“Lo studio? tempo perso, non mi apre le porte al futuro. Il lavoro? Non lo cerco perché tanto non lo trovo”
Ecco il leitmotiv di quella che viene definita la generazione “nè-nè”, neologismo derivato dal fatto che NE’ studiano NE’ lavorano.
In un articolo del Corriere della Sera si legge proprio di questa generazione di giovani che non cercano lavoro perchè tanto non lo troverebbero e che non studiano visto che non serve a niente siccome non c’è lavoro: gli inquietanti dati relativi ai giovani tra i 25 e 35 anni parlano di un milione e 900 che non studia e non lavora. Vale a dire quasi uno su quattro (il 25%).
Un milione e 200 mila di questi gravitano nella disoccupazione (ma tra loro c’è chi dice di non cercare bene perché è «scoraggiato» o perché «tanto il lavoro non c’è»). Settecentomila sono invece gli «inattivi convinti»: non cercano un lavoro e non sono disposti a cercarlo.
Ora, il disagio giovanile è sempre stato un problema, nel senso che è fisiologico rispetto alle società di tutte le epoche, ed inoltre è fuori dubbio che un momento di crisi come questo non si sia mai visto da parte soprattutto dei più giovani ma, c’è un ma.
E’ possibile che esista un ragazzo di 25 anni che vive con i genitori e che si permetta di dire “non cerco lavoro e non sono disposto a cercarlo“?
Siamo davvero arrivati a vivere in un Paese nel quale un genitore, mi viene da pensare al padre in particolare, non fracca di mazzate un figlio che dice una frase simile oltre, ovviamente, a non studiare?
Ecco dove sta il problema, e si torna sempre li: il problema sono i genitori. Non è una banalità ma un fatto.
Non si trova lavoro e ok, c’è una crisi terribile e ok, verranno tempi migliori e ok ma tu, ragazzino implume che vivi sotto il mio stesso tetto, non ti puoi permettere di dire che non studi perchè non serve e che non lavoro perchè non trovi, mentre io mi devo fare il culo per mantenerti.
Oppurese dici una cosa simile vai fuori: dalle mie parti, a Ferrara, si tende a togliere le doppie nel parlare e già mi sento nelle orecchie la frase che avrebbe detto mio padre se io non avessi fatto niente tutto il giorno: “Vai mo la belo, in casa Bandiera o si studia o si lavora. Prendi mo la porta e vai mo la belo.”
Forse ci vorrebbe un pochino più di polso a parte dei genitori, perchè così stiamo allevando degli smidollati, debosciati senza spina dorsale: mio figlio dovrebbe almeno tornare ustionato dal sole dopo aver infilato curricula in tutte le buchette di tutte le aziende della città. Sbaglio?
Verissimo, purtroppo. E i maschi poi sono i peggiori. Ci sono donne che si prendono la laurea e poi fanno le casalinghe, le mamme, ma è una loro scelta (che non condivido) e comunque si fanno il culo più di un operaio della Fiat. Ma gli uomini… che cosa sono diventati? Mantenuti. Come e peggio dei gigolò, che almeno loro fanno lo sforzo di accompagnarsi a vecchie babbione.
Ecco. Sempre con la discriminazione nei confronti dei maschi!
Nell’esempio di Rudy è il papà che mantiene tutti… il papà è un maschio!
Un giorno una mia dipendente mi disse: ” ricevevo più soldi dai miei genitori, nonni, zii quando non lavoravo di quelli che prendo ora che lavoro”
@ Paolo:
Brrrrr. Sono queste le cose che a me fanno rabbrividire. E la colpa non è certo della tua dipendente se i genitori ed i nonni l’hanno rimpinguata di tutto.
@ Rudy Bandiera:
Infatti non me la presi con lei. Mi fece un po’ di pena pensando a quanti danni caratteriali le avevano procurato: svogliatezza, disinteresse, insoddisfazione…..
Condivido ampiamente. Solo un’osservazione per il bene di tuo figlio.
In tutti i corsi per orientatore ai ragazzi di quinta superiore, la prima cosa che ci hanno detto è che è un errore inviare curriculum a tutte le aziende, pensando che aumenti la probabilità di un’assunzione.
Infatti, a torto o a ragione, le aziende sono come le femmine. Fai colpo se passa il messaggio che tu vuoi proprio lei. Ad una gita scolastica a Mirabilandia vedevo i miei studenti che facevano i provoloni con tutte, ma proprio tutte, le femmine di passaggio. Naturalmente andarono in bianco.
Se ci pensi è vero. A nessuno piace essere detto nemmeno fra le righe “dato che sto a ferro e che nessuno me la dà, per favore me la dai?”. Così il capo del personale deve capire dalla lettura del curriculum che il candidato “si vede” nel tipo di lavoro che sta richiedendo.
