Nel ddl intercettazioni resta la norma che obbliga anche i blog a pubblicare entro 48 ore le rettifiche. “Per i siti informatici compresi i giornali e i periodici diffusi per via telematica le rettifiche sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. repubblica.it
Ce l’hanno spiegato al corso dell’ODG la scorsa settimana: l’obbligo di rettifica (che per la stampa “classica” esiste da sempre) serve a equilibrare i poteri tra chi scrive (che quindi raggiunge folle potenzialmente oceaniche) e chi legge, il quale potrebbe sentirsi offeso, calunniato o leggere addirittura delle bugie, senza la possibilità di replicare.
Ora, se il soggetto lettore non si accorge a breve giro di boa che tu blogger hai scritto cazzate ti denuncia lo stesso, così come ti denuncia lo stesso se ti rifiuti di pubblicare la rettifica, ma solo che con la rettifica hai la possibilità di scegliere se rettificare o no.
Le situazioni che si profilavano prima di questo DDL erano:
Il personaggio si accorge di quello che hai scritto subito – ti denuncia
Il personaggio si accorge di quello che hai scritto tra un mese – ti denuncia
Con il nuovo DDL le situazioni sono:
Il personaggio si accorge di quello che hai scritto subito e ti chiede la rettifica – la fai e la cosa si chiude
Il personaggio si accorge di quello che hai scritto subito e ti chiede la rettifica – non la fai e ti prendi una denuncia
Il personaggio si accorge di quello che hai scritto tra un mese – ti denuncia
La differenza è che uno ha la possibilità di scansarsi una denuncia, ma se vuole invece andare avanti ed arrivare in giudizio lo può fare.
Questo DDL, per quando imbarazzante per alcune cose, mette dei paletti precisi, delle regole prima inesistenti, riguardanti i blog (sempre più letti e potenti).
Io personalmente preferisco inserire una rettifica piuttosto che andare in giudizio, e se sono assolutamente convinto di avere ragione me ne vado in giudizio come sarebbe successo prima del DDL.
Sbaglio? Mi pare che ci sia un accanimento “ideologico” verso questa cosa, più che una razionale lettura della questione in oggetto, e basta leggere un po in giro per rendersene conto.
La dimostrazione del fatto che ho ragione verrà dai commenti :)
Update delle 13
Il lettore Leonardo Fiorentini ha fatto un commento molto interessante del quale non solo prendo atto ma su cui voglio anche riflettere un pochino, quindi lo condivido, o meglio ne condivido il pezzo principale:
“Ottemperare all’obbligo di rettifica non annulla eventuali conseguenze penali e civili legate all’eventuale diffamazione… semplicemente ti prendi pure la multa se non hai proceduo”
Potrebbe essere il modo giusto di interpretare la legge, e la luce su di essa cambierebbe. Che ne dite?
Fratello sono dalla tua parte! Penso che alla base di tutto, giochino tre importanti fattori: strumentalizzazione, accanimento ideologico, disinformazione.
Alla fin fine, basterebbe leggersi il DDL e non lasciarsi trasportare dal “ho sentito dire che…”
Diamo a Cesare quel che è di Cesare…
Posso dire tranquillamente che la penso come te. Non solo: finora abbiamo assistito ad una quantità di blog che non fanno altro che sparare ca…te, senza essere responsabili di quello che dicono.
Ora questi personaggi che, per come la penso io, altro non fanno che abbassare drasticamente la credibilità di quanto puoi trovare scritto in rete, probabilmente si faranno qualche scrupolo in più.
Le cose d’altronde stanno esattamente come hai scritto tu nell’articolo. La denuncia da parte di qualcuno che si ritiene diffamato c’era anche prima e rimane.
Il malcostume di denunciare qualcuno senza motivo anche, ma questo è dovuto al fatto che in Italia il codice penale non prevede sanzioni per chi fa denunce a vanvera (al contrario di quanto accade, ad esempio, in inghilterra, dove se vuoi denunciare qualcuno e lo fai senza fondati motivi ti becchi una sanzione da decine di migliaia di sterline).
Ricordiamoci comunque che esiste un reato definito come “lite temeraria”, ovvero che la legge punisce con sanzione civile e penale chi denuncia qualcun altro senza fondato motivo.
Quello che a me dà fastidio del decreto sono le 48h… tempo brevissimo, se mi chiedono una rettifica e ho tempo sette giorni vedrò sicuramente la richiesta e la pubblicherò, se ci sono 48h di tempo boh chissà.
Poi vorrei capire le metodologie per richiedere una rettifica, immagino dovranno mandarmi una raccomandata A/R aspettare che io la ritiri, vedersi pubblicata la rettifica. E se è così dove sono le 48h?
Me la chiedono per mail? E se finisce in spam? E come fanno a dimostrare che mi è arrivata? Boh.
Ricardo @devnulI
Non mi sono mai preoccupato molto della cosa poiché mi affido più alla satira che alla denunzia conclamata, quindi, se Franz e Rudy mi rassicurano, non posso che accodarmi ai loro commenti ed articoli.
@ Ricardo:
Questo è il lato oscuro del DDL! Immagino comunque, avranno pensato ad un sistema univoco per far partire il cronometro nel momento giusto!
@ Ricardo:
Infatti le opposizioni che si possono fare alla cosa sono di forma e non di contenuto. Come deve essere fatta la richiesta? In quale forma? Nei commenti? Con una raccomandata? Con una mail? Questo è il punto in effetti, concordo.
@ Prepuzio:
Amico mio, non si è immuni nemmeno con la satira purtroppo e non lo si è neppure riportando un fatto e denunciandone la falsità…. si è denunciati per diffamazione lo stesso.
Lo sto vivendo sulle mie spalle, con un VIP del quale racconterò.
A sto punto, ben venga la notifica :(
Comunque grazie mille per la fiducia, da te che hai la lingua come una lama d’acciaio, ha un valore doppio
Non sono d’accordo su quanto hai scritto, per il semplice motivo che l’eventuale diffamato è già tutelato dal codice penale. Io gestisco un blog di informazione politica e d’inchiesta su Cologno Monzese, la città del biscione (ma, soprattutto, la mia città).
