Abbiamo assistito tutti al “caso Muntari“, a quello che è successo all’Inter, ed al suo allenatore Mourinho in queste prime battute di campionato:il tecnico dell’Inter è finito nel mirino di fondamentalisti islamici che gli avrebbero rivolto minacce di morte attraverso diversi siti internet. Oggetto degli attacchi le sue dichiarazioni su Sulley Muntari e la sostituzione del giocatore ghanese giustificata dall’allenatore con i problemi di condizione fisica provocati dal digiuno per il Ramadan.
Quella che voglio porre io, senza entrare nel merito della questione calcistica dell’Inter, è una domanda che si allarga su questo argomento come un nuvolone nero e che porta ad una riflessione che sta al di sopra di tutto: è giusto che a causa del proprio credo religioso, qualunque esso sia, si possa danneggiare la società che ci circonda?
A prescindere dal calcio, è giusto fare qualcosa di religioso che potrebbe danneggiare anche altre persone, ed in questo caso specifico è moralmente accettabile fare un Ramadan danneggiando una “macchina da soldi” come una squadra di seria A?
Se lo fosse, secondo lo stesso principio, i cattolici potrebbero rifiutarsi di giocare la domenica e gli ebrei fare la stessa cosa con il sabato e così via.
Io penso che no sia corretto che la religione permei la vita di qualcuno a tal punto da causare danni (economici in questo caso) alla società che ci circonda o alla compagnia che ci stipendia.
La religione, in quanto credo, è giusto che venga praticata ma la stessa non deve in alcun modo condizionare chi ci circonda altrimenti trascende dalla cosa personale.
Quando lavoravo in fonderia avevo molti amici arabi che facevano il Ramadan pur essendo in fabbrica, e devo dire che farlo in luglio in mezzo a dell’alluminio fuso, penso sia la cosa più dura e difficile che si possa immaginare.
Allo stesso tempo nessuno di loro rimaneva a casa dal lavoro o non produceva: portavano avanti la loro pratica religiosa in una sorta di modalità “stealth”, senza danneggiare nessuno e senza dare a nessuno la possibilità di attaccarli per qualcosa… a parte i soliti razzisti di merda che erano contro di loro semplicemente per il fatto di essere mussulmani, ma questa è un’altra storia.
So che la cosa è molto complessa ma voi cosa ne pensate?
bel pezzo rudy
@ Max&Beppe:
Azz…. sono lusingato. O preoccupato? :-D No dai, grazie sul serio.
Hai sollevato una questione interessante… anche se a dire il vero, più dei danni _economici_ che un credente può determinare rispettando i suoi precetti religiosi per conto proprio senza interferire con la fede altrui, mi preoccupa ciò che accade quando si cerca di imporli, gli stessi precetti, pure a chi non ha scelto liberamente di farli propri. Ma questo è un altro discorso. Senza andare OT, anche se di osservazioni sul modo in cui la stretta osservanza religiosa influisce sulla società se ne potrebbero fare a bizzeffe, il principio di tolleranza ci richiede di accettare tutto questo… benché sia quasi impossibile tacere, nei casi in cui ci vanno di mezzo i diritti umani.
Non dovrebbero esserci giocatori mussulmani che osservano il Ramadan, dunque. Ma la cosa non è possibile, in quanto l’aspetto spirituale di un individuo è qualcosa che supera gli interessi di una squadra di calcio, che nel nostro caso ha comprato il ragazzo sapendo del suo credo. Non vedo danneggiamento della collettività, al massimo noto una mancanza di tatto assoluta dell’allenatore. Il ragazzo era in campo? Sì. Si è sostituito da solo? No. Stava giocando come richiede il suo lavoro.
Non penso sia facile per lui cercare di conciliare lavoro e religione, da mussulmano fa il Ramadam, Le Grottaglie, cattolico fervente, gioca a calcio e dispensa deliri religiosi in televisione. Non voglio pensare che possa esistere un credo “vietato” agli sportivi. Scommetto che ci sono un sacco di atleti che praticano il digiuno, ma la risonanza che il calcio ha nel nostro paese rende il fatto una notizia.
