La Principessa Leila (la mia compagna n.d.r.) mi ha chiesto gentilmente di ritirare un paio di pantaloni portati ad accorciare -da lei- in un negozio al centro commerciale Castello di Ferrara.
Il sabato mattina sono partito baldo, con sicurezza mi sono recato nel negozio e mi sono palesato:
Io: “Ciao. Sono venuto a ritirare un paio di di pantaloni che la mia compagna ha comprato e fatto accorciare qua. Credo siano a nome Natascia o Naty, non so”
Commessa: “Sai che non li trovo? Ma sei sicuro che il nome fosse quello?”
Io: “Boh guarda, onestamente non lo so nel senso che non sono mica venuto io. Cioè dovreste aver scritto il suo nome o robe del genere, tipo Naty… cioè non so.”
Commessa: “Guarda non li trovo. Mi sai dire il modello?”
Io: “Ma no ti pare? Guarda non ci sono problemi, faccio venire lei appena riesce. Grazie e scusa”.

Due giorni dopo torno al negozio, approfittando del fatto che dovevo fare la spesa, e trovo una ragazza che conosco che lavora li. Entro, la saluto, facciamo due chiacchiere e chiedo anche a lei.
Monica: “No guarda per la Naty non abbiamo mica niente sai. Ma sai che modello erano?”
Io: “Niente Monica, è lo stesso… faccio venire lei quando riesce. Non ci sono problemi.”

La sera a casa ho spiegato il tutto alla Principessa Leila la quale mi ha guardato con un’espressione mista di pena/compatimento/rabbia (una di quelle facce che solo le donne sanno fare) e mi ha detto:
“Guarda che hai sbagliato negozio”.