Quello che tutti pensano guardandosi attorno, usando telefoni e Internet e computer e smartwatch è di essere inadeguati: inadeguati al cambiamento, inadeguati a quello che verrà. Abbiamo paura di non essere in grado di capire quello che avverrà perchè troppo complesso. E questo è vero, è troppo complesso. Il senso di inadeguatezza e di ignoranza si trasforma in frustrazione e poi in paura e in rabbia, quindi odiamo le macchine, il Web, odiamo la tecnologia, la denigriamo oppure la snobbiamo dicendo che è tutta roba da grande fratello.
Quello che dobbiamo veramente capire, invece, è che non dobbiamo capire. Non dobbiamo capire tutto per essere in grado di godere del cambiamento.
Non capiamo come viene disintegrato l’atomo per godere della corrente elettrica che ne deriva, e quindi non dobbiamo capire come viene compilato un algoritmo per godere di Google, ma quello che dobbiamo sapere è che esistono delle centrali nucleari, che guadagnano soldi sulla vendita e quindi su di noi, che usano l’energia atomica e dobbiamo sapere i rischi dell’energia atomica.
Dobbiamo avere uno sguardo di insieme, per capire il tutto. Non uno sguardo dettagliato, ma un volo pindarico dall’alto per intravedere i confini delle cose e poterle, a nostro modo, sfruttare. O almeno non averne paura. La paura è deflagrante, potente e cresce in un humus di ignoranza.
L’unica cosa che dobbiamo assolutamente capire è che le cose cambiano a prescindere da noi, da quello che pensiamo, da quello che siamo e dalla nostra volontà che cambino: è bene sapere in che direzione cambiano, per non avere paura.