Voglio, e lo voglio con forza, dire la mia sulla terribile sciagura accaduta alla ThyssenKrupp di Torino nei giorni scorsi.
Quattro morti e tre ustionati gravi, in una fabbrica del ricco ed emancipato nord Italia, nell’anno 2007, sono INACCETTABILI: sono un conto che qualcuno deve trovare sulla propria scrivania.
Intendiamoci: non credo che tutte le responsabilità siano dell’azienda (ma per questo c’è la magistratura) ma sono assolutamente certo che la gran parte delle suddette responsabilità, siano da imputare alla ThyssenKrupp per un motivo molto semplice: un operaio non deve potersi trovare con la possibilità di morire sul posto di lavoro se non per sua scelta suicida.
Tutto qua.
Ci devono essere sistemi di sicurezza che impediscano un qualunque avvenimento tanto pericoloso: l’incidente può accadere, ma quattro morti in una volta sola, non è più un incidente ma una negligenza.
Ho passato dieci anni in fonderia e ne ho viste davvero tante: ho visto persone perdere i sensi per il troppo caldo e svenire su un pezzo di alluminio a 400 gradi, bruciandosi la carne fino alle ossa. Ho visto esplodere un crogiolo ricolmo di metallo fuso ed un mio collega correre via con le fiamme che gli si allargavano sugli indumenti.
Incidenti: brutti, terribili, sciagurati e forse evitabili, ma non mortali ne tanto meno multipli.
Spero che questa storia abbia almeno un lato positivo: mi auguro che la gente, che le masse, prendano coscienza del fatto che ancora oggi, nella nostra avanzata e tecnologica società, esistono persone che fanno dei lavori medioevali, in posti che si credevano estinti, per guadagnare mille euro al mese con i quali tirare avanti.
Un’altra riflessione: negli stessi giorni della tragedia, un altro fatto è balzato nelle prime pagine dei giornali e cioè quel gruppo di banditi sgominati ed uccisi dai Carabinieri nel bergamasco.
Il militare ferito nella sparatoria è stato intervistato mentre si trovava in un letto d’ospedale, ed alla domanda “è stato definito un eroe. Lei si sente tale?” lui ha candidamente e con grande umiltà replicato: “ma quale eroe? Io facevo solo il mio lavoro… ed ho avuto tanta, tantissima paura”.
Ora, chi è l’eroe? Se si considera eroe un Carabiniere che viene ferito o muore sul lavoro, non vedo perchè non si debba definire allo stesso modo un operaio di fonderia che muore facendo quello per cui è pagato.
Su questa cosa credo ci sia da riflettere: il militare, nel momento in cui firma, sa bene a cosa va incontro. Vaglia i pericoli, li conosce e mette in preventivo tutto. Al contrario, l’operaio, non annovera tra le “possibilità contrattuali” quella di morire…
senza considerare poi, che razza di busta paga hanno!!! Una vera vergogna… altro che eroi… martiri…!!!! Evviva l’Italia!
Ne dovevano morire 4 per accorgersi che sono eroi al pari dei poliziotti, dei carabinieri. Puttanate! ne parlano ora perché non ne possono fare a meno, ed inoltre fa audience. Gli operai sono sempre stati considerati carne da macello, braccia e basta. Stiamo scavando, ma in un grande letamaio. ciao belli
e poi sti qua sono quelli che a Terni si son fatti costruire una super strada per lo stabilimento, hanno minacciato di chiuderlo, hanno ricevuto sicuramente delle ageolazioni per non falo, se l egodono e poi chiuderanno comunque
vermi…