Quando parlo di politica, devo andare oltre le parole dei politici, capire le strategie che si stanno attuando, le bugie che si dicono per lanciare messaggi, leggere la situazione e dare una mia interpretazione. Interpretazione che può essere giusta o sbagliata, che può attirare le ire di molti, che porta molti a chiamarmi e a minacciare querele nei miei confronti (mai pervenute fino ad oggi).
Con questa norma, ogni cosa che scriverò, ogni “editoriale”, sarà rettificato da tutti. “No, io non intendevo dire ciò, no, io non ho mai fatto questo, no, io con quello non mi sono mai incontrato, no, io non ho mai tentato di alzare le mani ad un consigliere”. E perchè, a questo punto, dovrei continuare a scrivere se, ogni cosa che pubblico, può essere rettificata, pena 12.500 euro di multa? Chi me lo fa fare? Tutte le rettifiche che riceverò le pubblicherò, anche quelle che potrei non pubblicare, mica voglio rischiare una multa salata. Io non ci campo con questo blog, è un passatempo che prendo molto seriamente e che nella mia città è diventato molto conosciuto, ma io non ci campo e, quindi, non ci voglio nemmeno morire.
E’ pericoloso quello che sta avvenendo. Se arriva l’ok a questa legge fascista prima dell’estate, io per andare in ferie tranquillo sarò costretto a chiudere il blog o ad inventarmi qualcosa.
Ciao Rudy, domandona :
ma se il server che ospita il mio sito(di cui sono anche proprietario) si trova negli stati uniti, e il dominio con relativi dns è comprato da una società italiana ma con sede all’estero, mi devo preoccupare pure io di questo DDL o posso altamente fregarmene?
@ Rudy Bandiera:
Ah, beh, sì, ma la satira ha un’arma di difesa in più: si può sempre affermare di essere stati fraintesi. Naturalmente, per farlo ci si deve lasciare una via di fuga.
Mi spiace ma non sono d’accordo.
Con questo sistema, se io dico che alla “Pizzeria da Peppino” la pizza non è buona, mi toccherà fare la rettifica. Invece, prima, Peppino se ne guardava bene dal trascinarmi in tribunale.
Ecco perché il bavaglio: mica per 10 fatti enormi, ma per centomila piccoli che tutti insieme contribuiscono a zittirci e a farci camminare sulle uova ogni volta che scriviamo…
(Le denunce e le minacce, forse non lo sapete, vengono più da aziendine che si ritengono diffamate per le critiche ai loro prodotti, che dai politici che rubano!)
@ Christian Governanti:
quella che tu chiami legge fascista è un retaggio della legge sulla stampa che esiste dal 1948… post fascista quindi, e che per la stampa esiste da sempre.
Pur esistendo da sempre non mi pare che il Corriere o Repubblica passino le giornate a pubblicare rettifiche.
Infatti le opposizioni che si possono fare alla cosa sono di forma e non di contenuto. Come deve essere fatta la richiesta? In quale forma? Nei commenti? Con una raccomandata? Con una mail? Questo è il punto in effetti.
@ antonio:
Bella domanda, domanda che dovresti rivolgere al tuo avvocato :D Secondo me è un caso da giurisprudenza, come tutti i casi che riguardano Internet in pratica. Non so cosa dirti.
Barbara ha scritto:
no scusa, ti toccherà SE VUOI. E se non vuoi Peppino ci penserà bene prima di portarti in giudizio, esattamente come prima.
@ Rudy Bandiera :
forse ho capito male io, ma se tu non pubblichi la rettifica entro 48 ore poi sei trascinabile in tribunale e se la richiesta di rettifica era lecita ti trovi a pagare 12.500 euro se ti va male.
Ma scusami Rudy, se tu ricevi una rettifica che reputi insensata, chi te lo fà fare di rischiare di pagare una multa salata? A questo punto la pubblichi, con tutto quello che vuol dire: perdita di credibilità, perdita di interesse tuo e di chi ti legge, frustrazione ecc ecc
Credo che ci sia una sola tristissima verità, al di là delle ideologie politiche, che prima o poi passano, e dei tempi che inevitabilmente cambiano: non esistono leggi perfette! E’ impossibile, per quanto le si studi a fondo e semmai ci siano i migliori propositi e intenzioni. Quindi ci dobbiamo accontentare del meno peggio…? Temo proprio di sì, anche in questo caso. A Cremona (e non solo) si dice “piuttost che nient l’è mei piuttost” e il popolo, si sa, ha sempre ragione…
Christian Governanti ha scritto:
hai capito bene. Se la pubblichi vuol dire che ammetti la ragione di quello che ha chiesto la rettifica e se non la pubblichi vai in tribunale, esattamente come avviene oggi se uno ti denuncia per diffamazione.
Si aggiunge solo una possibilità, che è quella della verifica.Christian Governanti ha scritto:
Non importa come la reputo io ma se lo è o no! Anche oggi se uno mi denuncia vado in tribunale e sono i giudici a decidere chi ha ragione.
Ti faccio un esempio: il famoso VIP che mi vuole denunciare non mi ha mandato la richiesta di verifica ma direttamente la lettera nella quale mi dice che mi querela. Ora, io o pago le spese legali e cancello il post oppure vado in giudizio.
Con la verifica avrei avuto lo stesso le due possibilità ed in più quella della verifica.
@ Rudy Bandiera:
Non sono un legale e potrei benissimo sbagliarmi, ma quando io querelo una persona non è che automaticamente la querela arrivi alla persona querelata. Prima penso ci sia un giudice o chi per esso che valuta se esistono o meno gli estremi per la querela. Se non ci sono la denuncia finisce nel cestino, se sussistono si procede…
Christian Governanti ha scritto:
no no, se tu quereli quereli e basta. Nessun giudice decide se devi o no essere querelato, manco per sogno. Se io adesso ti querelo la querela ti arriva, e basta.
Rudy Bandiera ha scritto:
No, ma si pagano legioni di avvocati che li assistono per le denunce.
@ Christian Governanti:
Forse la querela ti arriva lo stesso in modo automatico, ma poi il giudice, prima del processo, non controlla se sussistono i presupposti per la querela?
