Non sono diventato pazzo ma è successo davvero negli USA, dove Shellie Ross, che scrive sul blog Momdot.com, ha annunciato «in diretta» ai suoi 5.000 seguaci su Twitter la morte del figlio Bryson, annegato nella piscina di casa.
Io non so che rapporto avesse lei con suo figlio ne che rapporto abbia con Internet, i social network ed in particolare con Twitter, ma il pensiero che una madre nel vedere morire il proprio figlio, si metta a twittare, è una abominio così profondo, insano e terribile, che mi viene il vomito.
“E cinque ore dopo che il figlio era stato dichiarato morto, la Ross ha di nuovo annunciato su Twitter: “Ricordando il mio bambino da un milione dollari”, con tanto di foto di Bryson. In risposta alle polemiche la Ross ha reagito con insulti: “Chiunque mi critica merita di marcire all’inferno”.”
Che cosa si dovrebbe fare ad una persona così? Curarla? Incarcerarla? Impiccarla? Mah…
questa è pazza davvero (i commenti che hai riportato la dicono lunga), ma in un’ottica di condivisione con i tuoi follower (sono o no rapporti interpersonali?) ci sta anche che vengano comunicati eventi nefasti.
Naturalmente c’è modo e modo.
penso si debba curare… è disumano… io penso che se succedesse qualcosa alla mia piccola Sara l’ultima cosa che mi verrebbe in mente sarebbe internet, pur amando il web in maniera forse spropositata…
quando si è di fronte a 1 tragedia personale BISOGNA PROVARLA. Nn mi sento di giudicare, perche quando il dottore mi ha detto HAI 1 TUMORE AL CERVELLO veramente nn mi ricordo cosa ho detto e come ho reagito. Chi giudica nn sa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
@ sara:
ma per favore!
Io non giudico, ma dico che sicuramente va curata. Se la reazione ad un evento cosi’ nefasto è scriverlo su Twitter va sicuramente aiutata. Ciao belli
io credo che fondamentalmente vada aperta un’ indagine sulla morte dello sfortunato bryson, sarei curioso di sapere le tempistiche che sono intercorse fra il twittare e il soccorrere o chiamare soccorsi o apsettare i soccorsi accanto al corpo del figlio anche se già deceduto.
@ jack 3 mani:
io credo l’abbiano fatto, ma in effetti sarebbe curioso sapere come è andata.
Chiedo scusa per l’OT ma sai cosa mi è successo ieri? Uno mi ha TELEFONATO per chiedermi di organizzare una serata con i cantanti di… cantando e Ballando!
Ovviamente ci scrivo un post :-)
Boh… se ci sono persone che si devono curare per dipendeza da social network, credo che questa sia una di quelle. Di certo non la condanno in quanto questo è solo un sintomo di quanto le persone si stiano alienando sempre più da una realtà che fa troppa paura e trovano facile rifugio nella realtà virtuale.
Io credo che il commento di Sara sia una spiegazione più che esaustiva sul perché certe persone riescono a fare certe cazzate come quella di questa madre. I coglioni ci sono sempre stati, non c’entrano i social network.
A Sara il mio più sentito vaffanculo e una pacca sulla spalla per aver partorito il commento più volgare dall’inizio dell’anno.
Secondo me al di là dell’annuncio della morte è già un abominio pensare che mentre il figlio di 2 anni giocava in piscina la madre era al pc invece di essere vicino a lui
@ Pam:
Questo non è scritto nell articolo, io credo sia stato con suo figlio fino alla fine e quando ormai gli hanno comunicato l’impossibilità di fare altro ha deciso di sfogare la sua rabbia sulla cosa che probabilmente sente più vicina a lei. È quello che faremmo tutti, andremmo subito dal nostro miglior amico o da nostra moglie/marito a cercar conforto, nessuno ha pensato che potesse essere semplicemente una donna sola incapace di gestire una così grave perdita.
Mancanza di sensibilità di questa madre ma anche di quelli che condannano senza sapere nulla, basandosi su due righe la cui fonte è “leggo” una “testata” giornalistica di sicuro non molto attendibile e dove questa notizia non è tra l’altro più presente.
Dio quante persone sono subito pronte a dire il peggio del peggio senza neanche prendersi la briga di pensare, informarsi, elaborare, conoscere, approfondire…
Sapere non siete meglio di chi condannate senza riserve…
ciao.
@ Andrea Camolese: io condanno senza aver approfondito (ma cosa?), è vero, ma io non scriverei mai su twitter che mio figlio sta morendo, se per te è la prima cosa che dovrebbe venire in mente ad una madre in quella situazione, beh, non solo sono migliore di lei, ma anche di te.
@ Rudy Bandiera:
Rudy Bandiera ha scritto:
non ne scappi più rudy tocca mettere su un’ orchestrina di li scio , rischieremmo di far soldi
beh il commento era “mio figlio sta morendo “. non credo che si riesca a non stare vicini alla persona in gravi condizioni, anche in palese presenza di un decesso, finchè i medici o le autorità non ti cacciano via di prepotenza. io insisto sarei curioso di conoscere le dinamache in cui si è consumana la tragedia. Comunque è vero il primo istinto è chiamare le persone care ma non per pubblicizzare, twittare significa mettersi in mostra è a quello che servono i social network alla maggioranza degli utenti, lo sapete tutti, non voglio processare, ma il raggazino in piscina da solo dalle mie parti non ci si lascia, ma qui siamo un’po’ rompicoglioni, ai figli fanno usare il pc 1 ora al giorno studi compresi, lo dovrebbero fare anche i genitori.
