Allora ragazzi, che ci piaccia o no, tutti noi usiamo i social -anche- come uno specchio per capire qualcosa di noi stessi
Sì, anche tu che scuoti la testa pensando “ah no, io no”. Lo facciamo per vedere come ci vedono gli altri (quanti mi seguono? Quanti mi considerano?), ma anche per valutare noi stessi (quanto valgo? Quanto valgono le mie idee, le mie parole, le mie azioni?).
Molti di noi pensano, erroneamente, che il numero di visualizzazioni e “i like” dipendano da quanto siamo apprezzati e di conseguenza dal nostro valore, senza considerare che è l’algoritmo a decidere quanto siamo visibili o invisibili per questo o quel target: questa confusione genera un sacco di stress, soprattutto nei giovani o in chi non sa come funziona la baracca, cioè in tanti.
Oltre alle possibili riflessioni su come viene gestito il flusso d’informazioni che ci sciroppiamo e su come si orienta l’opinione pubblica in ambito sociale, politico ed economico, secondo me c’è questo tema che, da un certo punto di vista, è ancora più delicato: le tonnellate di cortisolo che generiamo ogni giorno perché non ci sentiamo adeguati.
La caccia all’approvazione ha superato molti confini che non credevamo possibili e questo accade perché, inconsapevolmente, siamo tutti soggetti al giudizio degli altri e tendiamo a misurarci in base al valore che ci viene attributo.
Genitori, raccontate ai vostri figli che i contenuti sui social non sono esposti come in una vetrina fisica di un negozio, dove tutti possono vederli, ma sono messi su un ledwall in centro città o su un post-it appeso a un palo in una periferia deserta, a seconda di come l’algoritmo decide: questo può fare una grande differenza nel modo in cui ci percepiamo e valutiamo noi stessi ma NON è “solo” legato al nostro valore o al valore dei nostri contenuti, nel bene e nel male.
Ragazzi, ricordate che il vostro valore non dipende dai like ma da quello che siete e sentite e sapete. Mollate l’approvazione sui social, che non dipende solo da voi e datevi alla costruzione di quello che sentite di essere.
E questa non è retorica ma oggettiva analisi degli algoritmi.