Inoltre, molte volte accettare lavori non coerenti con il curriculum solo perché si ha bisogno di lavorare rende il curriculum meno incisivo ed il candidato meno appetibile.
Si rassegnino infine ad assoggettarsi a quello che si chiama il “life long learning”, motivo per cui è superato quell’aut aut o lavori o studi, perché per tutto il corso dell’esperienza lavorativa devi lavorare e studiare, con l’obiettivo che finalmente dal curriculum si evinca che quel lavoro come lo sai fare tu non lo sa fare nessuno. Questo lo spiego ai miei studenti dell’Industriale (tutti maschi) dicendo che tutte fanno i bocchini, ma di Moana Pozzi ce n’è stata una sola.
@ Pierangelo:
“Infatti, a torto o a ragione, le aziende sono come le femmine. Fai colpo se passa il messaggio che tu vuoi proprio lei”
Sei STRAORDINARIO Pierangelo.
@ Pierangelo:
Poi scusa ma mi è uscito il commento prima di poterlo concludere “tutte fanno i bocchini, ma di Moana Pozzi ce n’è stata una sola.” Questa è poesia per le mie orecchie, sappi Pierangelo che me la rivenderò come mia ;-)
@ Paolo:
SI si era chiaro che non era colpa sua hai ragione, ma inquietante il pensare al mondo in cui viviamo, un mondo in cui no esiste più una struttura educativa sana.
A questo punto non si spiega il perchè il mio amico Ciccio ha una morosa…
Ho appena finito un colloquio di lavoro. I ragazzi che si presentano, senza esperienza e senza nemmeno voglia di fare, come prima cosa ti chiedono: “Quanto mi dai?”
@ Pam:
Dove sei andata a fare un colloquio? :-D
Il ruolo del genitore è quello di supportare e aiutare il figlio, anche nel caso di uno scansafatiche che approfitta della cosa, lo sa bene che i genitori tenderanno a proteggerlo. Io non imputo colpe ai genitori, ma ai figli stronzi sì. E’ dei figli la responsabilità di rendersi indipendenti e di rifiutare con amore la busta dei parenti. Educare all’indipendenza è una cosa, negare l’aiuto è un’altra. E un genitore non si tira indietro anche quando dovrebbe. Filtro di lettura del mio commento: sono stato un figlio viziatello (nonché unico) ma che non ha mai chiesto NIENTE.
Quanti ne conosco della generazione “ne-ne” , nella mia zona anche con la crisi il lavoro c’è per tutti, sicuramente non tutti possono andare a lavorare in banca ma se ci si adatta si riesce a portare a casa uno stipendio.
Sono i genitori a rovinare i propri figli, spesso lo fanno perchè gli dispiace vederli fare lavori pesanti, altre volte perchè hanno paura che si vadano a mettere in cattive compagnie..ma cosa ne sarà di questi principini quando loro non ci saranno più???
Sarà perchè non ho figli e non posso capire quello che prova un genitore ma io sarei dell’idea: se non lavori resti a casa, niente macchina..discoteca..ecc
Un appunto mi viene leggendo l’articolo. I giovani che sono e sempre sono stati in crisi: ai miei (sono una giovanissima 40enne ^^) tempi il giovane in crisi era il 16/17enne che si trovava in una fase della vita “in bilico”. Oggi è il 25/35enne. Ma stiamo scherzando??? Uno a 25 anni la fase adolescenza dovrebbe averla superata. Uno che ha 35 anni ha un genitore che balla sui 65/70 anni! Ripeto, scherziamo!!! Ma quando si cresce? Va bene la crisi e tutto, ma se uno vuole lavorare un lavoro lo trova, uno qualunque, in attesa di tempi migliori.
Quanto a corteggiare le aziende… è un lusso che oggi non ci si può permettere. E’ vero, le aziende sono come le belle donne, molto, troppo corteggiate. Puoi essere il migliore ma sei solo uno dei tanti. Puoi fare passare il messaggio che tu vuoi proprio lei ma è lei che non vuole te!!!
Mia mamma mi chiede sempre cosa voglio di mangiare quando mi autoinvito. E io pretendo cappelletti, cappellacci e ogni sorta di manicaretti.
Sono un degenerato!
@ Andrea Giuseppe Capanna:
“E’ dei figli la responsabilità di rendersi indipendenti e di rifiutare con amore la busta dei parenti” Questo Andrea è un meccanismo mentale che può esistere solo se erogato da un cervello educato a rendersi indipendente. Non ci sono spesso figli stronzi con genitori in equilibrio, anche se è una cosa che può accadere.
“sono stato un figlio viziatello (nonché unico) ma che non ha mai chiesto NIENTE.” Forse eri meno viziato di quanto tu non possa pensare: il fatto di possedere degli oggetti non è insano se si accompagna la consapevolezza dello sforzo per ottenere gli oggetti stessi.