@ Monekycohop:
non è così in effetti. Pubblicano le rettifiche nelle “lettere al direttore” aggirando la norma secondo la quale si dovrebbe mantenere la stessa veste grafica per la rettifica, norma che viene considerata interpretabile.
@ Christian Governanti:
ma no Cristian! Funziona così: ti arriva la querela, si va in tribunale, c’è il processo e alla fine il giudice decide chi ha torto o ragione.
Non so quanti di voi abbiano mai avuto bisogno di un avvocato, io purtroppo sì, anche se hai ragione le spese sono tante.
Nonostante tutto mi fido della giustizia italiana, non credo che chi abbia buoni avvocati riesca a vincere una causa anche se dalla parte del torto, ma è comunque in grado di fartela “soffrire” un po’ di più, tradotto in soldoni: son soldoni!
Dovessi scrivere qualche cosa sul mio blog contro XXX e lui mi chiedesse la rettifica, non starei tanto a pensarci, prenderei e rettificherei, non ho la potenza e, diciamocelo, le palle per far valere il mio pensiero.
E’ vero quanto dici tu, se uno vuol scansarsi una denuncia lo può fare, ma è anche vero che il signor XXX ha un’arma in più perché può usare il suo “potere” per far tacere persone senza nenache fare un azione legale.
Qualcuno si starà chiedendo: “Ma come, dici che se una persone potente ti chiedesse di fare una rettifica lo faresti al volo per paura di una denuncia, e non sei d’accordo con una legge che ti permette, appunto, di evitarla?”
Il concetto è questo: nessuno è infastidito da quello che scrivo, non sono né una famosa testata giornalistica né – aimè – un famoso blogger, ma quando tanti come me scrivono la stessa cosa, sui blog o sui social network, allora la cosa può dar fastidio e questa legge è uno strumento per mettere a tacere la cosa.
Per assurdo XXX potrebbe creare un ufficio incaricato di cercare notizie ritenute fastidiose e provare a chiedere a tutti la rettifica, rimarrebbero le voci forti ma verrebbe azzittita la moltitudine.
Rudy Bandiera ha scritto:
cioè non hanno avvocati che un giorno si e l’altro anche devono risolvere grane? comunque non ci piove che anche i blogger debbano rispondere di quel che scrivono, ma le leggi per queste cose esistono già (diffamazione, calunnia ecc.). Questa normativa è abbastanza “in più” e vedendo da chi arriva quantomeno sospetta.
facciamo un esempio pratico: il gesto del mitra di Berlusconi contro la giornalista che aveva osato porre una domanda scomoda a Putin.
E INEQUIVOCABILMENTE la mimica di un mitra puntato (lì nella Russia di Putini, l’amico di Berlusconi, i giornalisti muoiono sul serio, infatti la poveretta è scoppiata a piangere), c’è la foto accidenti!. La metti sul tuo blog e arriva uno tra i mille Ghedini che ti scrive e ti dice di rettificare perchè in realtà era un gesto di ausilio al fatto che l’arcoruto non ci vedeva bene quel giorno e per mettere a fuoco meglio la giornalista che le aveva fatto una domanda si era aiutato con le dita puntate.
Il mastino non ha problemi, avendo un ricco plafond a disposizione, di querelarti comunque nel caso che tu non “rettifichi” (cioè togli la foto o metti obbligatoriamente l’insostenibile e ridicola definizione voluta dall’avvocato che ti ha scritto) mentre tu sei un povero cane che ha la passione di tenere un proprio diario elettronico personale. Figurati se ti ci vai a mettere contro, chiudi il post, o il blog e tanti saluti al libero pensiero ex Art. 21 della Costituzione.
Normative del genere favoriscono SOLO ed ESCLUSIVAMENTE chi ha tanti soldi e può usarli permettendosi di impaurire la gente tramite avvocati, riuscendo a ribaltare anche delle evidenze con l’utilizzo coercitivo del proprio potere. E’ solo una delle sfaccettature del bavaglio sull’informazione, esattamente come nei regimi fascisti. Poco importa se la normativa del 1948 è postfascista, questa è di stampo fascista. Solo che ci se ne accorge sempre troppo tardi.
Sono cavalli di troia, si parte da qualcosa che tutto sommato è condivisibile e la si tollera (a parte che non si capisce ancora cosa si intende per “rettifica” e quali sono i suoi limiti) per poi arrivare all’impedimento totale e a tutti i livelli. Cose già viste ma che sembrano non riaffiorare mai alla mamoria, bisogna rifarsi tutto l’iter e sbatterci il naso per poi dire “azz… se lo avessi fermato prima…”.
Tutto questo chiaramente senza spirito polemico, ma d’opinione.
P.S. scusa se replico qui i miei scritti in OKno (ErlKoniG), ma è magari per coinvolgere persone che non lo frequentano su questo tema.
Daniele ha scritto:
Rispecchia il mio pensiero al riguardo. Non vedo una possibilità in più per il possibile querelato, ma per chi ha il coltello dalla parte del manico, e questo coltello è il potere, mediatico, monetario, entrambi. La rettifica dovrebbe essere uno strumento per correggere una falsità conclamata. La mia vecchia prof diceva una cosa saggia: rispetta le opinioni, pro e contro, sempre, fino a quando non diventano bugie, allora potrai cominciare a chiamarle stupidaggini. Scusate l’intervento non tecnico.
Monkeychop ha scritto:
fai benissimo! Io faccio uguale, infatti adesso ti copio anche qua quello che ho detto di la ;)
@ Monkeychop:
ti rispondo con un esempio pratico che mi ha toccato da vicino in questi giorni: il famoso VIP che mi vuole denunciare non mi ha mandato la richiesta di verifica ma direttamente la lettera nella quale mi dice che mi querela. Ora, io o pago le spese legali e cancello il post oppure vado in giudizio. Con la verifica avrei avuto lo stesso le due possibilità ed in più quella della verifica. Passando adesso al tuo esempio: se arriva Ghedini e ti dice di rettificare puoi farlo oppure no e se non lo fai vai in giudizio. Oggi, per lo stesso esempio che riporti tu, non hai la possibilità di rettificare ma ti trovi direttamente in giudizio, sempre con gli stessi mastini e con lo stesso Ghedini.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
si ma quindi vedi che è una possibilità in più? Quallo che voglio dire (e non hai nulla di cui scusarti se non sei tecnico) è che oggi vieni querelato e basta. Domani, le stesse persone che oggi ti querelano ti chiederanno prima la verifica.
