Le persone tendono a tenere in altissima considerazione i comportamenti o le scelte fatte da un alto numero di individui, e più questo numero è alto, più le masse penseranno che una determinata cosa giusta o è bella o è addirittura corretta.
Questo è quello che nessuno di noi vorrebbe sentirsi dire ma, mi dispiace, è così: il “sì, ma lo fanno tutti” o “ce l’hanno tutti” non è una congettura, ma un fatto che si pone alla base della diffusione delle mode, per esempio.
L’abitudine fa il gusto, diceva Aristotele, e se questo è vero è ancora più vero che, una cosa la fanno in molti (se non proprio tutti), in quel caso ci pare non solo accettabile, ma giusta e imitabile.
Pensate, in prospettiva social, di essere consapevoli di una cosa simile.
Tempo fa, durante un viaggio a Londra, mi sono accorto di una lunga coda di persone per strada, davanti a me, e non capivo cosa fosse, da cosa fosse causata. Era, supponevo, un’attività commerciale, ma davanti alla porta, una bruttissima porta in legno, vecchissima, c’era un “buttafuori” e la suddetta coda di una decina di persone. La fila si rimpolpava grazie alla curiosità delle persone che passavano per strada e, senza sapere il perché, si mettevano in fila a loro volta.
In effetti, quel posto era un normalissimo negozio di abbigliamento vintage, nemmeno troppo gradevole, che aveva assoldato una persona per creare la fila di gente! Coda che, facendo leva sulla riprova sociale, si autoalimentava.
Certo, se poi il prodotto è brutto il “trucco” non funziona e siamo sempre li, tutto deve partire dal prodotto e dalla sua qualità.