Prima che qualcuno mi dia del pazzo facciamo chiarezza, o almeno cerchiamo di capire quello di cui stiamo parlando. E’ importantissimo, infatti, partire sempre da dei concetti che siano chiari per tutti.
Sapete cos’è un “hater“? Riporto da Wikipedia:
Hater è un termine usato in Internet per indicare gli utenti che generalmente disprezzano, diffamano o criticano distruttivamente una persona, un lavoro o un concetto in particolare.
L’odio dell’hater è generato da dei sentimenti simili alla gelosia e all’invidia; tuttavia gli hater, a differenza dei gelosi, non desiderano diventare come le persone che prendono in giro o attaccano, ma al contrario desiderano esclusivamente insultarle e denigrarle.
Un hater giustifica il suo disprezzo e pone il suo pensiero come unica, vera realtà; i pensieri o idee delle persone a lui non affini sono completamente errate e semplicemente delle menzogne.
Un hater tende a seguire costantemente le attività del personaggio pubblico che odia.
E’ la versione “disumana e disumanizzata” delle religion war delle quali abbiamo già parlato, ovvero
aspre e interminabili discussioni fra utenti/sostenitori di diverse tecnologie o brand concorrenti. L’espressione implica che le diverse posizioni siano tali “per fede” e quindi, essenzialmente, che la discussione sia destinata a non aver mai fine.
Un hater è uno che ODIA. Semplicemente. Un “odiante”
In quanto odiante è una persona che non pensa di voler essere come la persona che odia ma pensa, anzi, di essere profondamente superiore e per questo la ODIA.
Ovviamente tutto questo è mosso da una profonda frustrazione e da una una limitata consapevolezza della realtà, non che da un EGO non proprio in squadra, ma di questo parleremo nel mio prossimo libro ;)
Online il fenomeno dell’hater è molto comune e tanto più comune e numericamente importante, in base al numero di persone che il personaggio soggetto d’odio è in grado di raggiungere.
L’ormai noto Secondo Teorema dei Social dice che
Più hai seguito più hai detrattori. E’ un assioma che prescinde da quello che scrivi e con quale conoscenza/autorità ne scrivi. All’aumentare della popolarità aumentano invidia, critiche e pensieri discordanti dal tuo. E’ normale, fisiologico e giusto.
In pratica, in Rete c’è pieno di rompicoglioni
e i suddetti, sono proporzionali ai followers. Diciamo che se hai 10 followers uno è un rompicoglioni, se di followers ne hai 10.000 allora 1.000 sono rompicoglioni. Matematica pura.
Ma immaginate se un personaggio pubblico avesse, che so, milioni e milioni di followers su tutti i social, cosa succederebbe?
Avrebbe centinaia di migliaia di hater (odianti) alle calcagna.
Questo capita a personaggi come Selvaggia Lucarelli, Francesco Sole o Fabio volo, per esempio. Pensate che capita anche a me, nel mio piccolo, quindi cerchiamo con cognizione di causa di parlarne e di capire come sono fatti visto che non hanno le squame. Non tutti, almeno.
A proposito di Fabio Volo, ieri sera alle Invasioni barbariche della Bignardi, ha detto una cosa molto interessante, facendo un paragone decisamente azzeccato. Ha argomentato che il fenomeno degli hater, in particolare su Twitter piuttosto che su Facebook,
è motivato da quello che ha chiamato “l’effetto nano sul gigante”.
In pratica Volo, che non è un coglione a prescindere da quello che ne pensiate, dice con la sua solita allegra faccia da schiaffi, che l’unico modo che ha un nano famelico, frustrato e “odiante” di diventare qualcuno (alto) è attaccare un gigante e in pratica salirgli sulle spalle. Tipo “Master Blaster” in Mad Max (citazione per pochi nerd).
Ora, ci sono 5 tipi di Troll
Frustrati
Invidiosi
Rabbiosi
Dietrologi
Offensivi
Tra questi 5 tipi si possono annidare degli hater. Un troll non è necessariamente un hater eh, poi eventualmente approfondiremo la cosa, quindi come possiamo riconoscerlo per poi mettere in pratica le contromisure?
Gli hater li riconosciamo dal fatto che NON esistono vie di fuga, NON esiste discussione, NON ci sono presupposti di dialogo.
Non possiamo di fatto arrivare a nulla, parlando con queste persone. A nulla, perchè il loro eloquio non è finalizzato al loro piacere, alla loro formazione o alla nostra formazione ma semplicemente al nostro annientamento. Ricordate la Religion war?
Le diverse posizioni siano tali “per fede” e quindi, essenzialmente, che la discussione sia destinata a non aver mai fine.
Riassumendo:
dobbiamo curarci degli altri ma dipende da chi sono e dalle loro VERE intenzioni.
Alla fine sta a voi decidere se odiare o amare come sta a voi decidere chi ascoltare e quando. Una volta imparato a discriminare… beh allora la nostra vita sarà molto più amorevole e colma di PURA Lovvotica.