Questo post parla dell’empatia che si crea tra l’uomo e l’universo che lo circonda, universo che all’aumentare della complessità aumenta anche il grado stesso di empatia. Audace no?
Qualche giorno fa sembrava una giornata come le altre ed invece… sveglia alle 7.30 come al solito, doccia, colazione con la Principessa Leila e lavoro, come sempre. Ottimo umore, sorriso sulle labbra, anche questo come sempre, fino alle 10 quando un amico, un carissimo amico, mi chiama e mi da una brutta notizia che lo riguarda.
La notizia mi entra dentro e mi leva il buon’umore, mi scava e si piazza dentro di me, sul mio stomaco: da quel momento è stata una disfatta.
Il tasto sinistro del mouse ha smesso di funzionare, o meglio ha smesso di andare con regolarità ed ha iniziato a cliccare una volta si ed una no.
Il copia/incolla da Open Office ha iniziato ad impazzire, cioè a funzionare solo facendo copia ed incolla nel blocco note ed in nessun altro form o software come WordPress ad esempio; anche questo ad intermittenza.
Allora decido che è meglio uscire, fanculo a tutto.
Esco, vado a trovare un amico, sto fuori una mezz’ora e quando torno mi trovo in buchetta un avviso di raccomandata, uno di quelli che lascia il postino quando non trova nessuno a cui consegnare.
Ma cazzo, dico io, sto fuori mezz’ora in tutta la settimana e proprio in quella mezz’ora deve venire il postino a portarmi una raccomandata? Ecco, domani mi tocca di andare a ritirarla in posta, fare la coda in mezzo ai subumani presenti e leggerla per accorgermi che è o una multa o una denuncia… perché lo so che sarà così!
Ok, decido di tornare al lavoro: mi siedo di nuovo al computer e, tra il baccano di martellate che il tipo sopra di me ha deciso di dare non so dove (anche lui sentiva il mio umore) mi metto a fare un lavoro che è una palla assurda ossia scrivere un pezzo per un sito che tratta un argomento di una noia mortale, un argomento per nulla interessante… ma è lavoro e si deve fare.
Scrivo, scrivo molto, quasi due fogli di Word per capirci, e quando sto per infilare l’ultimo link nel documento va via la corrente: 5 secondi, cinque secondi fottuti ma che sono sufficienti a spegnere il computer e a farmi perdere tutto quel noiosissimo lavoro.
Ok, decido di fare una bella doccia calda… e li mi si riempie l’orecchio di acqua.
Ora, sono fermamente convinto che tutto quello che ci circonda percepisca il nostro umore: con tutta probabilità emaniamo una sorta di energia che può essere positiva o negativa, non so se chiamarla aura o cosa, gli oggetti attorno la sentono e reagiscono in modo netto ed esponenziale all’aumentare del grado della loro complessità. Un computer, per capirci, se sente che sei scoglionato ti fa il culo, un orologio a muro no.
Amen fratello!
Il problema è che sommando questa tesi con “il peggio non ha mai fine” forse certi giorni conviene chiudersi in un bunker anti atomico e non uscire per le successive 24 ore, non si sa mai… :-S
@ Erriko: oppure uscire e stare lontano da tutto quello che contiene una CPU!
Ecco, quando succedono queste cose mi viene in mente:
Al peggio non c’è mai fine
Bisogna toccare il fondo per poter risalire
Le disgrazie non vengono mai sole
Dopo la pioggia torna sempre il sereno
Domani è un altro giorno
ecc…ecc…ecc…
Insomma: oltre a tutte le disgrazie che porta il fato mi peggioro anche la vita con i luoghi comuni!
@ Rudy Bandiera: dannato occidente industrializzato… come si fa?? Per stare tranquillo potrei salire sull’Etna, ma c’è l’osservatorio astronomico e chissà-quale-altro-strumento-del-diavolo… E se per sbaglio passo di lì????
Della serie: nuvola di fantozzi 2.0
Hai tutta la mia solidarietà!
No ma perchè, parliamone, avete fatto caso che se siete in auto e siete disposti in due corsie la fila accanto è sempre quella più scorrevole? La cosa bella è che se cambiate corsia inizia a muoversi quella dove eravate prima! Ve l’ho detto, meglio stare in un bunker, specialmente adesso che stiamo diventando un deposito nucleare.
ah. finalmente qualcun altro che lo sostiene. quando lo dico tutti mi guardano fisso per un secondo o due e poi scuotono la testa come per dire ‘sì va bene dai, non ne puoi più’… ma io l’ho notato fin da quando ho iniziato a lavorare. il pc che rallenta, excel che si chiude, la stampante che si inceppa, la gente che ti serve che non risponde, chi ti deve fornire un lavoro, te lo fornisce a metà e poi si licenzia, cellulari spenti, lampadine che saltano lasciandoti in una penosa penombra… potrei continuare.
ma sì: io sono d’accordo. secondo me siamo in grado di sprigionare un’energia che (se negativa a maggior ragione), può contaminare quello che ci sta attorno. le persone in modo più evidente. chiaro. la tecnologia in modo più curioso. e i fatti… beh i fatti sembra assurdo dirlo… ma secondo me sì, anche quelli.
marina ha scritto:
non ha ancora un nome e non è dimostrata ma io sono convinto esista! Chiamiamola aura, o cazzabbubbolo…
e che probabilmente è quella che ti fa pensare la stessa cosa che pensa qualcuno con cui hai forte empatia. telepatia, pantopatia, fungopatia, mochèpatia… mah.
sono convinta che esiste l’energia negativa il problema è come convertirla..qualcuno conosce il modo…
@ Sonia:
svelacelo, facci il regalo per il 2011