Non ricordo che si siano sollevate questioni quando Cassano si ubriacava e andava a puttane, rendendo poco e niente in campo…ma forse questo è un altro discorso…il discorso è uno solo: calciatore pagato fior di quattrini, devi buttare il sangue in campo!
@ Edna Kaprapall: sul buttare il sangue sul campo. Ok, in questo momento non è al massimo della forma perché mangia poco, ma tutti gli altri giocatori rendono sempre il massimo con la pancia piena? Non mi pare. E’ possibile quantificare la quantità e la qualità dell’impegno che bisogna impiegare per ripagare milioni e milioni di euro spesi? A me sembra come se si volesse misurare la temperatura corporea con una bindella.
Il problema ha diversi aspetti: la religione musulmana “impone” dei codici di comportamento ben radicati nella società, diversamente dalla religione cristiana in generale che ha subito varie evoluzioni (vedi il ramo protestante) che hanno permesso una pratica del tutto personale e anche nelle 4 mura della casa…. La religione musulmana entra ancora a regolare la vita delle persone non c’è stato quel distaccamente che esiste nel mondo cosiddetto occidentale…. Nel ns. paese non ha ragione di esistere il Ramadam (perchè probabilmente nato in certe condizioni climatiche e sociali..) per i ritmi di vita ecc… Quello che mi domando a supporto del bel articolo di Rudy, se vuoi l’integrazione con il paese che ti ha ospitato e che ti paga fior di milioni che ragione hai ad essere ancora attaccato a una pratica che non ha più ragione di esistere?…. Io quando entro in una chiesa (molto raramente e solo in visita) mi copro per rispetto alla religione…. quando vado all’estro rispetto le regole vigenti in quel paese ecc….E’ molto difficile per un musulmano praticare la religione tra le quattro mura ed è per questo che nascono le varie incompatibilità…..
Insistete sul fatto che è stato pagato molto, ma non hanno comprato la sua persona, bensì il suo lavoro! Se una persona è credente il Ramadan ha ragione di esistere, eccome, e non si può chiamare in causa l’integrazione, in quanto quest’ultima altro non è che il confluire in un tessuto sociale diverso dal proprio al fine di ottenere diritti e doveri degli elementi che fanno parte della suddetta rete, non significa annullare la propria origine.
Aggiungo che non è vero che gli aderenti ad altre religioni si tengono la propria spiritualità fra le quattro mura. Ad esempio i catto-politici sono una realtà radicata nella storia italiana da secoli. Che non si finga di vivere in uno stato laico nel quale è possibile dire certe cose a cuor leggero. Muntari ha il sacrosanto diritto di osservare il Ramadan perché non viene meno ai suoi doveri, infatti era in campo e giocava, si tratta inoltre di una situazione temporanea. Mourihno è un coglione, ma non si merita le minacce di morte, al massimo una lezione di civiltà.
Forse mi sono espressa male.
Quello che volevo dire è che se una persona viene pagata in un anno quanto prendono due o tre operai in 40 anni di lavoro, dovrebbe cercare di meritarsi quei soldi, almeno per rispetto di coloro che non possono permettersi di ammalarsi perchè non gli viene retribuita la malattia. Mussulmano, cattolico, ebreo, shivaista, testimone di geova, sudatelo un pochino il macchinone da 100.000,00 euri.
@ Edna Kaprapall: certo che se lo deve meritare quello stipendio galattico, sul campo però, non rinunciando alle sue convinzioni religiose. E’ chiaro che la fede portasse un calciatore, o un altro sportivo, a non rispettare i patti, allora non sarebbe giusto (sempre nella nostra ottica, c’è chi giurerebbe sul nostro torto), ma non mi sembra questo il caso, visto che questo giocatore…gioca.
Secondo me ragazzi NON è una questione di soldi, i soldi non c’entrano proprio niente, e quando Cassano andava a puttane e non rendeva in capo mi faceva schifo, Mountari che fa il Ramadan e non rende in campo no.
Dobbiamo fare delle distinzioni e creare dei presupposti solidi per partire con un ragionamento.
Ora, secondo me la nostra società non è strutturata per rallentare, per fermarsi: è un fatto, non bello o brutto ma un fatto.