Tu NON sei viziato perchè i tuoi non ti hanno viziato insomma :-)
@ Nico:
Si, sei terribilmente degenerato! :-D
@ Rudy Bandiera: ho fatto ogni sorta di lavoro, i miei genitori non mi hanno mai protetto in quel senso. Quando ho lavorato per mio padre (il titolare della ditta) ho pulito anche i cessi. Però non mi è mai mancato niente, ho avuto di più di quanto meritassi. In questo senso sono viziato.
Genitori in equilibrio non credo ne esistano, dico solo che sono naturalmente propensi a coccolare (diciamo così) il figlio. E ci sono figli poco ingenui che lo scoprono presto.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
non sei viziato se hai lavorato per ottenere: se uno lavora e guadagna un milione di euro e con quel milione prede un Ferrari non è viziato.
Il coccolare è un discorso, l’abituarli a non fare un cazzo e ricevere soldi è un altro. Non mi fare innervosire eh :-)
Il più bel regalo che i genitori possano fare ai figli è dare loro gli strumenti per essere autonomi…in tutto…e sono i NO costruttivi che fanno crescere, non l’essere sempre permissivi ed accondiscendenti…dopo la laurea in economia ho accettato con somma soddisfazione una borsa di studio retribuita per un anno di 900.000 lire (nemmemo i € 450,00 di ora… circa 10 anni fa) e per me era un trionfo perchè ero indipendente finalmente…devo solo ringraziare i miei per il lavoro che hanno fatto facendomi capire quanta fatica serviva per portare a casa il pane…
Qui sembra parliate di famiglie milionarie, io conosco famiglie di operai dove lavorano marito e moglie e uno stipendio viene “cremato” dal figlio, famiglie che lasceranno un appartamento in periferia nel migliore dei casi.
Questi sono i giovani che si troveranno male, i figli di papà anche se metteranno la testa a posto a 45 anni avranno sempre un punto di partenza..
La responsabilita’ e’ dei genitori, non c’ e’ ombra di dubbio.
A 25 anni (che tra l’ altro e’ la mia eta’) ci si arriva dopo un percorso di esperienza ed educazione dove i genitori hanno un ruolo decisivo: scansafatiche non si nasce, ma lo si diventa se nessuno ti insegna e ti dimostra quanto sia importante e bello avere degli obiettivi ambiziosi, tirare fuori il meglio di se’ ed esprimerlo nel lavoro, ovvero una delle cose piu’ appaganti che la vita offre all’ uomo. Per vivere come un uomo.
A casa mia o si studiava o il giorno dopo si era a lavorare, maschi e femmine………
che forse te stava a dà der purciaro…?
:D @ Paolo:
E vedi un po’! Il contratto si accetta se è conveniente da entrambe le parti, sennò è solo qualcuno che dà il pacco a qualcun’altro. E piantatela con questa storia della gavetta infinita, l’esperienza pluriennale, gli studi che non bastano mai: ma tutte queste cose che pretendete, AVRANNO PURE UN PREZZO O NO?No, caro neolaureato con due master all’attivo (pagati di tasca tua o della tua famiglia) che parli alemno due lingue e lavoratore con rimborso spese perchè da stagista fai il lavoro dei tuoi colleghi ma due soldi prendi.
Lo avete impacchettato bellino il cetriolo…
@ Pam:
@ fabio: vero. I migliori genitori sono quelli che si dilapidano da soli lo stipendio e verso la fine della vita si magnano pure l’appartamento in periferia!
Nico pensa tra 20 anni, la generazione di genitori avrà ancora sulle spalle un bel mutuo!! Probabilmente il fatto che non ci saranno più possibilità aiuterà a rimettere ogni cosa al proprio posto!!
Come si suol dire “chi è causa del suo mal, pianga se stesso…….”, ma come genitore posso dire che è terribile dire dei no ai figli. Faccio un esempio pratico, ho due figlie, la maggiore ora ha 23 anni, verso i 14/15 anni, siccome studiava aveva iniziato a chiedere la paghetta, a stare fuori l’estate, ed in pratica sovvenzionata da nonni (4) bisnonni (2) zii (14) faceva un po la stronza “voglio, posso, comando”, dopo un accesa discussione siamo arrivati al compromesso, fai quello che vuoi con gli amici, ma vieni a lavorare, naturalmente la prima settimana ha continuato a uscire e rientrare tardi, quando ho iniziato a svegliarla buttandola giu dal letto con il tipico secchio d’acqua se non si alzava ha mollato pian piano le uscite, e vedendo quanto costava guadagnare è diventata tirchia in maniera spudorata, compra qualcosa solo se realmente ne ha bisogno…….
