Hai guardato “Robbie Williams” su Netflix? Io sì e ho riflettuto su due cose: la prima è che Robbie è il più gran figo di sempre e vorrei essere lui, la seconda riguarda l’ego
Nella serie si parla della vita di una delle icone pop più influenti degli ultimi 35 anni. Il buon Robbie è l’artista solista di maggior successo di tutti i tempi nel Regno Unito, il più venduto in UK durante gli anni 2000 ed è uno degli artisti più venduti di tutti i tempi con oltre 90 milioni di copie in tutto il mondo (i Metallica superano i 100 milioni ma va beh).
Ora, nella serie si vede l’uomo, oltre all’artista, un uomo dall’ego enorme, vorace e incolmabile. In un suo libro Serge Marquis dice questo dell’ego: “una volta liberato dal suo giogo, non avvertirai più quel bisogno malsano di essere considerato, notato, amato, riconosciuto, al centro dell’attenzione, oppure di sentirti dire che sei bello, brillante o intelligente”.
Robbie è stato così, ammorbato da un insaziabile bisogno di essere considerato, notato, amato, riconosciuto, al centro dell’attenzione e questo lo ha portato a due condizioni in apparenza distanti tra loro: successo enorme e infelicità abissale.
Nell’agosto del 2003 Williams si è esibito davanti a 375.000 spettatori, il più grande evento live nella storia inglese e pochi giorni dopo anche il record per il concerto in Irlanda, di fronte a una folla di 135.000 persone.
C’è un passaggio in cui dice più o meno questo: “guardatevi in giro. Io sposto 95 tir. Ogni bullone che vedete, ogni vite, persona e attività è qua perché ci sono io. Mi fa sentire oppresso”.
Il suo talento -innegabile- catalizzato dal suo ENORME ego gli ha fatto avere un successo che ha dell’incredibile. Senza il suo insaziabile bisogno di essere considerato, notato, amato, riconosciuto e al centro dell’attenzione non sarebbe mai diventato Robbie Williams ma, allo stesso tempo, lo ha anche reso un uomo profondamente insoddisfatto e fragile.
L’ego ipertrofico dona al mondo delle personalità straordinarie che saranno ricordate per decenni ma rende queste persone tremendamente, profondamente e irrimediabilmente infelici.
Pagheresti il prezzo dell’infelicità per avere successo?
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