Tempo fa ho letto su di un social una conversazione tra un medico e un muratore, identificati tali nella loro bio, che discutevano di medicina. A un certo punto, il muratore ha suggerito al medico di “informarsi”
I social ci hanno portato -anche- a questo: a pensare di saperla più lunga degli altri e proseguire nelle discussioni a colpi di “informati” oppure “studia” dando per scontato che dall’altra parte non ci si informi, ci si informi male o non vi sia la volontà di studiare.
Solo che un tempo le chiacchiere e le opinioni rimanevano tra amici o famiglia, magari riuscivi a fare colpo su quattro gatti con un discorso a scuola o a una conferenza, oppure al bar durante una partita a flipper, ma adesso? Adesso il rischio che corri, se va bene, è quello di coprirti di ridicolo da solo, con le tue mani, semplicemente comunicando.
Ricerche recenti avanzano l’ipotesi che, nei prossimi 15 anni, la reputazione potrebbe diventare una moneta di scambio a tutti gli effetti. Speriamo, se esiste il karma, che nei prossimi 15 anni chi pensa di avere sempre le informazioni giuste, la ragione e gli studi più corretti rimanga con poca moneta di scambio in tasca.