Ora, tu rimani sempre il blogger sfigato di sempre, loro i ricconi con potere mediatico/danaroso/echecazzoneso ma almeno ti puoi cavare fuori senza spendere dei soldi.
Cioè non è che oggi non ti querelano eh… ti querelano eccome!
Ho come l’impressione che si stia alzando un polverone per nulla. Non so, sarà che non sono ancora chiare (per me) le regolamentazioni delle rettifiche, ma non ci vedo questo clima fascista che ho letto nei commenti.
Per esempio, @Barbara e @Christian Governanti, non credo proprio che basti essere in disaccordo con qualcosa per beccarsi una rettifica, sarebbe un non-sense e addirittura potremmo ritrovarci con il coltello dalla parte del manico. Se scrivo che il posto X fa una pizza orribile e costosa, il gestore può inviarmi una rettifica, forse. Ma cosa succede dopo? Che io pubblico un ulteriore post dove “mi scuso” e che rettifico perchè voglio evitare multe. Risultato? Il danno d’immagine per il posto X è doppio: primo, la sua pizza fa cagare (perdonatemi il francesismo) e secondo, il gestore non sa gestire “le criticità” e probabilmente è un pirla.
Sarò ottimista, magari, ma non credo proprio che l’arma della rettifica possa essere usata da tutti, quando e come si vuole. Vi ricordo inoltre che spesso le contro-denunce (se per caso si segue l’ambito penale) spesso e volentieri hanno successo, se fatte con la testa. E poi ricordiamoci una cosa: se il fatto è vero e comprovato, non esistono rettifiche di cui possiamo avere paura. O sono solo un sognatore?
Rudy Bandiera ha scritto:
ovviamente era la rettifica :)
Matteo Bianconi ha scritto:
succede esattamente quello che hai detto tu oppure succede che tu lo mandi in culo, non rettifichi ed io poi voglio vedere se ti denuncia!
Insomma, concordo con te :)
Cancella pure questo commento, voglio solo avvertirti che ti ho inserito nei links del blog, complimenti per il tuo :)
Matteo
@ Matteo Bianconi:
no no che non lo cancello, poi come faccio a bullarmi con parenti ed amici? Grazie mille :)
Rudy Bandiera ha scritto:
Eh, ma la verifica di cosa? Di un errore? Se lo fai bene, se no, tribunale. Di una presunta diffamazione? Se lo fai ti tappi la bocca, e pure volontariamente…la prima volta. La seconda volta ci penserai bene prima di scrivere che XYZ , secondo te, ha un comportamento deprecabile rispetto ad una detta situazione. La terza volta non lo scriverai, anche se lo pensi. E poi non lo penserai nemmeno. E’ umiliante e ingiusto. Dirai forse che ragiono in modo ingenuo e idealista, può darsi, anzi sicuramente, ma a me questo ddl sembra, come è stato detto, un cavallo di troia bello e buono (cattivo) e non ti nascondo che mi spaventa un po’ vederti sostenere tal tesi, anche se capisco che parli da persona coinvolta.
Rudy Bandiera ha scritto:
anch’io anch’io :D
Capisci però che è comunque a senso unico? O rettifichi secondo le richieste, o ti becchi la denuncia. Adesso perlomeno possono ottenere più velocemente la rimozione del post che magari li sputtana ancor più perchè è la verità.
Considera che l’intimidazione costa molto meno di una querela.
Diciamo che è una licenza di intimidazione a costo raccomandata… (adesso mi ricopio questa frase dall’altra… una vitaccia insomma….) :)
Matteo Bianconi ha scritto:
Beh, finché parliamo della pizzeria Sfigati sono d’accordo. E’ drammaticamente diverso quando una persona di peso ti intima cancellare qualcosa di vero. Con questo sistema lo fai, altro che far muro al pizzarolo.
(mi sa che qualche anno è passato, come stai?)
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Scusa Andrea: oggi non ti chiedono la verifica ma ti mandano una lettera firmata da 7 avvocati dove ti dicono che o cancelli il post e rimborsi le spese legali o si va in giudizio, ok?
Domani sarà ancora così ma con l’aggiunta, prima di questo, che potrai pubblicare una rettifica senza spesa per nessuno.
Si tratta solo di aumentare lo spettro delle scelte a tua disposizione.
Oggi: post-querela
Domani: post-rettifica-querela
Puoi dire che è umiliante, e lo è, ma lo è anche oggi con la differenza che oggi oltre ad essere umiliato devi anche pagare dei soldoni. Non so se capisci quello che voglio dire…
Oggi il post lo cancelli e paghi, perchè è così, domani o cancelli e paghi o rettifichi.
@ Monkeychop:
Non è così, dal mio punto di vista: tu dici “O rettifichi secondo le richieste, o ti becchi la denuncia” ed è vero mentre adesso ti becchi direttamente una denuncia o una lettere dell’avvocato che ti dice di cancellare il post e pagare le spese legali. Lo so per certo, ci sono in mezzo a piedi pari. Anzi, prepara le arance da portarmi in prigione :)
Comunque sto copia incolla mia sta ammazzando :D
@ Rudy Bandiera:
@ Rudy Bandiera:
Le arance e anche un LIMONE…
secondo me è solo un modo di allargare il ventaglio di possibilità di levarsi dalla palle notizie scomode (ma anche semplici opinioni) a costo praticamente zero. Fare querele costa, se un potente dovesse querelare migliaia di blogger che riportano una notizia scomoda hai voglia di metter giù soldi in avvocati… così invece basta mandare una letterina a costi irrisori e ottenere lo stesso risultato per gran parte dei casi. Resterà certo qualcuno fuori che non l’avrà letta per tempo, ma ci sarà un magnanimo gesto che aumenterà i tempi di questa “zona di Damocle” nella quale vivi con la tua bella spada sopra la testa facendola passare anche per una concessione ai peones.
