Controllare a distanza un computer, senza doverlo configurare, senza dovergli “insegnare” ad obbedire.
Si tratta di fatto della possibilità, con l’accondiscendenza della persona che possiede il computer controllato (altrimenti sarebbe un virus ;) ) di poter gestire una o più macchine da remoto. Un risparmio di tempo straordinario che voglio fare spiegare a Davide.
D) Ciao Davide e grazie per il tuo tempo. Vuoi fare una tua breve presentazione e dirci che ruolo occupi nel progetto?
R) Ciao Rudy, grazie a te per l’opportunità. Mi occupo di marketing, in particolare marketing digitale, per Nanosystems. Essendo Supremo un prodotto nuovo ho sia lavorato sul piano strategico andando ad analizzare i competitor e a studiare le strategie commerciali, sia su quello operativo preparando i contenuti del sito, curando i messaggi pubblicitari e i rapporti con la stampa.
D) A quali domande rispondete? Dacci dei “perché”. Spiega in modo semplice di cosa si tratta, come se lo dovessi spiegare ad un anziano… come me.
R) Supremo è un software per il controllo remoto per Windows. Risponde ad una semplice esigenza: controllare “a distanza” un PC/server senza bisogno di configurarlo preventivamente. Principalmente per fornire assistenza tecnica ma anche per facilitare le operazioni di gestione dei computer aziendali. La nostra filosofia è “less is more”, Supremo è semplice e minimalista, offre solo le funzionalità strettamente necessarie. D’altra parte costa molto meno della concorrenza.
Puntiamo nel 2014 a rilasciare nuove versioni per Mac, iOS e Android.
D) A chi vi rivolgete?
R) I nostri clienti tipici sono i dipartimenti IT delle aziende e le società che forniscono assistenza tecnica e/o sistemistica.
D) In che modo veicolate il progetto? Avete un piano di ADV, con il passaparola, con i piccioni viaggiatori? Come fate sapere al mondo che esistete?
R) In parte siamo stati semplicemente “fortunati”. Due anni fa Supremo era un progetto partito per uso interno. Era comunque stata creata una pagina web e avevamo una beta pubblica gratuita. Quando abbiamo visto che era utilizzato da migliaia di utenti senza alcuno sforzo di marketing attivo, solo per passaparola, abbiamo capito che non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione. Ad oggi il passaparola rappresenta il più grande motore crescita di Supremo, affiancato da campagne di advertising online e da un buon vecchio “lavoro da PR” andando a proporre a blogger e giornalisti il prodotto. Ad ottobre abbiamo avuto oltre 172.000 utenti e sono passate per i nostri server oltre 230.000 sessioni di controllo remoto.
D) Chi fa parte della partita? Quanti siete, chi siete e come siete strutturati? No, non sono della DIGOS ;)
R) Nanosystems è un’azienda che esiste dal 1986. In questi anni si è adattata ai grandi cambiamenti del mondo IT, di fatto è un’impresa completamente diversa da quella fondata allora. Abbiamo due titolari, Romana Romandini e Silvia Gigli, donne capaci e sensibili. In tutto l’azienda è composta da dieci persone che svolgono però attività diverse. Non ci occupiamo solo di software distribuito online come Supremo e il nostro buon vecchio Uranium Backup.
D) Presumo avrete intenzione di guadagnare dal vostro lavoro di intelletto: se si da quando? Ed in che modo?
R) Supremo è stato rilasciato il 19 settembre 2013 e dopo un’ora aveva già il suo primo cliente. Il software può essere utilizzato gratuitamente per scopi personali ma per finalità commerciali è necessario sottoscrivere uno dei nostri piani di abbonamento. Solo il “controller”, cioè il prestatore di assistenza o il gestore remoto dei PC/server, deve sottoscrivere il piano. Nel nostro settore non è difficile convincere gli utenti a pagare perché si parla di aziende che hanno bisogno di tool performanti e affidabili. E soprattutto hanno bisogno di una linea diretta per il supporto. Dalla data di lancio ad oggi abbiamo già concluso circa 200 transazioni di acquisto, alcune di ingente valore. Siamo molto soddisfatti.
D) Che cosa manca in Italia per poter sviluppare idee competitive?
R) E’ una domanda difficile Rudy. In Italia le aziende sono penalizzate da molti punti di vista, i primi che mi vengono in mente sono il regime di tassazione e la burocrazia. Credo anche che nell’immaginario comune gli imprenditori non godano dell’importanza che meritano, non sono visti come il motore di crescita di una nazione ma è innegabile che abbiano un ruolo importantissimo nell’economia. C’è anche un altro aspetto “doloroso”, soffriamo di nanismo imprenditoriale e gli imprenditori della vecchia scuola faticano a capire l’evoluzione del mondo e ad internazionalizzare le loro aziende. Noi qui siamo fortunati, operiamo nel settore del software che di per sé corre molto veloce, per stare a galla devi muoverti di continuo e sebbene l’Italia sia il paese che porta più ricavi vendiamo per la maggior parte all’estero. Questo ci ha tutelato dalla crisi ed oggi l’azienda non ha paura di assumere dipendenti fin dal giorno di immissione in azienda. L’ultimo sviluppatore che abbiamo assunto, Valerio, è arrivato qui fresco di università e dopo averci dimostrato il suo valore nel colloquio è subito entrato in azienda con un regolare stipendio. Quanti fanno lo stesso in Italia oggi?
D) Che cosa abbiamo in Italia che ci permette di creare idee competitive? Quali sono i vostri quid?
R) Molto, ma sottovalutato. Abbiamo tanti giovani validi e una forte capacità di adattamento. Abbiamo tantissime aziende situate in piccoli centri abitati e questo significa ritmi di vita più salutari e rilassanti, massacrarsi di lavoro non porta mai all’eccellenza. L’equilibrio porta all’eccellenza. Sono convinto che in Italia e in particolare ad Ascoli Piceno, dove Nanosystems è nata ed opera, sia possibile costruirsi una vita migliore a patto di conquistarsi un buon lavoro, cosa che appare sempre più difficile per i giovani. E credo che sia questa la nostra ricetta segreta. In auto arrivo a lavoro in 12 minuti, in bici ne impiego 22. Torno sempre a mangiare a casa e non sono certo l’unico. Qui in azienda è la prassi. Una vita migliore produce un lavoro migliore.
D) Fai un appello. Che sia qualcosa che vuoi chiedere, come soldi o aiuto, oppure qualcosa che vuoi dire, come mandare tutti a quel paese oppure benedire tutti quanti.
R) Voglio mandare a quel paese Rudy Bandiera per le foto ridicole con macchine americane improbabili che non comprerà mai.
Scherzo, mi basta ringraziare coloro che hanno creduto in Supremo fin dal principio. Siamo molto contenti di come sta andando.
Di seguito i riferimenti online per saperne di più, e grazie a Davide Costantini
http://www.supremocontrol.com
Se vuoi proporre la tua idea o progetto o startup o quello che hai in testa, leggi la pagina con le modalità ed il semplice regolamento di #innovazioneitalia