Sapete bene che non sono un critico gastronomico e nemmeno uno che vaglia e valuta le strutture ricettive, ma siccome venerdì ho vissuto una avventura ai confini della realtà, e siccome ho un blog, la voglio raccontare.
Sperando, come fine ultimo, di posizionarmi nei risultati di Google prima dei risultati ufficiali, o in ogni caso li attorno.
Allora, dicevamo: venerdì avevo un informale pranzo di lavoro con un ragazzo che si chiama Andrea, il quale il giorno prima mi dice: “ma sai che conosco una locanda dove si mangia con 10 euro a prezzo fisso, e il posto è bellissimo? Si chiama Corte Arcangeli ed è a Pontegradella“.
“Bene” dico io “a 15 minuti da casa mia. Ci troviamo li alle 13”.

Alle 13 in punto siamo con i piedi sotto alla tavola, in una location da favola: in pratica il tavolo apparecchiato dentro ad una vecchia struttura agricola ristrutturata, affacciato su un grande portico che da su di una magnifica piscina.
Si avvicina un signore dai capelli bianchi che ci dice:

– lui “cosa desiderate mangiare? Un po’ di pesce?”
– io “no no grazie, vorrei sapere che cosa avete a menù fisso”
– lui “ah no, se è così cambia tutto” ed inizia a sparecchiare la tavola, portando via i tovaglioli. Poi ci porta una tovaglietta di carta, tovaglioli di carta e si ricomincia.

– lui “abbiamo maccheroncini panna e funghi e strigoli al ragù di primo, e di secondo affettati misti o paillard ai ferri”.
– io “allora, io prendo i maccheroncini poi per il secondo ci penso dopo, in base alla fame”

E qui, attenzione, inizia la follia

– lui “eh no, questo è un menù fisso, non lo posso spezzare”
– io “mi stai prendendo in giro?”
– lui “no no, se prendi il primo devi prendere anche il secondo”
– io “no no aspetta un attimo. Io so che è un menù fisso e che quindi lo pago, ordino il primo e aspetto ad ordinare il secondo perché non so se ne avrò voglia. Cosa spezzo? Cosa ci trovi di così impossibile da realizzare?
– lui “se ordini solo un primo lo ordini alla carta, altrimenti mi devi ordinare anche un secondo”
– io “ma non lo so se voglio un secondo! Quindi ordino il primo del menù fisso e poi se ho voglia un secondo sempre dal menù fisso, altrimenti prendo solo il primo e ti pago tutto il menù”
– lui “no, mi dispiace. O ordini un primo alla carta o tutto il menù fisso”
– io “a me sembra di sognare… allora guarda, visto che non posso stare tutto il giorno qua a discutere con te, mi porti il primo che ho ordinato e un secondo che vuoi tu, tanto io non lo voglio e rimarrà li. Così presumo tu possa essere soddisfatto”.

Chi mi conosce sa benissimo che non sono avvezzo alla polemica, ma questa cosa mi ha mandato davvero al manicomio. Alla fine di questo delirio, durante il quale abbiamo mangiato i due primi, ci hanno portato i due affettati misti ed abbiamo bevuto due bottiglie di acqua naturale e due caffè, vado a pagare.
Già è abbastanza strano che per pagare il ristorante ti mandino in piscina, al bar. Ma va beh, si sono organizzati in modo bizzarro e non ci sono problemi.

Al momento del pagamento chiedo la fattura e mi viene risposto dalla ragazza alla cassa
– lei “ehm… no mi dispiace. Non ho qua la roba per fare le fatture. Ti faccio lo scontrino”
– io “ah va beh… ok. Posso pagare con il bancomat?”
– lei “eh no, non ho proprio la linea”
– “lasciamo stare, quanto ti devo?
– lei “sono 28 euro”

28 maledettissimi euro?! Ma se sui cartelli in strada c’è scritto menù a prezzo fisso a 10 euro, compreso ingresso in piscina!
Qua però non me la sono sentita di chiedere da dove saltassero fuori quei 4 euro in più a testa, ero già stremato dal pranzo e dalla discussione precedente. Quindi gli ho dato i suoi bei cash, ho salutato, ho giurato che non ci sarei andato mai più e che ci avrei fatto un post.

Questo scritto dovrebbe essere appeso dentro le scuole alberghiere come a dimostrazione di quello che NON si deve fare, in modo assoluto, in ambito ristorazione.