Allora cosa si dovrebbe fare? Impedire ad un credente di praticare? Non è possibile (a prescindere da soldi percepiti e ruolo) e non è giusto.
Ma allora -Andrea- se un giocatore ha il diritto di professare anche l’allenatore ha il diritto di sostituire.
Nessuno ha imposto nulla al giocatore ma allo stesso modo nessuno deve imporre qualcosa all’allenatore il quale ha il diritto di sostituire le persone anche se le stesse si stanno impegnando: a certi livelli non si premia il merito ma il risultato.
Insomma, la questione trascende dai soldi ma si sposta ad un livello superiore, di concetto e di struttura della società stessa, ed è per questo che è un casino e che io francamente non so cosa cazzo dire.
L’unica cosa della quale sono certo è che il calcio, quel mondo insano, malato, falso e ormai decadente che è il calcio, ha fatto da cassa di risonanza per questo problema, più che se fosse accaduto in fabbrica.
Sono tornata da un viaggio di vacanze in Marocco. Come sapete è iniziato il ramadan. Quello che ho potuto vedere coi miei occhi sfiora la follia. A Rabat c’erano 52 gradi (li ho fotografati) ed è facile non mangiare, ma parliamo del non bere. Ragazzi questi non bevono, infatti lavorano male e sono nervosissimi. Ora, mi dite come può uno sportivo andare in campo senza aver bevuto una goccia d’acqua dall’alba?? Lo capiamo che non è possibile? Bene ha fatto l’allenatore dell’inter, o volevamo vedere il giocatore stramazzare a terra? Adesso siamo solo all’inizio, ma dopo 3 settimane di ramandam, mi raccontava un francese che vive a Mohammedia da 12 anni, un sacco di persone vengono ricoverate per le ulcere allo stomaco, per non parlare delle coliche renali. Io non intendo entrare nel merito sia giusto o sbagliato, tanti di loro lo fanno convintamente, dico solo che questa è una bella scusa per tenere il popolo sotto il giogo!! E mi auguro, che tanti, nel nascondiglio delle loro case, nutrano il loro corpo in modo adeguato!
Sono d’accordo con Daniela e Rudy. Per rispondere ad Andrea ti appoggio per quanto riguarda il fatto che il ns. NON è uno stato laico e i fatti lo dimostrano ma questa è la solita ns. anomalia che spero un giorno cambi… Per il resto: se la religione di un singolo individuo o di una comunità è INCOMPATIBILE con lo stato ospitante (indipendentemente dai soldi che guadagna) questo è inconcepibile… allora diamogli anche il venerdì di festa (noi non abbiamo quasi più neanche il sabato e la domenica di festa!!) e permettiamo alle loro donne di fare la fototessera con il chador (come vorrebbero) per non parlare di quella pratica crimininale che si chiama infibulazione…! Ma stiamo scherzando??….Se il giocatore “rende” (cosa che non credo) anche con il ramadam lo faccia pure ma se questo provoca degli scompensi al suo rendimento no… ma dovrebbe essere il primo lui a capirlo….! E poi è vero l’allenatore ha il diritto di fare i cambi che vuole e che gli sono permessi in partita….
In Egitto 26 Agosto la Casa della Fatwa d’Egitto, ovvero la più alta autorità religiosa islamica in materia di editti, ha autorizzato i calciatori ad interrompere il digiuno obbligatorio se impegnati in gare ufficiali.
…a quanto pare, quando si tratta di $oldi, islamici e cattolici non si differenziano molto….
Disistimo chiunque tenga comportamenti idioti in nome di un qualsiasi credo religioso. Non mangiare è da idioti.
Quando Cassano si ubriacava e trombava l’impossibile, gli si dava dell’idiota. Ora, ammesso che ubriacarsi e trombare l’inverosimile dopo essersi assicurata la ricchezza pressochè eterna siano comportamenti idioti, non vedo perchè sia considerato “politacally scorrect” dare dell’idiota a Muntari.