Guarda, più ci penso e più concludo che è un’autentica maialata.
io mi fermo qui altrimenti diventa un lavoro :D, dall’altra parte però se necessario continuo. Grazie dell’ospitalità ;)
Rudy Bandiera ha scritto:
Appunto. Non è uno strumento di tutela in più per TE. In questa frase non vedo nulla che possa tornare a tuo vantaggio.
Rudy Bandiera ha scritto:
…
…
vabbè.
@ Monkeychop:
grazie a te, è stato un piacere!
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
Andrea, ma come no porca puttana? Ascoltami: oggi ti querelano e basta, domani ti chiedono di rettificare e se non rettifichi ti querelano.
Quando ti chiederanno di rettificare tu potrai dire di no e ti quereleranno esattamente come oggi, solo che lo sceglierai tu.
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
si dai, non fare il permaloso per favore, volevo dire non so se mi sono spiegato bene.
Scusa
guardate che ottemperare all’obbligo di rettifica non annulla eventuali conseguenze penali e civili legate all’eventuale diffamazione… semplicemente ti prendi pure la multa se non hai proceduto…
premesso che una rettifica non dev’essere necessariamente condivisa da chi ha l’obbligo di pubblicarla, l’illogicità della norma sta proprio nell’assimilare blog e siti, spesso amatoriali, a iniziative editoriali professionali o semiprofessionali, sottoponendole a norme di una legge sulla stampa che peraltro ha più di sessant’anni.
Nonostante il mio lavoro sia sul web, mi può capitare di non vedere la posta (tralasciamo ora il problema della forma della richiesta di rettifica) per più di 48 ore. Un blog non è un quotidiano con qualcuno sempre in redazione e un giornalista professionista iscritto all’albo (e quindi in teoria a conoscenza delle norme di legge e di quelle derivanti dalla deontologia professionale) come direttore responsabile.
Il blog è un luogo in cui si esprimono opinioni. Spesso è talmente poco visitato che può tranquillamente essere definito privato. A volte è molto seguito, ma resta un luogo non assoggettabile, a mio parere, alle norme sulla stampa.
L’obbligo di rettifica per i blog è come obbligare il sottoscritto, dopo aver detto oggi al bar che Leonardo Fiorentini ha rubato un biscotto dal vaso, a tornare entro 48 al bar per render nota la rettifica (non erano biscotti, bensì fette biscottate). Le norme per tutelare la diffamazione esistono e come molti blogger sanno sono spesso utilizzate. La rettifica è liberticida nel momento in cui la norma sancisce un obbligo con termini e sanzioni sproporzionate rispetto al mezzo utilizzato (un blog amatoriale) e interferendo su un diritto, quello di espressione delle proprie idee, tutelato costituzionalmente.
@ leonardo fiorentini:
trovo il tuo commento molto intelligente e ne prendo atto, assolutamente.
Poi voglio far notare una cosa, che secondo me è molto importante: leonardo fiorentini ha scritto:
Come deve essere fatta la richiesta? No perchè questa è una cosa importante. Se avviene per mail come la mettiamo se finisce nello spam ad esempio?
@Rudy: se è come dice Fiorentini, che una rettifica non vuol dire niente querela, il vantaggio per i blogger non esiste, anzi…
@ Christian Governanti:
sei stato dormiente fino adesso :D
Si è vero, se è esattamente come dice Fiorentini il vantaggio per i blogger non esiste. Mi informerò meglio sulla questione rettifica si o rettifica no.
@ Rudy Bandiera:
mentre lavoro leggo i commenti, ma non posso rispondere a tutto :)
ma leggo e mi tengo aggiornato su quello che si dice qui
@ Christian Governanti:
In efetti Fiorentini ha letto la norma da un punto di vista che non avevo considerato: questo è il bello di avere un blog, ovvero il mettersi in discussione ed imparare delle cose.
Faccio un update al post, per dovere di trasparenza :)
@ Rudy Bandiera:
potrebbero mettere l’obbligo di PEC (anche questo, anche se piccolo, sarebbe ulteriore ostacolo alla libertà di espressione, se non hai una posta certificata non puoi aprire un blog…).
o un obbligo di iscriversi ad un registro da cui siano ricavabili gli indirizzi per la notifica
credo che servirà un decreto attuativo, o forse anche qualcosa con forza di legge.
oppure lasceranno tutto simpaticamente alla giurisprudenza: “ho lasciato un bigliettino sull’auto del blogger e quello non ha rettificato entro le 48 ore…”
;-)
@ Rudy Bandiera: vediamo la cosa sotto punti di vista opposti e non credo assimilabili. Per me la rettifica non rappresenta nulla di buono, per te è un modo per salvarsi eventualmente le terga. La discussione si fa interessante e i miei argomenti latitano, mi limito a leggere adesso.
@ leonardo fiorentini:
ho fatto un update al post, riportando parte del tuo commento del quale ti ringrazio. Comunque penso che qualcosa la si debba fare, dico davvero, e non credo sia limitare la libertà. Oppure mandiamo tutto alla cazzo e via così :D L’idea dei bigliettini non mi dispiace…
@ Andrea Giuseppe Capanna:
il bello di poter avere accesso alle persone (come ho io per fortuna) è che le certezze sono sempre poche e che la possibilità di imparare è sempre elevatissima.
Secondo me avevi assolutamente torto, in base alle informazioni che avevo, torto che non è più assoluto dopo l’aggiunta delle info di Fiorentini.
Spero che adesso passi Tremonti insieme a Ghedini e che ci dicano il cazzo che vogliono fare :D
Per intenderci meglio: se rettifichi, magari chi si è sentito “offeso” non procede con ulteriori vie legali. Ma se scrivi che Leonardo Fiorentini è un ladro di biscotti, anche se pubblichi la rettifica due giorni dopo, Leonardo Fiorentini ritenutosi diffamato perchè non ha rubato i biscotti ha tutti i diritti di querelarti in sede civile e penale. Magari, vista la rettifica, avrà meno “quantum risarcitorio” ma il procedimento per diffamazione va avanti.
