Tutti gli anni la stessa storia, tutti i mesi la stessa storia: Google dice delle cose, in quanto dette da Google, e riguardanti Google, vengono prese per buone. Poi succede che vengono fatti degli studi, delle analisi approfondite e quanto detto da Google non viene smentito ma amplificato.
Se Google sostiene che i social signal potranno essere un fattore di posizionamento in SERP, ad esempio, gli studi effettuati confermano che invece lo sono già.
Ma andiamo per ordine con una brevissima spiegazione per i non addetti ai lavori. Google prende in considerazione centinaia di fattori riguardanti un sito Web, per poterlo posizionare nella pagina dei risultati alle nostre domande. Per esempio, se cerchiamo la parola “auto” avremo circa 4 miliardi di risultati. Come mai uno sta prima degli altri? Come mai alcuni sono nella prima pagina?
In base ai fattori di ranking, ovvero a dei punteggi che Google da ad ogni contenuto del Web: più il punteggio è alto e più questa pagina (o sito) si posizionerà in alto nei risultati. Il ranking è di fatto la differenza tra il successo di un nostro prodotto/servizio ed il suo insuccesso.
Ora, la domanda che viene da farsi è: quali sono questi fattori di ranking?
Bene, di preciso nessuno lo sa. Si sa quali sono le linee guida ma non con precisione matematica in quanto Page Rank, l’algoritmo con cui Google cataloga i risultati, è un brevetto, ed in quanto tale blindato. Segreto.
E qui siamo al punto di partenza: se non conosco questo algoritmo, come posso stare sopra agli altri?
In effetti molte cose si sanno, come ad esempio l’importanza dei link, ma molte altre rimangono meno evidenti e “non certificate da Google” come i segnali sociali.
Cosa sono i social signal o segnali sociali?
Ammettiamo di essere un motore di ricerca e di dover catalogare miliardi di contenuti e poi di doverli posizionare in base alle richieste delle persone. Per farlo dovrei trovare un insieme di regole che mi permettano di rendere la SERP il più possibile aderente a quello che le persone cercano.
Nella qualità dei risultati sta il segreto del mio successo, quindi devo essere certo che i segnali che spostano su e giù nelle SERP i risultati, siano non manipolabili ed il più possibile “naturali”.
Tra i moltissimi parametri che si possono prendere in considerazione abbiamo i link, ad esempio, ma possono essere più o meno indirizzati, o costruiti. Poi abbiamo i fattori “in site” ovvero tutti quei fattori che riguardano la struttura stessa del sito, a livello di programmazione e di linguaggio.
Poi entriamo nel campo della congettura, o meglio della ragionevole congettura: cosa può essere meno manipolabile della mente collettiva delle persone che utilizzano i social network?
Partendo dal presupposto che tutto possa essere manipolato, dobbiamo orientarci a quello che lo potrebbe essere meno, per dare dei risultati oggettivi. E cosa potrebbe essere meglio dei segnali che vengono dai nuovi media sociali?
Pensateci: se il contenuto del vostro blog riceverà 100 like da Facebook e 10 condivisione, le quali faranno andare il contenuto in 10 bacheche dove verrà a sua volta condiviso e commento, verosimilmente questo sarà, agli occhi non “qualitativi” di Google, un buon contenuto rispetto all’argomento espresso.
Ecco, questi sono i segnali sociali, ovvero tutto quello che viene espresso dai social verso un determinato contenuto.
Ora, se il social che esprime i segnali è addirittura di Google, quale può essere il risultato? Che Google è in grado di interpretare, leggere, capire, misurare ed ordinare ogni tipo di contenuto che in qualche modo passa per Google Plus, dando a quest’ultimo (in quanto di proprietà e quindi controllabile) un potere notevole sugli altri.
Senza entrare nel merito di tutti quelli che sono i fattori di ranking per un contenuto, è possibile pensare che i social signal non lo siano?
E’ possibile pensare che Google non consideri e continui ancora per lungo tempo a non considerare tutto quello che avviene sui social, in particolar modo sul proprio?
La conclusione di questo post è ovvia, al almeno a mio modo di vedere: la SEO non è morta, fare social media non è l’unica cosa che importa, i link non sono morti ma non godono di ottima salute, fare SEO senza pensare ai social ormai è sciocco e l’unica cosa che davvero conta sono i contenuti che riuscirete a produrre.
Quello che leggerete di seguito è preso da questo post del TagliaErbe:
Chi fa SEO sa molto bene che, indipendentemente dai proclami di Google, i link sono ancor oggi lo strumento più importante per far salire un sito sul motore di ricerca.
Eppure il “tormentone” dei contenuti di qualità sta prendendo sempre più piede e anche quello dell’influenza dei “segnali sociali” sul posizionamento viene portato avanti da Matt Cutts ormai da qualche anno.
La nuova parolina magica, insomma, è share (…).
Lo studio riguarda gli Stati Uniti – [lo scorso anno Searchmetrics ha fatto anche uno studio su dati italiani, con lievi differenze rispetto a quello USA] – e sono stati analizzati:
• 30.000 SERP
• 300.000 title, description, URL
• circa 4,3 miliardi di backlink
• circa 600.000 annunci AdSense
• circa 150 GB di dati grezzi
• circa 1,25 miliardi di condivisioni di Facebook
• circa 12,95 miliardi di like di Facebook
• circa 600 milioni di commenti di Facebook
• circa 1 miliardo di tweet
• circa 330 milioni di +1 di Google
• circa 14,5 milioni di pin
Di seguito i fattori di ranking 2013, in base allo studio appena citato.
cito:”e Google sostiene che i social signal potranno essere un fattore di posizionamento in SERP, ad esempio, gli studi effettuati confermano che invece lo sono già.”
di quali studi si trattano?
Se ti riferisci agli studi di searchmetrics, non confermano porprio niente. Ma fanno vedere solamente che esiste una correlazione.
Alex ha scritto:
Si, mi riferisco a quelli. Grazie per il tuo contributo.
Rudy Bandiera ha scritto:
Insomma quello che bisgona chiedersi è:
Siamo sicuri che chi ha più segnali social ranka meglio grazie a questi segnali o grazie a un buon rank si ricevono più segnali sociali
VOrrei aggiungere anche che il link che un sito riceve quando un suo articolo è condiviso su Google + è un link do-follow. Come pure i link messi nel profilo. Al contrario, su Twitter e FB i link dati per uno sharing sono no-follow.
Questo è già uno dei tanti motivi per cui il fattore G+ comincia a diventare prominente.
Riguardo la correlazione vi consiglio questo articolo magistrale di Cyrus Hepard su Moz: Correlazione fra +1 e rankingC.
@ Alex:
Non esistono segnali sociali (escluso Google+ e le serp personalizzate per utenti loggati) che influiscano sul Rank di Google. Non c’è altro da aggiungere.
Poi possiamo dire che quanto più un articolo è condiviso sui social, tanto più aumenta la sua potenzialità di essere condiviso su siti e di ricevere citazioni e backlink: questi si che hanno influenza sul rank.
Quindi “social signal” =
– conseguenze dirette: NO
– conseguenze indirette: SI (ASSOLUTAMENTE)