Ieri parlavo su Facebook del format Hell’s Kitchen, in particolare nella sua versione italiana, quella con Carlo Cracco. Cercavo di scrivere e spiegare le mie ragioni sul perchè non solo NON si dovrebbe guardare il suddetto programma ma anche sul perchè sia moralmente ingiusto produrlo e mostrarlo.
Scrivevo:
Guardare Hell’s Kitchen è imbarazzante e offensivo. Cracco è intollerabile, arrogante, violento, brutale…e ha una voce che rasenta l’osceno.
Lo so che è il format ma basare un format sull’umiliazione delle persone, sul loro soffrire e sul loro pianto, è raccapricciante.
Fosse per me chiuderebbe baracca domani mattina: è un format catartico per i frustrati che sfogano la loro rabbia su quei poveracci.
A completamento del ragionamento riporto un commento di Gianluca Riccio, che a mio parere è stato oltremodo completante di quanto volessi dire:
La penso esattamente come Rudy. Ho fatto autorato televisivo e so molto bene come un certo modo di costruire il messaggio orienti la società, specie i ragazzi.
Siamo andati oltre la fase del grande fratello: dall’elogio dell’ignoranza e del far nulla ora non basta restare in un acquario, bisogna saltare nel cerchio infuocato frustati dal domatore.
Chi non ci riesce è un fallito sfigato, deriso da altri sfigati che si sentono più intelligenti o in salvo.
Prima hanno suggerito l’idea che la cultura e la conoscenza fossero inutili e di ostacolo al successo, ora suggeriscono alla mandria che vince chi sa sottomettersi, e un giorno potrà sottomettere e giudicare a sua volta, confondendo l’arroganza con il carisma, la prevaricazione con la disciplina.
Fascismo culturale, questo è. Con tutto il suo corredo muscolare di gente che “ha le palle quadrate” senza se e senza ma, e perfino con i suoi Balilla, bambini vestiti da cuochi e indottrinati fin da piccoli.
Rudy è stato un signore come sempre: io sono meno diplomatico e lo dico chiaramente, questa roba è abominevole e sottolinea quanto ci stiamo involvendo. Non mi sento superiore, anche a me è capitato di guardare questi programmi e di esserne anche incuriosito. È che conosco i meccanismi e non mi fanno effetto.
I commenti che mi fanno più paura sono quelli che dicono “la realtà è così”.
E adesso per punti, voglio motivare ulteriormente a quelli che hanno, con giusta ragione, mosso delle perplessità o delle argomentazioni che, a mio modo di vedere, non stanno in piedi.
A quelli che dicono che il programma ha successo
E allora? Il fatto che abbia successo non vuol dire che sia un “buon programma” e il fatto che abbia successo non assolve il format. Le uccisioni dei cristiani al Colosseo (per fare un esempio certamente esagerato) avevano successo ma non per questo solleviamo gli autori delle stesse.
A quelli che dicono che la gente sa a cosa va incontro
Vero, ma queste persone sono a loro volta il frutto di un sistema televisivo amorale e irrispettoso verso quelli che davvero, dovrebbero essere dei valori condivisi. L’umiliazione non è disciplina. La prevaricazione non è forza di carattere: queste persone sono vittime, anche se consapevoli. E’ come la sindrome di Stoccolma, per capirci.
A quelli che dicono che la TV è meglio non guardarla
Forse è vero, ma se non la guardo io non è che non la guarderà nessuno. Penso che la consapevolezza sia la nostra unica arma, e la consapevolezza si forma con la conoscenza. Se io guardo un programma TV dopo, solo dopo, posso giudicare, formare la mia personale idea e condividerla, costruendo di fatto una coscienza collettiva più evoluta.
Se non guardo e non ne parlo le cose non scompaiono. Mi viene in mente una bellissima frase di Stallman che recita: “Ai geek piace illudersi di poter ignorare la politica: potete anche ignorarla, ma la politica non ignorerà voi”
A quelli che dicono che la vita è così
No, non è vero. La vita è quella che decidiamo noi debba essere e se cambiamo noi, cambia la vita. Dobbiamo smettere di pensare “tanto non possiamo fare niente” perchè non è vero. Ripeto: la consapevolezza è l’unica nostra arma.
A quelli che dicono che tanto, è tutta finzione
Ne siamo sicuri? SIamo sicuri sia finzione? Cioè certo, sono sicuro che Carlo Cracco di persona sarà squisito e gentile e non urlerà in faccia a tutti, ma siamo sicuri che la finzione non porti con se delle conseguenze?
Vi ricordate l’esperimento carcerario di Stanford? L’esperimento prevedeva l’assegnazione dei ruoli di guardie e prigionieri all’interno di un carcere simulato. Gli inattesi risultati ebbero dei risvolti così drammatici da indurre gli autori dello studio a sospendere la sperimentazione. Dopo solo due giorni si verificarono i primi episodi di violenza: i detenuti si strapparono le divise di dosso e si barricarono all’interno delle celle inveendo contro le guardie; queste iniziarono a intimidirli e umiliarli cercando in tutte le maniere di spezzare il legame di solidarietà che si era sviluppato fra essi.
E questa? Questa non era finzione?