Storia non banale che si svolge in un’Africa martoriata dalle guerre civili che hanno come unico scopo lo sfruttamento di una terra fiera ed antica.
Una ricca multinazionale europea (strano che i cattivissimi questa volta non siano americani) compra diamanti “insanguinati” facendo credere di non conoscerne la provenienza e le modalità di estrazione. In realtà, così facendo, alimenta una sanguinosa guerra civile in Sierra Leone. Leonardo di Caprio è il tramite tra i contrabbandieri/rivoluzionari/mercenari ed i ricchi commercianti di diamanti europei…
Il film parte benissimo: veloce, montato magistralmente, immagini bellissime e degli effetti sonori straordinariamente efficaci (gli spari sembra provengano davvero da dentro il televisore!). Poi lentamente la pellicola scende di tono, fino a cadere nel patetico verso le metà, toccando punte di una banalità e stupidità davvero imbarazzante.
Di Caprio si innamora di una bellissima, intraprendente e focosa giornalista americana (ecco che arriva l’americano del film) e un po tutta la storia gira attorno a questa posticcia e ridicola storia d’amore.
Ora io mi chiedo: ma ad Hollywood non riescono a fare un film senza una cazzo di una storia d’amore? Non è che tutte le avventure che uno passa nella vita sono corredate da una love story! Non capisco….
Comunque: in definitiva la parte bella del film rimane il montaggio e l’audio. Il resto cade presto nel mediocre. Anche la recitazione a me non dice niente: Di Caprio è in una parte che secondo me non gli si addice, e la parte da duro non gli viene bene se non è venata di pazzia.
In definitiva, se pensate di guardare questo film, ripensateci di nuovo e poi scegliete o di uscire in compagnia o di ubriacarvi.
Antirazzista, patetico, luminoso, caldo, imbarazzante e cacofonico.