Non ci crederete però la lotta è stata con parenti, conoscenti e altri vari ed eventuali, la frase tipica era “ma voi che non ne avete bisogno fate lavorare una povera ragazza 8/10 ore ??” Stesso discorso per quello che devono fare in futuro, a 18 anni mi ha chiesto di andare in Inghilterra, spedita ………..(con parere sfavorevole di tutti i parenti) con un capitale di 1.500,00 euro, e lasciata la anche quando ha finito i soldi (è tornata giù dimagrita di 10 kg. ha fatto un po di tutto) nel frattempo io in un bimestre ho speso circa 500 euro solo per accertarmi che stesse bene…………. Morale 23 anni, ha già il diploma di ragioneria, corso di CAD, patentino europeo del compiuter, patente, volontaria protezione civile e pro loco e sta uscendo dall’università dalla facoltà di medicina (UD, dicono che sia dura), con la piccola stesso sistema (le ho permesso in più solo il corso di informatica e nuoto) passata dalla 1* alla 2* con la media dell’otto e ora aiuta in ditta………Ma in tutto questo vedo l’abbattimento e appiattimento della società in generale…………unico punto a mio favore la grande un giorno che stavo “maziando” la piccola mi ha detto “sai mamma, una volta non ti capivo, ora so che avevi ragione, e spero un giorno se avrò figli di riuscire ad essere ferma come te”, penso che mi sarei messa a piangere di gioia…………………
Secondo voi dovrei cominciare a menare le mani? Mi figlia a 3 anni e mezzo si ciuccia ancora il pollice! E’ una concessione troppo larga? Questa cosa la farà crescere viziata?
Prendi pure in giro Nico, ci sono concessioni e concessioni, sai prima che ti dicevo che mia figlia a 14/15 anni stava fuori ??? sai dove stavano ?? al bar naturalmente, della ex compagnia di mia figlia su una decina di ragazzi, la metà è al SERT (spero per te che non sappia cos’è), secondo te cosa dovevo fare, litigare e lasciare tutto li ?? Non è che così danneggiavo mia figlia ??? Tieni presente che dove abito io (piccolo paesino in montagna del FVG) al di fuori del bar non c’è quasi niente, ma anche vedere un ragazzo, uomo o vecchio ubriaco fradicio da non reggersi in piedi è normale…………………..
@ Paolo:
OOOOH a Paolo ma quanto c..o ci dai si stipendio a sta signorina ? Paghi pochino eh?
@ ileana:
“che forse te stava a dà der purciaro…?”
probabile :)
Io scherzo, ma lo faccio per sdrammatizzare. Io stesso sono cresciuto gravitando attorno ad un bar in cui, quelli della generazione prima della mia, solo i fortunati sono al SERT… quegli altri sono morti in galera o in qualche giardinetto attorno alla stazione.
Se mia figlia un giorno dovesse prendere “brutte pieghe” credo che sarei disposto a trasferire l’intera famiglia pur di sottrarla all’abisso.
Ma prima la crepo di mazzate…
Meno male che scherzavi, ma cmq ti posso dire che non occorre picchiare, molto meglio obbligarli a ragionare, e poi a mantenere quello che hanno promesso………………………..
Anche sul “crepare di mazzate” scherzo. Sono 60 kg di ossa… già adesso che ha 3 anni e mezzo se dice sul serio mi fa paura…
Sono d’accordo con te al 100%. Purtroppo però spesso le condizioni ambientali sono più impattanti che una buona educazione (asmmesso che si sia sempre in grado di fornirla davvero una educazione buona…)
Io ho 29 anni , mi sono laureato a 26 in Architettura. Dopo aver lavorato in alcuni studi , ora ho preso in mano alcuni lavori di mio padre, che è ingegnere, e che ha bisogno di me. Alcuni lavori sono molto importanti, è una grande responsabilità. Ma i clienti non pagano, nonstante gli sforzi e i successi… e io sono ancora a vivere coi miei, e faccio una fatica cane a mettere via soldi, tra l’altro rabbiosamente tassati. Da una parte quindi sono soddisfatto perchè riesco ad esercitare la libera professione, dall’altra mi guardo intorno e mi chiedo chi me lo fa fare… alcuni miei amici, con lavoro dipendente, sono molto più sereni e tranquilli di me. risultato : ho 2 occhiaie che fanno paura, spero di togliermele con le vacanze, già sapendo che ci spenderò quei pochi euro che ho sul conto. E a settembre si balla !
– E’ possibile che esista un ragazzo di 25 anni che vive con i genitori e che si permetta di dire “non cerco lavoro e non sono disposto a cercarlo“?
In questo caso non è colpa dei genitori: a 25 anni si è una persona fatta e finita, se non si comincia a cercare la propria indipendenza cominciando a guadagnare qualche soldo e soprattutto cominciando a fare qualcosa della propria vita c’è qualcosa che non va.
Poi capisco che non sia facile ma, a 25 anni, c’è anche chi ha già un figlio…