Sono in treno e ho 4 americani di fianco e dietro di me: due coppie giovani e belle, probabilmente in vacanza visto il periodo, le valigie enormi e l’abbigliamento. Scendono a Firenze, io proseguo verso Roma
Sto lavorando al computer, il quale è collegato al telefono in Hotspot: ho un Mac attaccato a un iPhone, insomma. Per scrivere quello che leggi sto usando Google Documenti in modo da non perdere nulla anche chiudendo al volo, parlo con i miei amici di baggianate e contemporaneamente di lavoro con clienti usando Whatsapp, fisso call ed eventi su Google Calendar, controllo la posta in Gmail e tra le altre cose scrivo questo post che uscirà anche su Linkedin e probabilmente Facebook.
Per raccogliere qualche informazione sulle attività dei prossimi giorni ho fatto un giro su Google e su Wikipedia, con una sbirciata a Chat GPT e Gemini per farmi aiutare con alcuni dettagli che mi sfuggono e le info che trovo le salvo su DropBox.
TUTTO su servizi e strumenti americani.
Non ci avevo mai pensato a questa cosa ma notando i componenti delle coppie che mi guardavano scrivere attendendo la discesa dal treno, ho pensato a quanto mi sento fiero quando vedo uno straniero che indossa o utilizza qualcosa di italiano. E loro? Cosa penseranno visto che ogni cosa che utilizziamo la fanno proprio loro?
Un tempo le colonie importavano usanze, cultura, lingua, strumenti e metodi dai paesi colonizzatori. Oggi non siamo certamente una colonia, per ovvie ragioni, ma usanze, cultura, lingua, strumenti e metodi da dove li prendiamo?