L’idea che la gente spesso non distingua tra “mi piace” e “bello” tocca un argomento fondamentale nell’estetica e nella critica: la differenza tra apprezzamento soggettivo e valutazione oggettiva.
Quando diciamo “mi piace”, esprimiamo una preferenza personale. Questa affermazione è soggettiva e dipende dai nostri gusti individuali, esperienze, contesto culturale e stato emotivo. Questo tipo di giudizio è intrinsecamente personale e non pretende di essere universale. Ad esempio, a una persona potrebbero piacere molto i Metallica (e avrebbe ragione) in base a ricordi di “giovinezza” associati a quella musica.
D’altra parte, quando diciamo che qualcosa è “bello”, stiamo cercando di fare una valutazione più oggettiva. In questo caso, stiamo cercando di giudicare l’oggetto (arte, musica, letteratura, ecc.) basandoci su criteri che sono ampiamente riconosciuti e accettati. Questi criteri possono includere l’armonia, la composizione, la maestria tecnica, l’originalità, l’espressione emotiva, e così via. Questo tipo di giudizio è più universale e meno dipendente dalle preferenze personali. Ad esempio, si può riconoscere che un dipinto è tecnicamente ben eseguito e artisticamente significativo, anche se a noi non piace o non emoziona.
La confusione tra questi due tipi di giudizio può portare a malintesi, soprattutto sui social.
Quando le persone basano le loro opinioni esclusivamente su preferenze personali senza considerare criteri più oggettivi, si trascurano parti decisamente importanti, ovvero lo studio, il lavoro e la creatività dietro a qualcosa, che sia una canzone, un video, un quadro.
Capire la differenza tra “mi piace” e “bello” è fondamentale per una comprensione più ricca del mondo, della vita e degli altri. Mentre è importante riconoscere e onorare le nostre preferenze personali, è altrettanto importante essere aperti ad apprezzare “la bellezza” oltre i nostri gusti individuali, considerando i più ampi standard di eccellenza e significato… così come apprezzare i Metallica ;)