Visto che ieri alcuni abili e svegli lettori di questo blog, parlando nel mondo para-vita che è Facebook, mi hanno scoperto, ho pensato sia giusto dire tutta la verità.
Io sono l’Eletto.
La prova, che vedete ritratta nella foto in fondo a questo post, è stata scattata dalla Principessa Leila in un momento di “passaggio” durante il quale lei sapeva benissimo che non poteva ritrarmi, e per questo l’ho dovuta sopprimere.
Ma veniamo ai fatti: Internet, il vero Internet e non la merda che state sfogliando adesso con il vostro browser, è molto diverso da come siete convinti essere, visto che in realtà è un incrocio tra il Metaverso alla Second Life di Neal Stephenson in Snow Crash, e la Matrice di Gibson.
Mi spiego per i non lettori di Cyber Punk: in pratica io mi collego, sulla poltrona che vedete nella foto, ad un mondo parallelo al nostro, che è la vera Rete: è una sorta di proiezione del mondo, una Second Life ma molto più complessa, dentro la quale ognuno di noi ha un avatar, un “organismo” fatto di bit che si aggira in questo mondo 3D.
Questo avatar può avvicinare le grandi strutture governative ma non vi può penetrare perchè esse sono protette da dei software, dei sistemi di sicurezza che all’interno del Metamondo prendono le sembianze di enormi buttafuori neri o ispanici… con la retina in testa.
Ora, questo sistema di “Internet visuale” è allo stato embrionale e proprio per questo le grandi lobby economiche mondiali ci vogliono mettere sopra le mani ma io, che sono l’Eletto di cui sopra, sono stato ingaggiato (non posso dire da chi) per cercare di bonificare, di ripulire, di sterilizzare la Matrice in modo che essa non abbia influenze esterne se non quelle dettate dalla ricerca software.
Sono il Guardiano della Matrice, signore e signori.
Detto questo, un breve passaggio per spiegare la mia posizione: guardando la foto, mimetizzato sotto al cuscino muccato vi è il cavo d’innesto che viene piazzato nella mia nuca alla Matrix per capirci, del quale necessito per quella che si chiama “la traslazione” ovvero il passaggio da “real life” a “second life”.
Quello che sembra un orologio da parete in realtà è un timer a decadimento radioattivo del cesio che serve per mantenere il mio corpo in stand by per un tempo preciso al millesimo di secondo.
Le ciabatte, quelle che sembrano due ciabatte da piscina, in realtà sono un potente isolante in gomma vinilica, e mi separano da eventuali scariche elettrostatiche.

Per intenderci: io li NON stavo dormendo ma stavo lottando per voi, per salvare la vostra libertà e per cercare di lasciarvi una Rete degna di essere vissuta.