Cosa vuol dire “motivare”? La “motivazione” è l’insieme dei bisogni, desideri o intenzioni che prendono parte alla determinazione del comportamento e che conferiscono a questo unità e significato. (Treccani)
I nostri bisogni che si fondono con i nostri desideri che si amalgamano con le intenzioni e diventano… azione. Fatti, non pugnette, direbbe qualcuno.
Bene, di motivazione voglio brevemente parlare in questo post, visto che non ne ho mai parlato direttamente ma mi sento “dentro all’argomento” soprattutto perché farò parte di un evento che, per la prima volta in vita mia, non avrà al centro la tecnologia ma la motivazione.
Andiamo per ordine.
Domenica a Milano ci sarà il Beautiful Day 2015 ovvero una giornata che viene presentata con il seguente slogan:
Show-seminar a sfondo benefico dedicato a chi vuole migliorare la propria vita personale e professionale
Si, mica cotiche, ecco. Molti i personaggi di spicco all’evento, alcuni dei quali anche assai famosi, e ci sarò pure io anche se è sorprendente.
Allora la domanda che mi facevo all’inizio appare lecita: cosa vuol dire “motivare”? E soprattutto cosa vuol dire motivare uscendo da quello che è il settore e il ramo del quale faccio parte ovvero quello di Internet e della tecnologia?
L’incasso della giornata verrà devoluto in beneficenza
quindi la responsabilità che mi sento addosso è ancora maggiore, visto che parlerò davanti a oltre 1500 persone NON esperte del mio settore e che hanno voglia di avere strumenti per la motivazione. Hanno voglia di essere caricate per migliorare.
Ecco, il primo punto importante è questo: persone che
hanno VOGLIA di migliorare e di avere gli strumenti per farlo.
La motivazione è prima di tutto avere voglia, stimolare la voglia che le persone hanno di cambiare quando il cambiare implica necessariamente un’azione complessa. Si cambia se ci si muove, non se si sta impalati come gli alberi.
Scrivevo a fine 2014 proprio su questo blog:
Se analizzo il mio 2014 l’unica costante è stato inseguire quello che mi piace e che mi appassiona (…) Allora, che fare? La risposta sta nella domanda, la risposta è FARE.
Provate a fare le cose, a buttarvi, con passione e senza paura, provate a sbagliare, a cambiare direzione, a cadere, a rialzarvi e a ricominciare.
Affanculo alla routine, affanculo alle abitudini, dobbiamo USCIRE dalla nostra dannata zona di comfort e FARE.
Forse ho trovato una chiave, forse ho trovato quello che racconterò domenica, forse ho trovato il modo per trasmettere qualcosa e per dare un messaggio potente. Forse ho trovato la leva del cambiamento, il modo per fondere digital e vita reale in qualcosa che possa davvero essere migliorativo per tutti.
Forse… me lo saprete dire lunedì. Ad maiora!
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“Rischi e opportunità del Web 3.0”
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