.
Benissimo, bellissimo. Futuristico e straordinario. Ma se queste cose le dicesse anche a sconosciuti che si trovano in mano il vostro device?
Mi spiego: il gingillo è bloccato con codice, impronte digitali e chi più ne ha più ne metta ma si riesce in ogni caso ad avere informazioni su contatti, numeri di telefono, mail e addirittura appuntamenti e calendario.
Guardate il video e capirete. Quello che mi lascia perplesso è se si tratta di un bug o di una semplice leggerezza da parte di Apple. Ok che chi perde un iPhone lo può formattare a distanza ma se prima di farlo chi l’ha trovato si è preso dei contatti o gli appuntamenti del proprietario? O se le stesse cose le fa il nostri vicino di scrivania mentre siamo in bagno?
Perché, in pratica, un dispositivo deve dire i fatti miei anche se bloccato? Il blocco, per sua natura, dovrebbe implicare la sicurezza, la privacy. Secondo Apple, evidentemente, no.
UPDATE doveroso del 23/09/2014
Per non apparire fazioso dico due cose, dovute. I prodotti Apple sono ottimi, ma lo si deduce dal fatto che il video riprende almeno 5000 euro di prodotti Apple.
La funzionalità di cui parlo è DISATTIVABILE. Il problema è però che l’impostazione di default è questa e quindi le persone che non lo sanno (tutte) tendono ad essere vulnerabili.
Le impostazioni di default dei device dovrebbero essere una tutela per l’utente, non una minaccia. Apple qua ha toppato.
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