Soprattutto dal punto di vista penale, tenendo conto che nel nostro paese l’azione penale è obbligatoria, se diffami qualcuno e la notizia di reato arriva al magistrato il procedimento (magari poi si ferma dal GIP) mi sa che non te lo leva nessuna rettifica “risarcitoria”.
Insomma se scrivi una cosa falsa, già oggi sei ampiamente punibile dalla legge (giustamente). L’obbligo di rettifica ha un semplice valore di dissuasione dall’esprimere opinioni, soprattutto se “controverse”…
@ leonardo fiorentini:
condivido appieno le tue analisi, le leggi che tutelano gli individui dalla diffamazione esistono già, questa è una normativa che permette di intervenire con intimidazioni a costo quasi zero per rimuovere o “rettificare” nel senso voluto contenuti scomodi, sopratutto opinioni. Fatta su misura per chi ha mezzi da mettere in campo (perlopiù potenti), per coprire notizie e opinioni scomode.
Querelare in Italia è facile come bere una birra, se hai 2 soldi per l’avvocato il gioco è fatto. Io aggiungerei cio’ che c’è in altri paesi, se perdi la querela, la parte querelata puo’ chiedere risarcimento, e le cifre sono sempre da capogiro. Con questo metodo i querelanti ci penserebbero 10volte. Ciao belli
@ Rudy Bandiera: Ho un orgoglio smisurato e malsano, piuttosto che rettificare un’opinione (non un errore, ovvio) preferirei finire in galera, giuro e sono molto serio. Rettifica per me equivale a mangiare la merda che altrimenti mi farebbero ingoiare a forza. Ecco perché, nel concetto, ci vedo un orrore e mi spavento. Lo so pure io che all’atto pratico se cancello o modifico mi risparmio un mucchio di grane.
Il mio torto non muta il suo stato con le parole del buon Fiorentini, rimane tale e quale, e se mai dovessi trovarmi un giorno nei guai, affogherei di sicuro. Peace.
@ Ricardo:
forse obbligheranno i bloggers ad avere una email certificata???!! :/
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Andrea, sì, qualche anno è passato, è un piacere “re-incontrarti”! Tutto bene, buon lavoro, scrivo e fra un po’ forse pubblico… :) Te?
Per questo discorso invece ti posso dare ragione, ma non sono spaventato da questa cosa delle rettifiche. Come ho letto sopra “Querelare in Italia è facile come bere una birra, se hai 2 soldi per l’avvocato il gioco è fatto”. Secondo me non cambierà molto da ora. Anzi, forse c’è la possibilità di vedere meno querele… o forse di più. Non me la sento di dire che “sarà sicuramente così” o meno, perchè sulla carta non la vedo davvero come legge “fascista”. Poi, ripeto, forse sono troppo ottimista.
Sicuramente la possibilità di rettifica offre l’opportunità di evitare un’azione legale ed è quindi in linea teorica una cosa positiva.
Quello che mi viene in mente, anche rispetto ad alcune osservazioni lette qui sopra, è che la richiesta di rettifica è molto poco impegnativa, quindi, molti che non farebbero mai una azione legale, probabilmente faranno richiesta di rettifica e chi si sentirà tanto sicuro per non rettificare?
Parlo sicuramente dei pesci piccoli, come nell’esempio della pizzeria che c’era sopra, il proprietario non procederebbe mai legalmente contro un opinione personale, per costi e tempi, ma richiedere rettifica costa nulla e chi mi assicura che non abbia poi intenzione di procedere se non rettifico?
Ma il discorso vale anche per i pesci grossi, un’azione legale costa tempo, se scrivo qualcosa di scomodo, ma sono un bloggher che conta come il due di picche, il ghedini di turno non si prenderebbe certo la briga di fare un azione legale e perdere tempo per me quando è circondato da problemi con pesci ben più grossi, ma se invece basta richiedere la rettifica impiegando 5 minuti per modificare un documento già predisposto, posso permettermi di farne a centinaia, chi non rettifica vedendosi arrivare una richiesta da un pesce grosso che minaccia azioni legali dall’alto del suo folto staff di avvocati?
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
Non è orgoglio ma vuol dire essere testoni. Scusa ma se, alla luce dei fatti, le cose che hai detto (anche in quanto opinioni) cambiano, se vieni a sapere cose che prima non sapevi, non ti pare saggio cambiare idea?
Io oggi l’ho fatto.
Io non riesco a dire NON rettifico una mia opinione, ma questo esula dal discorso legale ovviamente.
Comunque fai come credi, a me piace rimanere in discussione e mutare in base ai fatti che mutano… se mi rendo conto che ho sbagliato posso rettificare. Pis :)
@ Scu:
punto di vista interessante. Minkia, questo post sta tirando fuori un sacco di cose alle quali non avevo pensato bene!
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
E poi amico non si parla di questo! Cioè si parla di fatti, non di opinioni. Cioè tutti, credo tutti, dicono e pensano seriamente che sostengono le proprie opinioni, ma per queste è difficile che ti chiedano una rettifica, e se te la dovessero chiedere che si fottano ecco :)
@ Matteo Bianconi: ma pure io sono un ottimista, pure troppo, per questo mi faccio trascinare e non riesco a mettere sul tavolo un pensiero lucidissimo. Nemmeno io ci vedo lo stampo fascista a dire il vero, ma non posso dirmi tranquillo, anche se all’atto pratico non rischio niente dal mio bassume. E se il minor numero di querele fosse legato ad una minore esposizione dovuta alla paura di finire nei guai? Io questo temo, e per questo non riesco a vederci un vantaggio. Come ho detto sono capoccione.
(davvero pubblichi? Congrats! Io in questo momento faccio su e giù da Bergamo, c’ho la vita un po’ incasinata, ma non posso dire di star male)
piccolo OT: Rudy, ma sai che è stato per questo ometto qui che ho aperto il mio primo (morto) blog? Pura ammirazione :)
A parte il fatto che appena sarà in vigore la legge farò rettificare il voto negativo che è stato dato al mio commento :-)
Come la mettiamo con Twitter? Se io scrivo un tweet: “Rudy Bandiera è un ruba ciccioli”, Rudy può chiedere la rettifica? E puo chiederla anche a tutti quelli che fanno RT?
