Vista la gran moda da “digital nomad” che impazza di certo qualcuno se la prenderà, ma hai mai provato a lavorare DAVVERO in spiaggia o al parco?
Vedo un sacco di gente che, specificando che il lavoro da remoto è poetico, scatta foto mentre sta con il computer in spiaggia, dalla barca, da una panchina nel parco.
Bello eh, romantico e affascinante. Ma ci avete provato davvero? Io si, ci ho provato. L’ho fatto un paio di volte, spiaggia e parco.
In ufficio ho:
- 2 monitor 4K da 28 pollici
- fibra che mi arriva sotto alla scrivania
- sedia da gaming senza la quale la schiena urla
- webcam full hd e microfono a condensatore per le call
- aria condizionata
- bagno privato a portata di mano
- pasticceria sotto all’ufficio (manca il palo da pompiere per fiondarmi direttamente dentro)
In spiaggia e al parco ho:
- formiche sulla tastiera
- zanzare
- moscerini e insetti volanti vari
- caldo assillante
- piumini dei pioppi in faccia
- sabbia
- gente che parla al vivavoce del cellulare come fosse allo stadio
- posizioni scomode: i tizi nelle foto avranno crampi e collo dolorante
La fregatura è che l’essere umano deve idealizzare tutto, anche il lavoro. Quindi lo immaginiamo in un modo, ma quell’immagine romantica che ne abbiamo è rovinata dalla realtà.
È bello sul serio essere liberi, su questo non ci piove così come capisco che è bello raccontare quanto è leggero, semplice, allegro, produttivo ed edificante stare a lavorare “ovunque ci sia un filo di banda” ma questo serve a fare like, perché se vuoi lavorare DAVVERO, ti conviene trovare un posto comodo e lasciare la spiaggia per le vacanze e il parco per i picnic.
P.S. Tutti quelli delle foto di questo post avranno male al collo alla sera e tra due anni saranno da ernia al disco.