Se non possiamo commentare una notizia senza averla approfondita, allora che kazzo ci stiamo a fare davanti ad una tastiera? Io commento cio’ che trovo. Personalmente ho vissuto una tragedia simile che è capitata ad una persona a me cara, e vi posso garantire che piu’ che disperarsi, non vedeva non sentiva, ma chiamava solo la sua CREATURA. Ciao belli
ARDU ha scritto:
pienamente
Scusate ma invece di chattare su internet non poteva prodigarsi per salvare il figlio?!….. O questa è una delle bufale per attirare l’attenzione… comunque non andiamo lonatani e tutti quelli (vip compresi) che si sono fatti filmare negli ultimi giorni o mesi di vita con la scusa di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti dell cancro….ormai ognuno cerca di essere protagonista sulla rete anche con queste notizie abberranti….ciao tortellini!!
bryson..che cazzo di nome
@ ARDU: ti quoto in pieno.
Stiamo parlando di quello che c’è scritto sopra, e se non possiamo nemmeno parlare di quello che leggiamo nei blog allora cazzo facciamo? Stiamo zitti fino a quando non abbiamo una laurea tutti con lode?
La discussione non è ad appannaggio di chi sa TUTTO… altrimenti sarebbe una democrazia dei pochi che, Laura mi appoggerà, si chiama oligarchia.
Credo fermamente che commentare sia ben diverso da giudicare o sputare sentenze… poi a ognuno il suo modo di vedere le cose ;)
@ Andrea Camolese:
Andrea lo sai, ci conosciamo e ci rispettiamo. MA diamo il peso giusto allo spazio nel quale stiamo parlando.
Ci si accalora, si spara, ci si arrabbia, ma tutto rivolto a quello che si trova scritto.
io non ho potuto fare una requisitoria legale, tu sai bene che in questo contesto non la possiamo fare, ma non cedo nemmeno sia azzardato “giudicare” in casi estremi come questo… o almeno non in base alle poche nozioni che abbiamo.
Facciamo tutti parte dello stesso mondo ed abbiamo tutti gli stessi sentimenti… di “default”: leggendo una reazione come quella sopra descritta ti viene da sparare eccome.
Sbaglio?
Sarò strano io…come ho scritto a ognuno il suo metro di valutazione… capisco il forte impatto che abbia una notizia di questo tipo ma non capisco chi si accanisce in questo modo condannando e sparando sentenze su una persona che comunque sta affrontando un dramma in un modo discutibile? forse! ma è il suo modo…
Credo che questo post lasci ampio spazio per parlare di argomenti molto più profondi ma forse è più “facile” dire solo:”che schifo di madre”…sì, dev’essere così….
@ Andrea Camolese:
alla luce di quello che è scritto si amico, è così.
Il fatto che si continui a commentare, in maniera intelligente… questo si che è costruttivo cazzo (devo mettere una parolaccia altrimenti Google non ci caga) ;-)
Quando ho appreso la notizia, un po’ di tempo fa, sono rimasta senza parole. Sarò sincera: la mamma mi ha fatto schifo. Non tanto perché ha parlato della morte del figlio su Twitter, quanto perché lo ha fatto MENTRE il bambino era sospeso fra la vita e la morte. Sicuramente il mio non è un bel discorso: non conosco ‘sta tizia, non so che problemi avesse (ma sicuramente ne aveva…). Eppure non riesco ad approvare i discorsi di chi dice che ognuno affronta il dolore come può, come crede: veramente trovate normale una cosa del genere? O riuscite a giustificarla? Bah…
@ martina_n88:
Personalmente non la giustifico e non lo trovo normale per come sono io o per come vorrei che fosse il mondo… allo steso tempo non mi sento di condannarla o di dire che mi fa schifo perchè siamo di fronte a un problema di tutti noi e cioè il legame sempre più forte a quella realtà che realtà non è, in questo caso è sicuramente esagerato ma non so che dirti non riesco ad insultarla tanto quanto non riesco a insultare un persona con problemi psichiatrici se mi da uno spintone senza motivo…
@ Andrea Camolese:
Una persona con problemi psichiatrici che ti da uno spintone è un caso diverso da quello di una madre che twitta l’agonia del proprio figlio in tempo reale, e poi cerca di farsi compatire dopo che il bambino è morto. È la spettacolarizzazione della vita, la banalizzazione dei rapporti umani che poi sfocia in casi ai limiti della realtà. Un matto o un demente mi da uno spintone in mezzo ad una strada: mi incazzo, ma non me la prendo con lui, mando a cagare le istituzioni che non gli affiancano qualcuno per evitare che sia pericoloso per sé e per gli altri. Una madre, invece, dovrebbe essere l’àncora di salvezza per il proprio figlio, dovrebbe essere vigile. Le disgrazie capitano, ma alla luce dei fatti, risulta che lei non ha fatto tutto il possibile per il figlio, ha lasciato passare minuti preziosi per twittare ciò che stava accadendo! Ripeto, non mi sconvolge più di tanto che lei abbia scritto DOPO la morte, ma DURANTE l’annegamento, mentre aspettava i soccorsi. Posso anche accettare che “si affronta il dolore in modi diversi” (ma resto comunque perplessa), però io non parlo di dolore, parlo di situazione di pericolo.
Una persona così non meritava di essere madre: la natura non fa sconti.