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
ma dai?! Ma grande! Amo quete belle rimpatriate, sono felicissimo. Molto piacere di conoscerti Matteo, gli amici di Andrea sono i miei amici :)
Daniele ha scritto:
messa giù così potrebbe sembrare una cazzata ma non lo è per niente. Secondo me le cose sono così: se uno scrive che rudy ruba i ciccioli, rudy lo denuncia, non ne chiede la rettifica, e lo fa a chi ha lanciato il tuit, con richiesta di rettifica a quelli che hanno fartto RT.
Ma poi, posso chiedere rettifica a chi ha semplicemente un account twitter residente a San Diego?
La scorsa settimana parlavo con un avvocato che mi ha detto che Internet ha SBUDELLATO il modo di concepire la legge e ormai tutte queste cose, come quella dei ciccioli appunto, diventano giurisprudenza.
C’è una densità tale di minckiate che si possono fare da non poter essere preventivate.
E comunque NON rubo i ciccioli, rettifica subito! :D
Rudy Bandiera ha scritto:
Certo, sui fatti non posso dire nulla, se dico rosso e mi si fa presente che è blu, allora è chiaro che ho detto una stupidata e devo raddrizzare. Lo stesso su un’opinione che si basa sui fatti, se per me Tizio è brutto e cattivo per un dato motivo, e quest’ultimo si rivela infondato o non preciso, allora anche la mia opinione decade. Ma come la mettiamo su un parere che io ritengo personale e senza “rischi” che viene preso dal soggetto in questione come una calunnia o una diffamazione?
sei sicuro?
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
esattamente come oggi. Se tu riporti una notizia presumibilmente falsa e la riporti dicendo che è falsa (per dimostrare che è falsa) il soggetto della notizia ti denuncia per diffamazione, se gli gira male.
Come oggi, ne più ne meno. Il “diritto a sentirsi offesi” vale di più del “diritto di cronaca o di opinione” e la cosa non è cambiata.
Andrea Giuseppe Capanna ha scritto:
No, è una mia opinione ;)
Rudy Bandiera ha scritto:
Purtroppo. Non sono un giurista ma è evidente che da troppi anni molta gente abusa del del diritto di sentirsi offesi. Che poi, stiamo parlando solo di presunti danni d’immagine, e questo è ancora più triste.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Ecco, in questo quoto tutto. Nemmeno io sono un giurista ma queste cose (che mi toccano ultimamente da vicino) le ho chieste all’avvocato dell’ODG di Bo la scorsa settimana,
Ha ragione Ardu: querelare oggi in Italia è troppo facile e chi ha i soldi -siamo sempre li- fa tutto il cazzo che gli pare.
Questo è davvero imbarazzante.
Rudy Bandiera ha scritto:
E’ questo che dovrebbe cambiare, fondamentalmente. Ecco, siamo un popolo di “offesi cronici”, purtroppo. E dire che gli italiani sono sempre stati capaci di ridere sopra le proprie sciagure. Vi dirò la verità: sono un tipo drastico. Se vogliamo delle riforme vere dovremmo sperare che il Parlamento esplodi e avere un cambio manageriale. Via i “vecchi” e dentro i giovani. Oddio… il venerdì pomeriggio esce il mio lato rivoluzionario. Sarà la voglia di ferie…. aiutatemi!
OT: Eheh, Andrea, esagerato! :) Erano bei tempi quelli. A volte mi mancano. Alla fine ho fatto un gruppo su facebook per diletto, 2 anni fa e ho ricominciato a scrivere ai membri, sempre perchè sono un cazzaro. Ora non ho più un blog, ma alla fine sto creando una “community” per caso.
Per la pubblicazione sto correggendo le bozze, poi mando tutto a Roma che ho un contatto con una casa editrice… e poi si vedrà! Se le cose andranno bene smetterò di fare il “social media manager” e mi darò alla mia passione :)
@Rudy: è un piacere anche per me!
si ma siamo alle solite, “stattene a casa e io non parlo di te”
il problema si ripete, questo DDL propone una piccola possibililtà, attuabile se tu sei disposto a fare un passo indietro, se no come sempre si va avanti e chi l’ha dura…
purtroppo non decade mai l’aticolo quinto e a proposito di soldi nessuno mi ha ancora spiegato come si regola l’ammenda di 12.500euri, perchè quella rompe non poco il cazzo.
e ora avanti con la diffamazione Bandiera è gay, occhio il blog è tuo se mi quereli, quereli anche te stesso, perchè anche se la notizia non è tua la stai diffondendo
jack 3 mani ha scritto:
il paradosso informativo :)
Ho contattato una mia amica che fa l’avvocato e le ho chiesto come funziona una querela, riporto la sua risposta: “In pratica, chi sporge una querela assume la veste di testimone (con le responsabilità), quindi, quello che scrive viene SEMPRE preso in considerazione dal magistrato (la querela è sporta personalmente) a meno che non sia palesemente infondato. In genere chi fa la querela, mette qualche documento, qualche fonte di prova nella stessa: il magistrato fa i suoi accertamenti e se, appunto, non gli sembra proprio una cosa campata per aria, procede. Ti manda allora un avviso che si chiama 415 bis, così che ti munisci di un avvocato e fai tutte le tue osservazioni sulla questione. Nel caso in cui, anche fatte le tue osservazioni, secondo il magistrato il reato rimane, vieni rinviato a giudizio. ora ci possono essere i casi che il magistrato stesso vede subito che si tratta di diritto di cronaca o di critica politica e archivia, negli altri la cosa procede come ti ho detto. “
@ Christian Governanti:
Ok… non capisco ma ok. Cioè come mai ci hai postato questa cosa?
@ Rudy Bandiera:
Ho risposto a quanto sostenevi alle ore 11.10
Se io ti minaccio di querela non è detto che finiamo davanti al giudice e i motivi possono essere due:
– ti voglio intimorire e quindi tento di farti paura e tu rettifichi;
– sporgo formale querela ma non è detto che la mia querela sia fondata, è un magistrato a verificare la fondatezza e, in caso, cestinarla o procedendo alla comunicazione.
