Articolo di Gian Luigi Archetti che ci racconta la sua esperienza di come dei quotidiani online si approprino di video che non appartengono loro
Ciao Rudy, mi chiamo Gian Luigi e ho aperto il canale Sagiciannel su Youtube dove pubblico miei video personali, non sono un professionista e non ho né strategie né un target.
L’8 luglio scorso sono diventato un “reporter per caso” perché ho girato un video circa otto minuti in una strada allagata di Milano e l’ho pubblicato immediatamente su Youtube come curiosità, il mio commento era stupito e sarcastico perché non avevo idea di cosa fosse successo, solo dopo ho letto notizie che parlavano di esondazione.
Da subito le visite che salivano tre al minuto e in mattinata ero stato contattato da un sedicente giornalista americano, diceva che il mio video era molto interessante e voleva proporlo alle testate (americane) per cui lavora, con un compenso in caso di eventuale vendita. La cosa non ha avuto un seguito ma le visualizzazioni continuavano a crescere, pensavo d’aver centrato l’argomento giusto e di esser finito nelle ricerche di Youtube.
Una settimana dopo ho gugolato il nome del mio canale e tra i risultati c’erano La Repubblica, Il Secolo XIX, Tiscali, L’Arena e BresciaOggi. Questi giornali avevano pubblicato l’8 luglio stesso uno spezzone di circa due minuti e mezzo del mio video con la mia voce a commentare e poche righe che parlavano di traffico in tilt e città in ginocchio.
A fine notizia c’era la menzione “video Sagi Ciannel/Youtube”, ma non era un link diretto perché erano video pubblicati sui loro siti, ma soprattutto nessuno di questi giornali mi aveva chiesto nulla sull’utilizzo del mio materiale.
La Repubblica ha usato anche uno spezzone più breve del mio video piazzato senz’audio a centro pagina nell’articolo principale sull’esondazione, ed ha editato il proprio logo sulle mie immagini. Su tutti i siti prima dell’inizio del filmato partiva anche uno spot.
Ho segnalato la cosa chiedendo spiegazioni, ho ricevuto una sola risposta da una giornalista di Repubblica, diceva che generalmente pubblicano previa autorizzazione e citando la fonte, si scusavano se non ero stato avvisato e dicevano che in ogni caso il contenuto non era più disponibile ai link da me indicati.
La Repubblica, L’Arena e BresciaOggi avevano rimosso l’articolo, mentre su Tiscali e Il Secolo XIX è ancora presente ma è rimasto solo un “mio” fermo-immagine, il video non parte.
Su Repubblica però c’è ancora (al momento della stesura di questo articolo) l’articolo sull’esondazione con il mio spezzone più breve, e lo stesso è riprodotto senza audio nella sezione videonotizie col logo del giornale e senza menzione al mio canale, e prima del pezzo partono le pubblicità (è stato visto più di undicimila volte).
È normale che un giornalista americano chieda l’autorizzazione ad utilizzare il mio video mentre i giornali italiani l’hanno pubblicato (anche col proprio logo) senza nessuna autorizzazione? Se non avessi gugolato non avrei mai saputo che il mio video era stato usato e probabilmente sarebbe ancora online.
Ho riletto i termini di servizio di Youtube, e ancora non capisco il diritto di quei giornali di pubblicare il mio video come se fosse roba loro: che diritto avevano di mettere il loro logo e di vendere un mio contenuto ai loro inserzionisti?
Pubblico video per gioco e continuerò a farlo perché mi piace, sogno di diventare partner di Youtube e ricavarci qualcosa da quella che è una passione, ma se chiunque può prendere il materiale di altri e usarlo come vuole o venderlo senza neanche avvisare, a chi resterà la voglia di provare ad essere creativi? Così è la morte del web fatto dal basso.
Ringrazio Rudy dello spazio e dello sfogo.
Gian Luigi Archetti (Sagiciannel/Youtube)
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