Non mi ero mai trovato di fronte a qualche centinaio di avvocati. Mai. Devo dire che è una roba che fa un certo effetto
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E quindi: perché io?

Perché il cambiamento in atto in questo particolare momento storico spaventa un po’ tutti: questo correre veloce, l’arrivo della IA, i social e tutto quello che gira attorno all’essere umano e che non c’era qualche anno fa, ci mette in una condizione di “retrotopia” come diceva Bauman, ovvero l’utopia che idealizza il passato, considerato più rassicurante.
Perché il cambiamento fa paura? Per rispondere a questa domanda possiamo iniziare dal principio, ovvero dall’etimologia della parola cambiamento che, in greco, ha la stessa radice di catastrofe e la stessa desinenza di movimento: dunque, si tratta di una trasformazione che può portare a conseguenze imprevedibili.
Esistono aziende, a mio avviso illuminate, che hanno capito che non è sufficiente dire “va tutto bene” per rendere la condizione sicura ma si deve dimostrare che quello che sta accadendo, se girato nel modo giusto, è un’opportunità straordinaria che nessuna generazione ha mai avuto nella storia dell’umanità!
Non ho l’ardire di arrivare a tanto, non penso di essere io quello che cambia il futuro delle persone ma di certo provo a far capire che consapevolezza e responsabilità personale sono le due chiavi per vivere il presente senza legarci “solo” al passato.