Di Anonymous ho già parlato diverse volte, per il semplice fatto che quello che accade attorno gruppo di hacktivists riguarda decisamente tutti noi, anche se sembrano cose lontanissime e del tutto ininfluenti sulle nostre vite.
Andiamo per ordine, come sempre:
Anonymous è inteso come firma adottata da unioni di hacktivists (hacker attivisti), i quali intraprendono proteste e altre azioni sotto l’appellativo fittizio di “Anonymous”: di fatto singoli utenti o intere comunità online che agiscono anonimamente in modo coordinato, solitamente con un obiettivo concordato approssimativamente.
Di loro ho già parlato in particolare due volte, nel caso della giustizia o della vendetta:
Amanda T. è una ragazza che suicidata dopo un lungo periodo di vessazione su internet. Secondo Anonymous il responsabile è un uomo di 32 anni di Vancouver, utente di siti pedopornografici. Gli hacker hanno pubblicato generalità e indirizzo dell’individuo, coinvolto in un altro caso di molestie sessuali.
E in questo altro caso di privacy:
Movimenti come il Partito Pirata o Anonymous, che in qualche modo sono sempre molto attenti a quello che accade nel mondo dei dati personali, non hanno necessariamente ragione a prescindere ma sono sistemi di tutela, di controllo e di vaglio importantissimi, per farci capire in quale direzione stiamo andando, quali sono le vere realtà che ci vengono celate e per farci rendere sempre più conto che il prodotto siamo noi.
Come vedete di cose decisamente eclatanti ne hanno fatte, senza contare gli attacchi a siti governativi e cose simili, ma questa volta il gruppo secondo me ha superato una soglia psicologica importante:
si è di fatto schierato nel mezzo di quella che potrebbe essere definita una guerra moderna.
In queste ore infatti, attraverso il suggestivo messaggio video che contraddistingue il gruppo,
Anonymous ha oscurato centinaia di account Twitter e Facebook di presunti appartenenti all’Isis e pubblicato indirizzi IP e URL appartenenti all’ecosistema jihadista.
“Sarete trattati come un virus, e noi siamo la cura”
Parafrasando la famosissima frase del film “Cobra” in cui Stallone dice ai cattivissimi “Voi siete il male e io sono la cura” (che in italiano sarebbe stata “voi siete il male e io sono la mutua“) gli hacktivists tirano un colpo fortissimo a una delle più temute organizzazioni paramilitari del pianeta.
Con il senso della scena che li contraddistingue gli hacker colpiscono il Califfato facendo intendere che non sarà l’ultima volta.
Personalmente gioisco di tutto questo, moltissimo, ma rifletto anche, moltissimo. Ci potrebbero stare due linee di pensiero separate, ragionando sul fatto:
1-
Anonymous si antepone ai Governi che sono solo capaci di fare proclami senza risolvere i problemi. Sia nel caso della ragazza suicida, sia in questo caso, sia in centinaia di altri, il gruppo è riuscito a tutelare persone e addirittura popoli.
Dove lo Stato non arriva arriva Anonymous.
Dopo anni di guerre in giro per il mondo l’occidente non è stato in grado di fare NULLA per fermare il terrorismo, anzi, e visto che come dice Anonymous i ragazzoni dell’ISIS NON sono mussulmani, allora si deve intervenire.
Dove non arriva l’esercito arriva Anonymous.
2-
Ma chi credono di essere questi di Anonymous? Loro stessi, nel video, dicono di essere poveri, ricchi, sviluppatori, operai, impiegati, hacker, cracker, ebrei, cristiani, mussulmani… di fatto sono TUTTO.
Ma chi li conosce? Chi li ha eletti? E soprattutto come possono permettersi di “giudicare” chi debba essere colpito dalla loro furia di bit?
In fondo allora, possono anche prendere decisioni che vanno al di la del buon senso: chi li può fermare?
Cioè, dico, se non esiste un organo giudicante come può esistere giustizia? E se l’organo giudicante è anche quello che decide la forma di giustizia e non si sa NULLA se non che si parla di hacker di tutto il mondo… beh allora è difficile parlare di giustizia.
Dove sta la verità? Beh, manco a dirlo, in mezzo.
La verità è che Anonymous fa davvero il lavoro sporco, fa quello che non riescono a fare i governi, fa quello che ci rende felice che esistano, come entità sovranazionale, ma contemporaneamente non è possibile pensare che facciano “tutto loro”.
Anonymous non è un Governo. Non è uno stato sovranazionale.
Per dare il peso corretto alle cose Anonymous è un gruppo di attivisti informatici che fino ad oggi ha fatto cose corrette, per buona parte delle volte, ma che non è possibile controllare ne mitigare ne vagliare.
In questo sta la loro forma di bellezza ma anche la loro pericolosità.
E’ IMPORTANTISSIMO avere sempre in mente quali sono i confini delle cose, dove stanno gli equilibri: non possiamo pensare di essere governati da Anonymous, certo, come non possiamo pensare che Anonymous si occupi della nostra tutela e cura, ma allo stesso tempo non possiamo pensare che i Governi che non fanno altro che mentirci da anni (ricordate la pistola fumante in Iraq?) siano l’unico ente supremo della verità e della sicurezza.
Personalmente considero Anonymous un contro-potere. Come tale deve essere rispettato ma non idolatrato.
UPDATE
Aggiungo una postilla alla fine del post: spesso questi proclami hanno un peso eccezionale anche se non avvallati da prove. Voglio dire, se Anonymous dice di avere fatto una cosa, non necessariamente questa cosa ha la portata che le viene data dai media. Diciamo che i media potrebbero anche avere la tendenza di utilizzare per propaganda, sia in bene che in male, Anonymous. E’ bene pensarlo. Sempre.
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