I Tweet Award sono ormai passati da una settimana: era venerdì scorso quando partivo per Rimini, carico di speranze, eccitazione e mal di stomaco per la tensione.
E’ andato tutto bene, non vi ammorbo con dettagli tecnici (si si c’erano ben oltre 300 persone ed è stato uno spasso) e vi traggo un paio di conclusioni che fondono vita reale e vita digitale.
Si perché questo evento ha la particolarità di nascere su un social che si chiama Twitter, di crescere durante tutto l’anno attraverso delle relazioni umane, e di sfociare in un evento in real life: un posto dove se magna e se beve insomma.
E quali lezioni ho imparato da questa cosa? Come le posso sfruttare a mio favore e nel mio lavoro?
- Persone a rimorchio
Ci sono un sacco di individui che non ti cagano pari per un anno e che quando si ricordano che ci sono i TA, o quando si accorgono del fatto che li organizzi, diventano patatosi. Oppure, addirittura, vengono proprio a rimorchio, con cose online, richieste mielose e storie simili.
Dopo l’evento…puff. Scompaiono. Come Kaiser Soze nei Soliti Sospetti.
- Se hai visibilità, qualunque cosa tu faccia, non va bene
Siamo stati da Fiorello, a Roma, per consegnare il premio dei TA13. Lui è stato cordialissimo, incredibilmente gentile. Ci ha messo a nostro agio, ha fatto un video solo per i TA che ci ha detto avremmo potuto usare come volevamo. Ci ha tenuto li, abbiamo fatto la trasmissione insieme, ci ha fatto compagnia con le telecamere spente e ci ha pagato la colazione. Fiorello, non l’ultimo dei cretini eh.
E cosa leggo in giro: leggo che è un paraculo, un farabutto che ci ha trattato bene solo per indorarsi il pubblico di Twitter.
Leggo che è un ruffiano.
Ora, se non ci avesse cagato sarebbe stato uno stronzo, se ci tratta bene è un paraculo.
Tutto questo dimostra il “secondo teorema di Rudy Bandiera” che tradotto è: “in rete c’è pieno di rompicoglioni”.
- Che se ne parli o meno, c’è qualcosa sotto
Come dicevo siamo andati a Roma, da Fiorello. Per una città come Ferrara avere due professionisti che hanno una agenzia abbastanza nota nel mondo del Web Marketing e che riescono ad organizzare un evento di portata nazionale come il TA13, è qualcosa di straordinario, da coltivare.
Quindi siamo passati sui giornali locali, a mio modo di vedere giustamente: ci hanno fatto un paio di interviste, un paio di piccoli articoli sia sul digitale che sul cartaceo.
E cosa ci siamo sentiti dire? Che siamo collusi con i quotidiani che hanno parlato di noi. Che abbiamo fatto pubblicità “occulta”.
Ecco, la dietrologia che torna: dalle scie chimiche ai Rettiliani c’è sempre qualche coglione che pensa che ci sia qualcosa sotto.
Se ne parlano ne parlano perché sei connivente, se non ne parlano sono capaci di dire “a Ferrara non succede mai un cazzo”.
Rudy sia tu che Skande avete sempre la mia massima stima, sia per il lavoro che fate che per gli aggettivi che mi insegnate, “patatoso” è un qualcosa di stupendo soprattutto associato al “puff” scritto 2 righe sotto!
Complimenti per il vostro lavoro, un giorno mi piacerebbe poter lavorare con voi!
Una frase banale, la mamma degli imbecilli è sempre incinta.
A Ferrara avremmo bisogno di tanti SKANDE e RUDY
@ Giuseppe Frattura:
@ ardu:
voi, siete patatosi :)
Ahhh sono finiti i TA13 …. quindi posso smettere di seguirvi, cavolo avvisate almeno!
P.S. prima o poi ce la farò a venire anch’io e non dover lavorare sempre quel giorno :(
@ Stefano Fantinelli: te sei uno di quelli della peggior specie, altro che!
Adoro e condivido il tuo secondo teorema, ma credo che si possa applicare anche alla vita reale, non solo al mondo del web. Giusto q.b.
Lo sapevo. Lo sapevo. Che delusione Rudy. Potevi dirmelo prima, che sei un rettiliano.