In effetti, se fosse veramente come dici tu, e a quanto ho capito la questione è diversa (o almeno lo spero), se io fossi ricco potrei iniziare a querelare per ogni minima cosa chiunque, tanto la querela arriva e il querelato comunque sia spenderebbe una valanga di soldi e magari si rovinerebbe la vita. Invece, a quanto ho capito, se io ti querelo, prima che venga notificata al querelato, la querela è valutata dal magistrato.
Ecco perchè, pure se ho subito 4 minacce di querele per il mio blog, non ho mai ricevuto una notifica.
Christian Governanti ha scritto:
no no, su questo sono d’accordissimo, vorrei anche vedere! Per una minaccia di querela, in quanto minaccia non si va davanti a nessuno.
Io ho semplicemente detto che se dopo la minaccia ti querelano anche, allora si che si va avanti.
Comunque m’ informo bene pure io sull’argomento, che mi interessa assai :)
@ Rudy Bandiera:
scusami, volevo dire che se io ti querelo non è matematico che finiamo davanti al giudice.
Bisogna informarsi, cmq. Io vorrei pure capire se c’è un modo per evitare l’obbligo di rettifica entro le 48 ore (per esempio registrare il sito o il blog all’estero ecc ecc)
Christian Governanti ha scritto:
Mah non so, se la querela è firmata da uno stuolo di avvocati tempo di si, altrimenti non farebbero nemmeno partire l’azione se non ci fossero gli estremi. E non dico gli estremi per vincere, ma per partire hehe.
Comunque si, è un bell’argomento che sarebbe da approfondire, anche la parte della quale parli tu in effetti, tipo che so, spostarsi all’estero con i server.
Mah,.
@ Christian Governanti:
dimenitcavo: nessun giudice deve considerare la tua querela, ma il PM… il quale la fa passare così non si sbatte :D
Certamente il contenuto specifico di una legge conta, ma conta anche di più la volontà politica che la detta.
Altrimenti, estraendo un particolare dall’insieme che solo gli conferisce significato, tutto può essere visto in una luce positiva (persino le cose più atroci, anche quelle che hanno aperto i peggiori baratri della storia).
Le domande da farsi sono: perché questa maggioranza si occupa di internet? Qual è la finalità generale del ddl intercettazioni? Perché il provvedimento nei confronti dei blog è inserito in tale ddl?
Un principio mi pare di per sé evidente: qualunque governo con tentazioni autoritarie teme il potenziale di internet.
Nelle intenzioni, questi sono solo i primi passi. Non basta leggere. È vero che bisogna leggere. Ma non è vero che sia sufficiente. Bisogna anche, e soprattutto, mettere in relazione.
@ antonio:
Ti rispondo io: per legge non importa dove ha sede il server ma il luogo in cui avviene l’ipotesi di reato.
In altre parole: si, ti devi preoccupare lo stesso.
Un principio mi pare di per sé evidente: qualunque governo con tentazioni autoritarie teme il potenziale di internet. Amico PIER PAOLO purtroppo condivido in pieno il tuo pensiero, bisognerebbe sempre capire le intenzioni che muovono un azione.Ciao belli
Io non penso che possano chiedere una rettifica tramite mail o commenti, in quanto “chi cazzo see?” :-)
Quindi DEVONO spedirmi una raccomandata, che IO non ritirerò a casa (e non ho avuto ancora notizia della richiesta di rettifica) che ho 40gg di tempo per ritirare alle poste (altro che 48h…) e che potrei lasciare in giacenza alle stesse… (e ricevuto l’avviso di non recapitata dovranno mandare un avviso legale, raccomandata verde per intenderci) poi, dopo 60gg lo ritirerò e pubblicherò la rettifica a circa 100-130gg (+48h LOL) dalla richiesta….
A me sembra uno scenario formalmente possibile. Se qualcuno è più informato mi spieghi :D
@ Ricardo:
Grande! Secondo me questa può essere la soluzione.
Io avevo pensato di togliere i riferimenti della mail dal mio blog e di dichiarare esplicitamente che, chiunque richieda una rettifica o altro, deve spedire tutto al mio indirizzo di casa con raccomandata a/r perchè la mail sono impossibilitato a leggerla o qualcosa del genere.
Peraltro, io posso mandare una mail a chiunque, ma chi mi dice che quella mail non sia falsa?
Allora, in caso dovessi lasciare la mail sul mio blog, chiunque chieda una rettifica deve mandarmi una mail certificata, tutto il resto sarà cestinato.
Può funzionare?
sostanzialmente concordo con quanti asseriscono che l’espressione del libero pensiero non può paragonarsi alla diffusione giornalistica dell’informazione perché questa è inevitabilmente supportata da una ricerca capillare della fonte e dalla necessità di verifica, l’opinione invece prevede un’analisi soggettiva del fatto secondo quanto rilevato dalle notizie in circolo. Di contro, non mi piace che chiunque possa “opinionare” rasentando la calunnia, ma una legge in tal senso esiste e prevede come specificato che si possa procedere contro il reo. Quello che invece non mi è chiaro riguarda l’ammenda, qualcuno è in grado di spiegarmi come funziona, se scatta immediatamente, se non prevede sconti? Perché alla fine il detterrente a mio avviso si risolve tutto nella multa immediata prevista… insomma Rudy, io non ce li ho 12.500 euri da darti per tutte le minchiate scritte…
Concordo con quanto ha detto Elena: dobbiamo distinguere se si parla di fatti od opinioni. Se si parla di fatti, le notizie vanno pubblicate solo se verificate e con tanto di prove. Dopodichè pubblico tutte le rettifiche che vuoi, sottolineando che le cose stanno come ho detto io e non come rettifichi tu.
Se si parla di opinioni andiamo nel nebuloso e l’unica cosa è essere abilissimi nel dire quello che si vuole dire usando però una termilogia assolutamente inattaccabile.
Comunque nemmeno io ce li ho i 12.500 euri, quindi forse mi toccherà tacere d’ora in poi, Maremma boia!
@ Cicapui:
è che la mamma delle minchiate è sempre incinta :-)