Tyler mi hanno spiegato che ci sono delle eccezioni alle regole. Ovvero chi viaggia può sospendere il digiuno, nel periodo mestruale le donne possono sospendere, se stai male puoi sospendere…ma devi poi recuperare quei giorni. Ergo potrebbe sospendere il giorno in cui gioca, ma non credo che il fisico di un atleta possa permettersi simili strapazzi, perchè di questo stiamo parlando. Considera che un giocatore di calcio perde a partita almeno 2kg di peso. E’ ovvio che si tratta di acqua. Secondo voi come potrebbe recuperare se deve riprendere appena finita la giornata della partita? Io, ripeto, ho visto con che convinzione in tanti lo fanno, ma ho anche parlato sull’aereo con una signora marocchina che mi ha detto “sono obbligata al digiuno”. Mi sono venuti i brividi: come obbligata?? Alla fine mi facevano talmente pena che provavo quasi vergogna mangiare e bere davanti a loro. Tant’è che alla fine lo facevamo quasi di nascosto. Non sapete cosa vuol dire sgolarsi mezzo litro di acqua in spiaggia davanti ai ragazzini (solo i bambini sono esclusi!) che ti guardano con quei loro occhioni…
Io darei dell’idiota a chi paga questi sportivi…ma in realtà mi rendo conto che gli idioti siamo noi ad aver reso il calcio una macchina per fare soldi…andiamo ragazzi, si tratta di prendere a calci una palla!!!
@ TylerDurden:
ecco vedi, questa è una di quelle brevi informazione che cambiano del tutto la luce ad una notizia. Tu Tyler sei bello, grande, muscoloso ed anche utile!
Sotto questa nuove luce le cose sono soggette al libero arbitrio… ancora più di prima Nico ;-)
@ Edna Kaprapall:
Si ma non possiamo ragionare sul cosa si tratta in pratica, cioè quei personaggi non sono pagati per le loro abilità -almeno non solo- ma per quanto soldi muovono a loro volta.
Secondo lo stesso principio Paris Hilton, che non sa fare un cazzo, viene pagata fior di quattrini per “comparsare” nei posti.
la cosa mi tocca da vicino: lavoro in fabbrica e ho un paio di colleghi musulmani. Tutte le volte che c’è il ramadam, visto che sono in numero esiguo rispetto agli altri, gli vien data la possibilità di fare un turno “meno faticoso” per tutto il mese (in pratica fanno la mattina, perchè il turno di pomeriggio a digiuno è piuttosto disumano). Quest’anno dato che il ramadam cade in questo “disgraziato periodo di fine agosto” gli stimatissimi colleghi hanno TUTTI inviato un bel certificato medico. Devo continuare ?!?!?
Bah! Io posso capire il digiuno ma non l’astensione dal bere. Si vive benissimo dall’alba al tramonto senza mangiare, specie in estate col caldo, ma l’acqua DEVE essere permessa, qui si parla di torture! Addirittura non si è mai pensato che l’acqua interrompesse il digiuno quando si osservava strettamente l’obbligo di digiunare prima della comunione, nella religione cattolica. Quindi credo che si debba interpretare il Ramadan “cum grano salis”. Se considerate che molti mussulmani bevono tranquillamente alcolici anche se gli sarebbe vietato, a maggior ragione dovrebbero poter bere l’acqua.
@ Daniela: Conosco piuttosto bene gli usi e costumi muslim… Alcuni hanno tentato d’infrangere il Ramadan senza riuscirci. Il caso più eclatante fu quello del Re del Marocco che lo considerava “un mese perso”… Si decise a bere un bicchier d’acqua in diretta TV per mostrare ai suoi sudditi che era possibile infrangere il dogma. Per non “finire male” fu costretto a ritrattare dicendo che la trasmissione era stata registrata…. Anche i cattolici avevano il loro mese di digiuno, la quaresima (che all’inizio non era il semplice “evitar la carne…) ma adesso (fortunatamente) è caduto in disuso… come l’antica credenza che il digiuno ascetico sia indispensabile et salutare…
@ Rudy Bandiera:…dimentichi “ricco”….
:)
mappiantala: sono un pirla qualunque…!!!
@ TylerDurden:
Si si, ma un pirla ricco :-D